Un mondo sul palmo della mano

L’altro giorno ho preso l’autobus senza mettermi le cuffie per ascoltare o vedere qualcosa. Così non ho potuto fare a meno di osservare i passeggeri che viaggiavano con me. Incredibile come la stragrande maggioranza fosse a capo chino sullo smartphone.
Chi seguiva il percorso per capire dove scendere; due ragazze entrambi dotate di auricolari si mostravano l’un l’altra video, foto o messaggi; una signora di una certa età chattava con caratteri cubitali (tali da poter essere sbirciati) con un’amica e le scriveva per scusarsi di essere in ritardo e la pregava di entrare a prenderle il posto. Una ragazza guardava un video insignificante. Una giovane donna mostrava di annoiarsi cambiando schermata continuamente e alla fine aprendo una chat in WhatsApp ha scritto semplicemente: “Che fai?”
Mio figlio ventenne quando gli ho descritto questo quadro mi ha chiesto: “E che male c’è? È normale! In fin dei conti anche tu, non ti senti i podcast sull’autobus?”

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