Sulle privatizzazioni dobbiamo invertire la rotta

di Luca Pinasco
Perché le privatizzazioni hanno rovinato la nostra economia? Perché si fanno? Quale funzione hanno? Occorre prima comprendere le ragioni del declino industriale italiano, per potervi porre rimedio.
Il processo di “privatizzazione” è un meccanismo attraverso il quale la proprietà di un ente o di un azienda viene spostata dallo Stato al privato attraverso la cessione, in tutto o in parte, di quote di proprietà dello stesso.
Oltretutto la privatizzazione può essere di tipo “formale”, ovvero il mutamento dello status giuridico di un ente o azienda pubblica, in una delle svariate forme che può assumere un soggetto di diritto privato. Questa fase del processo di privatizzazione è stata avviata dal governo Amato con il decreto del 1992 n° 333, il quale ha trasformato in S.p.A le aziende strategiche di Stato, tra cui IRI, ENI, INA ed ENEL, stessa sorte toccata successivamente ad altre grandi società e a taluni istituti bancari.
Poi a quello formale segue il processo di privatizzazione “sostanziale”, ovvero il reale passaggio della titolarità della proprietà e di conseguenza del potere di controllo, dalla mano pubblica a quella privata…

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Via la Troika, la Grecia non esiste più: le hanno rubato tutto, anche la voglia di vivere…

Tsipras e Junker ridono… dopo aver illuso il popolo greco di opporsi alla UE con un referendum contrario alla svendita delle istanze della Grecia, il mefitico, pusillanime Tsipras, ha lasciato sventrare la sua nazione, come un animale sacrificale sull’altare di Moloch-UE.
Ed ora, dopo averla ridotta in completa rovina, continua senza alcuna nonchalance sulla via della perdizione UE,  lasciando il popolo greco umiliato, reso inerme e senza più alcuna via d’uscita.
Finalmente la Troika lascia la Grecia. Spremuta fino all’osso e dissanguata. Una guerra avrebbe fatto meno danni. Era arrivata perché la Grecia non aveva fatto i “compiti a casa” e aveva un debito troppo elevato. La Grecia è entrata nel 2010 nel “programma di aiuti” Ue, col rapporto debito/Pil al 146%… e tutti a dire “Grecia sprecona”, oggi, però, questo rapporto è salito al 180%. Ecco gli imperscrutabili successi della Troika!…

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Grecia: all’asta sul web tutto ciò che si può vendere… anche le case private

di Maurizio Pagliassotti 
La Grecia di Tsipras affronta l’ultima parte della svendita totale del suo patrimonio e della sua civiltà. Sul mercato finisce la stessa democrazia.
Grecia di Alexis Tsipras è entrata nella «fase laboratorio»: vedere cosa succede ad un paese lasciato nelle mani dei creditori. Disse Milton Friedman: «Lo shock serve a far diventare politicamente inevitabile quello che socialmente è inaccettabile»: lo shock della Grecia risale all’estate del 2015 quando con la giacca gettata sul tavolo al grido di «prendetevi anche questa» il primo ministro Alexis Tsipras firmò la resa senza condizioni della sua nazione sconfitta.
Umiliato di fronte al proprio paese e al mondo da Angela Merkel, volutamente. Sul tavolo, quella notte, non finì solo la Grecia, ma la stessa democrazia, che l’occidente ha vissuto in quelli che il grande storico Hobsbawm ha definito «i gloriosi trent’anni». Il voto greco, consapevole, che rifiutava il commissariamento della Trojka ad ogni costo, veniva tradito in cambio di un piano “lacrime e sangue”, ancor più punitivo, perché doveva sanzionare l’ardire di un popolo intero che osava ribellarsi alla volontà suprema dell’Europa finanziaria. Che solo in quel caso e per pochi giorni gettò la maschera della finta solidarietà, dei traditi valori di Ventotene, e si manifestò nella pura essenza del terrorismo finanziario…

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Lo Stato privato

La crisi economica scoppiata nel biennio 2006-2008 ha messo in luce le debolezze del Sistema-Italia e la capacità delle Istituzioni di far fronte all’indebolimento economico della classe media, ormai pressoché scomparsa. La crisi ha rappresentato la batosta finale, ma i presupposti c’erano ed erano sotto gli occhi di tutti: le privatizzazioni.
Quando uno Stato detiene il controllo dei servizi fondamentali e attua politiche tese a calmierare i prezzi dei servizi offerti, anche le peggiori crisi economiche possono essere superate, perché i cittadini possono comunque sempre contare su uno Stato Sociale che li tutela nei bisogni primari e nei servizi essenziali quali acqua, sanità, trasporti, energia, gas, ecc.
L’Italia, invece, ha scelto la strada dello smantellamento dello Stato Sociale e della privatizzazione di tutto, anche di ciò che compete ad uno Stato, come la Sanità e la Giustizia. Ma perché oggi ci troviamo a pagare (salato) qualsiasi servizio pubblico e a vederci negato persino l’accesso alla Giustizia e ai servizi minimi essenziali? Facciamo un salto indietro…

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I “salotti buoni” con lo sporco sotto il tappeto

di Roberto Musacchio e Riccardo Petrella
Sembra proprio che per certa sinistra tutto ciò che è successo e succede nel Mondo e nell’Europa, dominati dalla finanza globalizzata, non esista o non abbia insegnato niente.
La realtà è che il sistema bancario nel suo complesso e quello delle Banche Centrali nello specifico, hanno assunto un ruolo di primo piano nei disastri causati dalla finanziarizzazione. Disastri economici, sociali e democratici.
Le banche hanno acquisito un predominio totalizzante in un processo di privatizzazione dell’economia e dello stesso strumento monetario e di messa in mora delle sedi di decisione democratica. E le Banche centrali non sono più, se mai lo sono state, garanti di valori istituzionali. Al contrario, assumono la funzione di imposizione dei rapporti di forza dominanti e degli interessi sempre più incontrollati e incontrollabili della finanza globale…

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Italia, potenza scomoda: dovevamo morire!

Italia potenza scomoda

Sintesi del Prof. Nino Galloni
Una storia che dobbiamo sempre avere presente, per capire.
Italia, potenza scomoda. Il primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno” della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia.

È il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue. Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a…

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“Mani Pulite” fu un vero e proprio colpo di Stato

Mani pulite Starring

di Diego Fusaro
“Mani Pulite” continua ad essere agiograficamente celebrato come un evento decisivo, come una liberazione, vuoi anche come il trionfo della democrazia sulla corrottissima “Prima Repubblica”. Ma siamo davvero sicuri che sia questo il corretto modo di intendere quanto accaduto?
Mi permetto di dubitarne, sollevando il dubbio metodico di marca cartesiana. Il compito della filosofia, forse, risiede proprio nel problematizzare l’ovvio o, come diceva Heidegger, nel fare emergere come “in ogni cosa risaputa si celi ancora qualcosa degno di essere pensato”.
Sarò telegrafico, esponendo in forma apodittica (per mezzo del puro ragionamento) la mia tesi, che ho meglio argomentato nello studio “Il futuro è nostro. Filosofia dell’azione” (Bompiani 2014, cap. VI). “Mani Pulite”, con buona pace delle retoriche edificanti e della “pappa del cuore” per anime belle, fu un vero e proprio colpo di Stato che rese possibile l’abbandono del welfare State e di quelle forme politiche che, pur corrottissime, ancora ponevano in primo piano la comunità umana e i suoi bisogni concreti, l’istruzione e la sanità garantite, non certo il mercato sovrano e assoluto…

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Peter Brabeck, Nestlé: l’acqua non è un diritto delle persone e va privatizzata

Peter Brabeck

di Matteo Vitiello
Ebbene sì, l’acqua sarà presto privatizzata e qualsiasi forma d’approvigionamento dell’oro blu da parte di privati cittadini, sarà punita.

Si dovranno fare i conti con una legislazione creata ad hoc per e dalle multinazionali, che vogliono comprarsi e spartirsi tutte le risorse, del pianeta, l’acqua in primis.

Certo è un cammino ancora lungo ma non poi così tanto. Basta dare un’occhiata al report del “2030 Water Resources Group”, il comitato che sta lavorando per togliere all’acqua l’attuale status di bene pubblico (di cui fa parte anche il nostrano Massimo Potenza, amministratore delegato del Gruppo Barilla), per capire che il cammino verso un regime di schiavitù e controllo, legato alla privatizzazione è ben delineato e gli obiettivi…

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I “Grandi Parassiti” che affamano l’umanità

L'Occhio che tutto vede sul dollaro

di Marco Giacinto Pellifroni
I tam tam dei media, in tutti questi anni sono riusciti a convincere le masse che il bilancio di uno Stato è equivalente a quello di una famiglia.
Mentre c’è una differenza sostanziale, e cioè che le famiglie prima devono accumulare dei soldi per poi spenderli; mentre gli Stati prima producono i soldi e poi li immettono nel circuito economico, costituendo la spesa pubblica. Quindi, una famiglia può spendere soldi risparmiati dal proprio reddito lavorativo o, se li spende prima di averli guadagnati, sulla base di un prestito (vero se fatto da un familiare o da un amico, falso se fatto da una banca), si indebita e deve poi lavorare per ripagarlo.
Ben diversa la logica di uno Stato degno di questo nome, e cioè che gode della sovranità monetaria…

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