Le “Lofoten”… isole di un altro Mondo

di Gabriele Bordogna
Le Lofoten. Vedendole spuntare all’orizzonte, arrivando sul traghetto da Bodø, sembrerebbero il nascondiglio perfetto per banchi di mostri marini e insediamenti di vichinghi.
Se ci fossero arrivati i romani, sulle mappe avrebbero scritto “Hic sunt dracones”, con un bel disegno di un mostro accanto. Cime acuminate che nascono direttamente dal mare, sfumate dalle nuvole e impolverate dalla luce artica, valli ombrose incastonate tra i precipizi e tratti di pianura improvvisa, come lingue di terra scampate alla furia, che a volte si scatena in quei tratti di mare.
Le Lofoten, un arcipelago norvegese oltre il Circolo Polare Artico, che si dispone ad arco tra il Mar Glaciale Artico e il Mare di Barents, al largo di Bodø, e che si riunisce alla terraferma tramite ponti-istmi poco a sud di Tromsø, hanno conquistato l’immaginario di artisti e scrittori fin dai viaggi sette e ottocenteschi, identificandosi perfettamente come uno di quei luoghi in cui avvertire il senso del sublime e la potenza devastatrice della Natura

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