C’era una volta la Rai…

di Giuseppe Giannini
La Rai festeggia i 70 anni, ed è tutto un susseguirsi di (auto) celebrazioni.
Siamo passati dalla “rivoluzione culturale” del mezzo televisivo, che come tutti i grandi media, seppur uniformante e propagandistico svolgeva comunque la sua funzione pubblica (per il quale i cittadini pagano il canone ricordiamolo) e pedagogica, all’attuale stato pietoso dell’informazione generalista.
Una volta la tv di Stato, raggiungendo tutte le case, univa il centro e la periferia, la vita delle città con la desolazione delle zone interne. Così anche gli analfabeti avevano modo di scolarizzarzi, grazie a programmi educativi, ma anche a sceneggiati tratti dai classici della letteratura…

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Fedez ha capito tutto…

di Matteo Brandi
Ammettiamolo: Fedez ha capito come gira il mondo oggi e come fare tanti soldi…
Per quanto mi stia sulle palle e rappresenti tutto ciò che considero tossico al giorno d’oggi, non posso esimermi dal fargli i complimenti. Il modo con cui sta sfruttando i suoi seguaci, cavalcando magistralmente l’ipocrita e sciocca indignazione del momento, è fantastico.
Pensateci. Fedez rappresenta in tutto e per tutto quello che chiamiamo “Pensiero unico”. Fedez è una delle miriadi di propaggini, tutte uguali, dell’assolutismo progressista. Ogni sua presa di posizione, ogni suo intervento, ogni sua diretta, ogni cosa partorita da lui e dalla sua compagna è perfettamente in linea con l’ordine del giorno.
Non sentirete mai, mai e poi mai, fuoriuscire dalla bocca di Fedez un concetto che non combaci perfettamente con i dogmi attuali…

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La rivoluzione della verità: Marcello Foa alla guida della Rai

di LibreIdee
Che succederebbe, se diventasse presidente della Rai l’uomo che più di ogni altro, in Italia, ha denunciato le malefatte quotidiane degli “stregoni della notizia”? La nomina di Marcello Foa nel Cda di viale Mazzini, caldeggiata dalla Lega e appoggiata dai 5 Stelle, sarebbe semplicemente qualcosa di favoloso.
Gli “stregoni” ovviamente sono già al lavoro: da quelli de “L’Espresso”, querelato da Foa per aver insinuato che il giornalista possa aver avuto un misterioso ruolo nella presunta sparizione in Svizzera del “tesoro-fantasma” del Carroccio, all’Enrico Mentana che, a caldo, in prima serata al Tg de La7, ha presentato Foa – liberale, anticomunista e noto estimatore di Trump – come un intellettuale “non amico” degli Usa.
Un benvenuto a colpi di “fake news”, dunque, per il giornalista italiano, allievo di Indro Montanelli, che dal suo blog sul “Giornale” ha additato senza esitazioni le notizie false spacciate regolarmente per vere dai media mainstream a reti unificate. Notizie pesanti: dalle armi chimiche in Siria (mai usate da Assad contro i civili), alla foto straziante del bambino messicano in lacrime, presentato come profugo separato ferocemente dai genitori per colpa del perfino Trump, pur essendo invece solo un piccolo attore, impegnato in una drammatica performance di protesta in Texas. Marcello Foa alla guida della Rai? L’impossibile, che diventa possibile: qualcuno finalmente comincerà a dire che “il re è nudo”, e lo farà dagli studi del Tg1?…

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