Chi erano gli “Scemi di Guerra”?

di Marta Erba
Ce n’era uno quasi in ogni famiglia. Erano l’eredità (a lungo rimossa) della Prima guerra mondiale: uomini tornati dal fronte sotto shock, con gravi disturbi mentali.
Durante e dopo la Prima Guerra Mondiale migliaia di soldati furono ricoverati per disturbi mentali: negli ospedali si trovavano reduci estraniati e muti, che camminavano come automi, con i muscoli irrigiditi. La gente li chiamava ingiustamente “scemi di guerra”. Ma chi erano davvero?
Le cartelle cliniche parlavano di “tremori irrefrenabili”, di “ipersensibilità al rumore”, di “uomini inespressivi, che volgono intorno a sé lo sguardo come uccelli chiusi in gabbia, che camminano con le mani penzoloni e piangono in silenzio o che mangiano quello che capita, cenere, immondizia, terra”

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L’Associazione americana degli psicologi sostiene che la mascolinità è “pericolosa”

L’American Psychological Association (APA) ha pubblicato le linee guida che insegnano agli psicologi che lavorano con uomini e ragazzi, che “la mascolinità tradizionale è psicologicamente dannosa”.
Il rilascio di “Linee guida” da parte dell’APA per la pratica psicologica con ragazzi e uomini, arriva dopo una revisione di oltre 40 anni di ricerche, che dimostrano che gli uomini hanno gravi problemi comportamentali.
Secondo l’APA: gli uomini commettono il 90% degli omicidi negli Stati Uniti e rappresentano il 77% delle vittime di omicidi. Sono il gruppo demografico più a rischio di essere vittima di crimini violenti. Hanno 3,5 volte più probabilità delle donne di morire per suicidio e la loro aspettativa di vita è di 4,9 anni più bassa rispetto alle donne. I ragazzi hanno molte più probabilità di essere diagnosticati con disturbo da iperattività, o da deficit di attenzione rispetto alle ragazze, e affrontano punizioni più severe a scuola, in particolare, i ragazzi di colore…

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La Spiritualità protegge il Cervello

La spiritualità, di qualsiasi tipo, sembra proprio che faccia bene al cervello. Aumentano le connessioni cerebrali e si riduce il rischio di depressione: lo dicono gli esperti della Columbia university.
Succede qualcosa nel cervello quando ci accingiamo a coltivare la nostra spiritualità. Aumenta la “sostanza bianca” e questo correla con un minor rischio di depressione. Ora arrivano gli scienziati della Columbia e New York State Psychiatry Institute a confermarlo: si vede attraverso la risonanza magnetica.
Gli effetti sul cervello
Più spiritualità, più religiosità, portano il cervello a sviluppare più connessioni cerebrali: questa è la tesi. Anche nelle persone ad alto rischio di depressione, per fattori genetici (genitori depressi), si vede che la pratica spirituale rende più spessa la corteccia del cervello nelle aree parietali e occipitali…

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Come riconoscere una persona falsa: 4 segnali inconfondibili

È possibile riconoscere una persona falsa facendo attenzione a 4 segnali inconfondibili.
Nella vita incontriamo un gran numero di persone e non è detto che si riesca sempre ad intravederne la loro vera natura. Tuttavia, è importante riconoscere in tempo una persona falsa, prima che questa ci faccia del male.
La società attuale, frenetica ed iper-connessa, moltiplica a dismisura gli incontri, senza che però ci sia per tutti il tempo necessario per maturare una reale conoscenza dell’altro. Questo si rivela a volte un vantaggio, per chi non ama svelare il proprio vero carattere, e può comodamente indossare la maschera che più gli conviene, senza il rischio di essere scoperto…

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Figli Padroni e Manipolatori: cosa deve fare il genitore quando si ribaltano i ruoli?

di Maura Manca
A volte capita che la conflittualità tra le due generazioni diventi esagerata, rasenti il limite della tollerabilità, della violenza fisica e verbale e in cui la vittima è il genitore.
Il genitore viene gestito e prevaricato dalla personalità patologica del figlio che non gli riconosce più un ruolo, sempre che lo abbia mai fatto, che vede solo se stesso e le sue esigenze, e individua il genitore come una persona da usare per ciò che gli serve, a cui non deve rendicontare niente e riconoscere nulla, bensì pretendere.
È vero che la crescita e soprattutto l’adolescenza con figli con un temperamento reattivo, un comportamento oppositivo e provocatorio, dà luogo ad un “braccio di ferro” molto duro ed estenuante, soprattutto per il genitore e che spesso finisce in un ribaltamento dei ruoli, in cui il figlio comanda, detta legge ed in un certo senso diventa padrone…

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Troppo silenzio: 4 situazioni in cui tacere è negativo

di Valerio Guiggi
Capire quando parlare e quando tacere può essere tutt’altro che semplice, nelle diverse situazioni che ci troviamo ad affrontare.
In alcuni casi il silenzio parla, infatti, e dice qualcosa di noi, ma quello che trasmette può non essere positivo: per capire meglio, in questo articolo abbiamo raccolto quattro situazioni in cui il silenzio eccessivo può essere dannoso; in altre parole, situazioni in cui per il nostro bene non è corretto tacere.
1. Quando ci sono dei conflitti
Quando ci sono dei conflitti con altre persone, tacere non è mai una buona idea. Non parlare, infatti, equivale ad una sottomissione, e se sappiamo di avere ragione potremmo passare dalla parte del torto.
Certo, è importante naturalmente anche come si parla; se dobbiamo arrabbiarci e passare quindi ad un dialogo emotivo e non razionale è meglio lasciar perdere, ma nei conflitti, parlare con razionalità e spiegare le nostre ragioni è la soluzione in generale migliore…

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Adolf Hilter, la Cia svela il rapporto segreto: non solo bisex, aveva anche tendenze sadomaso

di Giordano Tedoldi
“Adolf Hitler ha una vita sessuale doppia, come la sua visione politica; è sia omosessuale che eterosessuale; sia socialista che fervente nazionalista; sia uomo che donna”.
La frase è tratta da un rapporto classificato “top secret” scritto nel 1942, dall’antropologo americano Henry Field, membro di una commissione speciale voluta dal presidente Roosevelt, per tracciare i profili psicologici dei maggiori capi nazisti e, in primo luogo, del Führer. Per 75 anni il rapporto è stato secretato negli archivi dell’Office of Strategic Services prima, e poi della CIA, che ora l’ha reso pubblico.
Settanta pagine di sesso
Nelle 70 pagine, sono soprattutto le informazioni sulla vita sessuale di Hitler che imporranno un clamoroso aggiornamento della sua biografia. Tali informazioni vengono da un testimone attendibile: l’imprenditore Ernst Sedgwick Hanfstaengl, amico e sostenitore di Hitler fin dal fallito colpo di Stato di Monaco, nel 1923. In quell’occasione Hanfstaengl ospitò Hitler nella sua casa e lo dissuase dall’uccidersi. Caduto in disgrazia presso il regime, Hanfstaengl riparò prima in Gran Bretagna e poi, sfruttando la sua amicizia con Roosevelt, negli Stati Uniti, dove collaborò con i servizi segreti…

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Non esiste un solo tipo di Intelligenza: scopri il tuo!

Dott.ssa Claudia Casalboni
Pensiamo sempre all’intelligenza come ad una facoltà esclusivamente cognitiva, mentre in realtà esistono molteplici altre manifestazioni dell’intelligenza.
Siamo abituati a pensare all’intelligenza come ad una facoltà solo di tipo cognitivo, che prevede la capacità di risolvere problemi e raggiungere obiettivi, formulare ragionamenti logici o pensieri astratti, comprendere ed apprendere. In realtà, questa definizione racchiude solo una delle manifestazioni dell’intelligenza: lo psicologo Howard Gardner ne ha identificate ben 9.
Ciò che è più importante sapere non è quanta intelligenza si possiede, ma quale: ognuno di noi ha il dovere e il diritto di riconoscere la propria e di esprimerla al meglio; chi non è consapevole delle potenzialità di cui è provvisto, non potrà metterle a frutto e sarà sempre governato da una spiacevole sensazione di insicurezza ed incapacità. Liberare e seguire la propria tendenza naturale è il modo migliore per raggiungere l’auto-realizzazione e la soddisfazione di sé…

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Analfabetismo emotivo fra blog e social network

di Cristina Rubano
Le realtà virtuali di blog e social network, sostenendo identità multiple, fluide o spesso fittizie, rischiano di creare un paradosso della comunicazione: si può essere in contatto con tutti e in ogni momento, semplicemente “esibendo” il proprio avatar, senza quel coinvolgimento cognitivo-emotivo che una vera relazione fisica comporta.
Questo rischia di alimentare, specie nei più giovani, un analfabetismo emotivo che li allontana non solo dagli altri ma anche da se stessi. Le moderne teorie in psicologia cognitiva, psicoanalisi e psicosomatica riconoscono tutte, pur da varie angolazioni, l’importanza delle emozioni nel sostenere i processi motivazionali e di pensiero, la soddisfazione nelle relazioni e il mantenimento della salute fisica e mentale…

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Ecco perché ci baciamo, il significato psicologico del bacio

di Massimo Lattes
A cosa serve il bacio? C’è più intimità in un bacio o in un rapporto sessuale? Com‘è visto il bacio da una donna? E da un uomo? Ma è vero che un semplice bacio ci può far diventare più ricchi? Gli uomini primitivi si baciavano?
Faccio tutto tranne baciare sulla bocca..” spiegava la prostituta Vivian Ward (Julia Roberts) all’uomo d’affari Garry Marshall (Richard Gere) nel film cult “Pretty Woman”.
Che il bacio sia un qualcosa di più intimo del sesso, qualcosa che lega più a fondo due persone lo sostengono anche i due sociologi Joanna Brewis and Stephen Linstead nel loro libro “Sex, Work and Sex Work: Eroticizing Organization”. Così infatti scrivono i due ricercatori: “Il bacio rappresenta un genuino desiderio d’amore per qualcun altro, infatti, le coppie che si baciano di più sono anche quelle più gratificate dalla relazione. Inoltre, è solo evitando di baciare sulle labbra i loro clienti che le prostitute sono in grado di non farsi coinvolgere, riuscendo così a tenere al di fuori le loro emozioni”

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