La moltiplicazione del male da Eichmann alla “Blue Whale”

di Francesco Girolimetto 
Il male è uno strano “oggetto”. Ha una storia tutta sua che si intreccia sin dalla notte dei tempi con quella degli esseri umani.
Tuttavia, come ogni storia, anche il male ha dei cicli e delle discontinuità: proprio l’11 ottobre del 1961 iniziava a Gerusalemme il processo ad Adolf Eichmann, il funzionario nazista, una vera cesura nella parabola, per una malvagità che da quel momento in poi – con le magistrali parole di Hannah Harendt – si fa “banale”.
Se per secoli il male si era annunciato nella paura, il Novecento mischia le carte e lo sfuma nelle dimensioni della meschinità e della leva psicologica: è un male diverso, ma soprattutto è un male che si moltiplica nelle sue terminazioni, fino a far dubitare dell’esistenza dell’esistenza del bene…

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