70 anni dopo è ancora… “1984”

di Matthew Feeney
In un’epoca in cui un crescente autoritarismo degli stati è dilagante, dovremmo ricordare la lezione più importante di “1984”: “Lo stato può occupare la tua mente…”
Nell’ottobre del 1947, Eric Blair, conosciuto oggi con il suo pseudonimo George Orwell, scrisse una lettera al co-proprietario della casa editrice Secker & Warburg. In quella lettera, Orwell affermò che si trovava all’ultimo giro di bozze di un romanzo, che descriveva come “un pasticcio terribile”.
Orwell si era stabilito sull’isola scozzese del Giura per finire il romanzo che completò l’anno successivo, trasformando il suo “pasticcio più terribile” in “1984”, uno dei romanzi più importanti del 20° secolo. Pubblicato nel 1949, il romanzo compie 70 anni quest’anno. L’anniversario offre l’opportunità di riflettere sul significato del romanzo e sulla sua lezione più preziosa… ma a volte trascurata.
La lezione principale di “1984” non è “La sorveglianza persistente è cattiva” o “I governi autoritari sono pericolosi”. Queste sono affermazioni vere, ma non rappresentano il messaggio più importante. “1984” è un romanzo che può essere usato dai governi per soggiogare e offuscare e dai cittadini per resistere all’oppressione. “Lo stato vuole dominare la tua coscienza e controllare i tuoi pensieri” è sicuramente il messaggio principale del romanzo…

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