Un’Escalation in Israele Potrebbe Innescare una Reazione a Catena

di Aleksandr Dugin
I palestinesi non hanno alcuna possibilità in una guerra del genere, perché non possono distruggere Israele o infliggergli una sconfitta militare significativa, ma anche Israele non ha nulla per cui combattere.
La Palestina è tecnicamente territorio israeliano che non controlla e non può controllare in nessun caso. È altrettanto impossibile distruggere fisicamente tutti i palestinesi.
Se fossimo in una situazione internazionale diversa, i palestinesi potrebbero contare sulla compassione della sinistra internazionale, ma gli Stati Uniti sono guidati da neocons e globalisti. Di certo non si preoccupano dei palestinesi, anche se non sono nemmeno troppo vicini alle politiche nazionaliste di Israele.
Ma è la reazione a catena – e soprattutto il comportamento degli Stati islamici (in primo luogo Iran, Turchia, Arabia Saudita, altri Stati del Golfo ed Egitto) – che potrebbe essere la logica continuazione. O almeno, questo è ciò che gli strateghi di Hamas potrebbero aver avuto in mente quando hanno deciso di iniziare il conflitto…

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Robert Kennedy jr: un Uomo dell’Establishment

di Laura Ru
Chi segue le vicende politiche americane probabilmente ha capito da un pezzo che Robert Kennedy jr è un uomo del sistema.
Kennedy si è accreditato come anti-sistema presso individui, movimenti, circuiti mediatici sposando di volta in volta cause care a chi, in buona fede, cerca di resistere all’oppressione di tale sistema.
Durante la pandemenza aveva sostenuto le tesi del movimento contro l’obbligo vaccinale e durante il suo tour europeo aveva arringato dalle piazze migliaia di cittadini esasperati dalle restrizioni del green pass.
A Milano c’ero anch’io all’Arco della Pace e avevo notato qualcosa di molto strano: Kennedy Jr. era arrivato con un manipolo di addetti del consolato americano, alcuni erano chiaramente agenti preposti alla sicurezza…

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Israele continua a bombardare i Palestinesi, salgono le vittime anche tra i bambini

di Andrea Bonazza
Mentre in televisione, da qualche giorno, i telegiornali ci stanno facendo vedere le immagini dei tumulti parlando di razzi palestinesi contro i soldati israeliani, a Gerusalemme, le pesanti e incontrovertibili prove inviate dagli arabi documentano invece un’altra realtà.
Lungi da me sostenere che sassaiole e razzi non siano mai stati lanciati dalla ribellione palestinese in opposizione degli sfratti a ridosso della Spianata delle Moschee, ma, ancora una volta, i massmedia occidentali stanno diffondendo unicamente la versione della potente propaganda sionista di Israele, censurando come da copione la tragedia che in queste ore sta vivendo la componente araba dello stato. Sia essa musulmana che cristiana.
Nella folta documentazione fotografica e video palestinese, infatti, le crude immagini dipingono tragicamente la verità di una popolazione civile che sta subendo un attacco bellico e sistematico, certamente non paragonabile agli scontri che si sono susseguiti dopo il divieto dello Stato di Israele all’accesso palestinese per la Spianata delle Moschee…

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L’ennesima beffa contro il Popolo Palestinese

di Antonello Boassa
Si è consumata l’ennesima beffa contro il popolo della Palestina ad opera di Stati Uniti e Israele.
Mentre l’ipocrita civiltà occidentale “piange” la “giornata della memoria” che nulla ha di commemorativo per le vittime del nazismo, mentre molto ha di feroce e di preparatorio per nuovi assalti contro le vittime di oggi e di domani, si è consumata l’ennesima beffa contro il popolo della Palestina ad opera di Stati Uniti e Israele.
Coloni sionisti, già in stato di esaltazione – abituati e autorizzati a compiere azioni violente nei confronti dei palestinesi, da parte della comunità internazionale e di organizzazioni internazionali quali l’ONU – hanno incendiato una scuola, gettando materiale incendiario dentro una delle classi. Tali azioni, ovviamente, per i nostri media, sono “azioni di difesa” contro il “terrorismo quotidiano” palestinese.
La beffa consiste in un accordo stipulato senza la controparte palestinese

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La partenza del Giro d’Italia comprata da Israele

di Alberto Negri
La partenza del giro d’Italia comprata da Israele in guerra e le polemiche su Gino Bartali salvatore degli ebrei.
Per rendere memorabile l’evento è stato coinvolto anche Gino Bartali (foto sopra), già entrato nel Giardino dei Giusti dello Yad Vashem e ora cittadino onorario di Israele per il salvataggio di alcuni ebrei tra il 1943 e il 1944. La questione in realtà è assai dubbia e neppure lo stesso Bartali da vivo l’aveva mai confermata. In realtà, secondo lo studioso Michel Sarfatti – fino al 2016 direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – si tratta di un clamoroso falso storico.
La maglia rosa del Giro d’Italia quest’anno l’hanno già vinta gli israeliani: come ciclisti non sono un granché, ma sulla propaganda e il marketing non li batte nessuno. Anche a costo di qualche clamoroso falso storico sulla figura di Gino Bartali. Al prezzo di 16 milioni di euro versati a Rcs e Gazzetta dello Sport, l’inizio del Giro d’Italia è stato “appaltato” a Israele: tre tappe sul territorio israeliano e partenza avvenuta il 5 maggio con una cronometro individuale da Gerusalemme. A Gino Bartali, accreditato come salvatore di ebrei durante la guerra, viene conferita la cittadinanza postuma. Se fosse vivo forse guarderebbe al di là del muro che separa israeliani da palestinesi e non sarebbe poi tanto contento…

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