La Spinta per Chiudere la Guerra di Gaza Rafforzata dal Confronto con Teheran

di Davide Malacaria
Trump ribadisce che la carneficina di Gaza finirà “entro una settimana”. Possibile che, come in altre circostanze, la tempistica indicata dal presidente Usa sia troppo ristretta rispetto alla realtà, ma la sollecitazione serve a urgere Netanyahu a muoversi in tal senso. E sembra avere una certa efficacia.
Netanyahu Pronto alla Pace?
I media israeliani informano che Netanyahu si sta confrontando con i suoi collaboratori sulla questione. Sul punto, le dichiarazioni di Aryeh Deri, membro del gabinetto di sicurezza di Netanyahu: “Ora più che mai sono state create le condizioni per porre fine alla guerra a Gaza”.
Le ha riportate il Washington Post, commentandole con le osservazioni di  Shira Efron, dell’Israel Policy Forum, secondo la quale la “vittoria” nella guerra contro l’Iran ha conferito nuova popolarità al premier israeliano, “un capitale politico necessario per poter accettare un cessate il fuoco a Gaza”

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Terzo Giorno

Com’era prevedibile, lo scontro Israele-Iran già al terzo giorno mostra la sua essenza vera.
Netanyahu ha convinto il deep power USA che sarebbe stato in grado di infliggere un colpo decisivo a Teheran, che ha convinto Trump sarebbe servito a spezzare le resistenze iraniane, facendogli accettare (almeno sostanzialmente) le condizioni pretese da Washington per un accordo. Ma, come sempre… fanno i conti senza l’oste.
Tel Aviv si è lanciata in una campagna d’attacco fondata sul principio classico del first strike annichilente, cui segue una coda di attacchi per piegare la resistenza nemica. Ma se l’operazione di attacco è stata pianificata per anni, anche l’Iran non è stata con le mani in mano. Gran parte degli asset strategici sono stati spostati sottoterra, a grande profondità. Perché Teheran gioca una partita diversa da quella israeliana…

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Dichiarazione del Ministero degli Esteri Russo in Relazione agli Attacchi Israeliani sul Territorio Iraniano

Lavrov: “Esprimiamo la nostra estrema preoccupazione per la pericolosa escalation delle tensioni in Medio Oriente”.
“Condanniamo fermamente l’azione violenta dello Stato di Israele, in violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, nella notte del 13 giugno.
Attacchi militari immotivati contro uno Stato membro sovrano delle Nazioni Unite, contro i suoi cittadini, le sue città pacifiche e addormentate, le sue infrastrutture nucleari. Attacchi categoricamente inaccettabili. La comunità internazionale non può permettersi di rimanere indifferente a tali atrocità che distruggono la pace e danneggiano la sicurezza regionale e internazionale.
Ciò che rende la situazione particolarmente cinica è il fatto che gli attacchi israeliani siano avvenuti nel bel mezzo di una sessione del Consiglio dei Governatori dell’AIEA e alla vigilia di un altro ciclo di contatti indiretti tra funzionari iraniani e statunitensi

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Israele Ha Attaccato l’Iran!

Sfidando il monito di Donald Trump e sabotando di fatto i suoi negoziati con Teheran sul nucleare, Israele ha lanciato nella notte una serie di attacchi “preventivi” in Iran contro impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali.
Una mossa che ha fatto schizzare il prezzo del petrolio e che rischia di aprire un terzo fronte di guerra dopo quello in Ucraina e a Gaza. Un altro schiaffo per The Donald, dopo che anche Vladimir Putin ha tirato dritto per la sua strada.
La decisione è stata presa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu lunedì scorso, quando ha chiamato il presidente americano informandolo della sua intenzione e inducendolo ad evacuare il personale americano in Medio Oriente per il timore di ritorsioni iraniane…

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