Nuovo studio sulla Sacra Sindone: “Non è l’immagine di un defunto, ma di un vivo che si sta alzando”

“La Sindone di Torino mostra l’immagine di una persona nel momento in cui era viva”.
Il dottor Bernardo Hontanilla Calatayud, dell’Università di Navarra, in Spagna, ha pubblicato sulla rivista Scientia et Fides un articolo inedito sulla misteriosa figura che, in modo mai spiegato dalla scienza, è rimasta impressa sulla Sindone di Torino. La tesi dell’esperto è che la figura non corrisponda a una persona inerte, come si pensava tradizionalmente, ma a una persona viva che si sta alzando.
“In questo articolo sono esposti i vari segni di vita della Sindone. Basandosi sullo sviluppo della rigidità cadaverica, si analizza la postura del corpo impressa sulla Sindone. La presenza di solchi facciali indica che la persona è viva. La Sindone di Torino mostra segni di morte e di vita di una persona che ha lasciato la sua immagine impressa in un momento in cui era viva”

Vai all’articolo

L’Uomo della Sindone in 3D: scienza e fede a confronto

La scienza indaga sull’Uomo della Sindone da quasi due secoli.
Gli interrogativi senza risposta (come è stata prodotta l’immagine sul telo, come il corpo  incorrotto sia uscito dal telo stesso senza spostarlo…) sono ancora molti.
Viceversa, dal punto di vista anatomo-patologico si è scientificamente accertato che quell’uomo, flagellato e torturato, è morto crocifisso e dopo circa tre ore è stato deposto dalla croce e avvolto in un telo imbevuto di aromi. Il tessuto e le spore della vegetazione presenti sono quelli della Palestina del I° secolo d.C.
I credenti, dato che credono, saranno affascinati dalla scultura in marmo esposta a Padova di cui parla questo filmato, anche se “non ne hanno bisogno”. I non credenti, dovrebbero essere affascinati dal mistero che ancora circonda l’Uomo della Sindone: la scultura, al 90% è frutto di rigorose indagini scientifiche, c’è infatti, solo un 10% di “creatività artistica” in quelle fattezze riprodotte nel marmo: quell’uomo esisteva, in carne ed ossa, così come l’hanno raffigurato, con precisione millimetrica…

Vai all’articolo

“Ci vorrebbero 50 fulmini per creare la Sindone!”

di Roberto Brumat
“Ci vorrebbero 50 fulmini per creare la Sindone!” Lo scienziato Giulio Fanti esponendo i risultati dei suoi esperimenti, conferma per l’ennesima volta lo straordinario mistero nascosto nell’immagine del Lino conservato a Torino.
“Per creare l’immagine della Sndone servirebbero molti fulmini, forse cinquanta”. Questo stando alle ricerche che alcuni ingegneri dell’Università di Padova hanno condotto per sette anni, allo scopo di capire come si è formata la misteriosa immagine conservata nel Duomo di Torino e venerata come “corpo di Cristo” dal 1147, quando Luigi VII re di Francia, la vide la prima volta nella cappella del palazzo imperiale di Costantinopoli.
Le ricerche continuano, nonostante i tre esami al Carbonio 14 eseguiti in Arizona, a Oxford e a Zurigo, abbiano datato la Sindone tra il 1260 e il 1390. Non potendo disporre di 50 milioni di Volt – tanti dice l’ingegnere americano Igor Bensen servirebbero per riprodurre su un tessuto di lino (stando al metodo degli ingegneri padovani) un’immagine come quella della Sindone – il professor Giulio Fanti, docente di Misure meccaniche e termiche al Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Padova, nel laboratorio Alte Tensioni diretto dal professor Giancarlo Pesavento, usa un generatore che arriva a 500.000 Volt: ovvero la metà circa dell’energia scaricata da un fulmine…

Vai all’articolo