Il Business dei Siti Antibufala

Si parla tanto di Fake News e Bufale e di come alcuni individui si arricchiscono con questo modello di business. È tutto vero! Ma l’affare delle fake news riguarda anche e soprattutto i siti anti bufala. Vediamo come…
Ipotizziamo di creare una Startup sul modello di ANTIBUFALA… Iniziamo il nostro viaggio ipotizzando la creazione di un sito antibufala. Chiameremo la nostra Startup: “Bufale un tanto alla Tonnellata…” Quindi simuliamo insieme gli step necessari per crearla e vediamo anche come è possibile poi farci dei soldi.
La messa online del sito
– Il concepimento (inception). Nasce l’idea del sito anti bufale. Si trova il nome. In questo nostro scenario lo chiameremo “Bufale un tanto alla tonnellata” e si pensa a come chiamarlo… magari “BUTAT”?
– La messa online (tecnica). Si passa ai fatti. Si registra un dominio (circa 3 euro) si compra l’hosting (circa 24 euro) e ci si installa un software tipo WordPress…

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Bayer-Monsanto alla conquista della Cannabis

Bayer e Monsanto, che ormai sono la stessa azienda visto che la seconda è stata acquistata dalla multinazionale tedesca per 63 miliardi di dollari, sono ormai entrate da tempo nel mercato della Cannabis.
In alcuni casi in modo diretto e in altri con triangolazioni ed acquisti tramite società controllate. È un processo iniziato nel 2016, quando Scotts Miracle-Gro, azienda strettamente legata a Monsanto, ha iniziato ad acquistare aziende che storicamente operavano nel business internazionale e italiano della cannabis.
Che Monsanto e Scotts Miracle Gro siano legate da anni da una profonda partnership, lo spiega la multinazionale direttamente dal proprio sito: un rapporto che dura da oltre 20 anni, visto che dal 1999 Scotts è distributore esclusivo di Roundup (l’erbicida killer che contiene il glifosato), e che è stato rinnovato di recente per quanto riguarda il diserbante ed esteso anche ad altri prodotti…

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L’Ue vuole cancellare l’Italia dalle etichette: ecco come ci fregano a tavola

di Attilio Barbieri
L’associazione che riunisce le più grandi industrie di trasformazione alimentare del Vecchio Continente, lancia un siluro preventivo destinato a stoppare i tentativi di estendere ai Ventisette il modello italiano di etichettatura d’origine.
L’industria alimentare europea detta in anticipo le regole al Parlamento europeo, che uscirà dalle elezioni di maggio. In un documento che ha pubblicato sul proprio sito internet (Fooddrinkeurope.eu), tenta di stoppare la diffusione, agli altri paesi eu, del modello italiano di etichettatura d’origine, con il Paese di provenienza delle materie prime scritto in modo trasparente. Una sfida lanciata per ora informalmente dal vicepremier Matteo Salvini e raccolta da alcune organizzazioni del settore, come Coldiretti e Filiera Italia.
Nel documento, intitolato Let’s step up to the plate, con un sottotitolo eloquente, la più potente lobby industriale che operi a Bruxelles, assieme a big pharma, spiega senza giri di parole cosa si aspetta da Parlamento, Consiglio e Commissione: “Prevenire ulteriori perturbazioni nel mercato unico evitando la proliferazione di misure nazionali non giustificate sotto il diritto dell’Ue”. E il diritto Ue, è quello che ha previsto nel cosiddetto sistema di etichettatura armonizzato, la possibilità di assolvere alla dichiarazione d’origine con una generico “Ue e non Ue”. Che equivale in pratica a dichiarare come provenienza il “pianeta Terra”…

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L’Obesità ingrasserà “Big Pharma:” sei nuovi farmaci e un affare da 8,5 miliardi

di Corrado Fontana
Il mercato dei farmaci è in rapidissima espansione: per le imprese farmaceutiche una manna multimiliardaria. Sei molecole sono già pronte. Altre 253 sono in fase di sviluppo.
L’obesità è l’ennesimo capitolo di un sistema globale del cibo sempre più distorto. Un capitolo che, sul modello delle economie più ricche, si diffonde anche e soprattutto in Africa, nei Paesi in via di sviluppo e nelle economie in crescita (Cina in primis). E così le multinazionali del farmaco battono cassa: per loro, che sulla cura dell’obesità puntano moltissimo, le prospettive di mercato sono enormi.
L’obesità è infatti riconosciuta come una patologia cronica, con genesi spesso multifattoriale. È definita come la condizione clinica caratterizzata da…

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Marketing del Latte artificiale: “Pressioni fortissime”

Le pressioni delle multinazionali del latte artificiale e dei biberon sono fortissime ed i social network rappresentano la nuova frontiera del marketing aggressivo dei sostituti del latte materno.
Ci sono aziende, infatti, che regalano alle mamme ciucci, biberon, latte, pappe chiedendo in cambio di condividere su facebook o instagram una foto con il loro bambino che mangia o beve quel latte o quella pappa.
È quanto emerge dalla sesta edizione de il “Codice Violato”, il rapporto sulle violazioni del “Codice Internazionale OMS UNICEF” redatto ogni tre anni circa da da “Ibfan Italia” (International Baby Food Action Network), la rete di associazioni che da anni si batte contro le pratiche scorrette di commercializzazione dei sostituti del latte materno…

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È molto probabile che tu stia bevendo caffè coltivato da schiavi

di Michela Marchi
“Non tolleriamo le violazioni dei diritti dei lavoratori e abbiamo sostenuto con forza che non ci fosse posto per la schiavitù lungo la nostra filiera. Sfortunatamente, il lavoro forzato è un problema endemico del Brasile”. (Nestlé)
“Nessun commerciante di caffè può essere sicuro che lungo la catena di approvvigionamento non ci siano violazioni dei diritti umani e lavoratori ridotti in schiavitù”. Chi parla è qualche oscuro portavoce della Nestlé (non riportiamo il nome, perché non lo fa nemmeno la nostra fonte, il Guardian che riporta un impreciso “Nestlé said”), che giustifica così l’ipotesi che tra i tanti fornitori della multinazionale più conosciuta al mondo, ci sia chi sfrutta i lavoratori, riducendoli in condizioni di schiavitù. E a noi viene subito da chiederci, possibile che una forza economica, politica e sociale come sappiamo tutti essere la Nestlé, non abbia la possibilità di scegliere i propri fornitori? Di scegliere… se non di intervenire. Ma per favore…

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Il Pane che mangiamo ci sta facendo ammalare

Il pane che consumiamo oggi, non assomiglia minimamente come valore nutritivo, a quello che è stato per tanto tempo il simbolo per eccellenza della nostra alimentazione.
Il pane prodotto oggi, infatti, è una combinazione di sostanze chimiche che sono utili solo per chi lo vende e che danneggiano, invece, chi lo consuma. Ci hanno sempre raccontato che anticamente si sopravviveva a volte mangiando solo pane e cipolla, ma chi pretendesse di fare una cosa simile oggi, sarebbe un suicida. Eliminare il germe e la crusca, vuol dire far perder al pane quasi tutte le sue proteine, i grassi, le vitamine e i minerali.
Il pane che oggi portiamo sulle nostre tavole, è amido che non nutre e che, anzi, ci sovraccarica di calorie vuote e ci porta all’obesità e alla perdita di minerali. Chi non è a conoscenza che il pane bianco produce stitichezza? Quello che invece non tutti sanno, è che produce molte altre malattie tra le quali: obesità, cancro al colon, mancanza di minerali (osteoporosi, artrosi, etc.), emorroidi, colesterolo, diverticoli…

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La Bayer taglia 12.000 posti di lavoro e affronta 10.000 cause legali contro l’erbicida Roundup della Monsanto

Il gigante chimico tedesco, Bayer, è diventata la nuova Monsanto, acquistando la società nel 2018, per $ 62,5 miliardi. Ma con questa acquisizione è arrivata una carrellata di cause pendenti, così costose che Bayer dovrà licenziare circa 12.000 dei suoi dipendenti in tutto il mondo.
Come originariamente riportato dal Financial Times, la Bayer sta licenziando questo enorme numero di dipendenti, nel disperato tentativo di “riconquistare la fiducia degli investitori” per la Monsanto. Il duro colpo per la società, è stata inflitto dalla recente decisione del giudice della Corte Suprema di San Francisco, Suzanna Bolanos, che si sarebbe schierata a fovore di un uomo che ha sviluppato un linfoma a causa dell’esposizione al glifosato, il principio attivo principale dell’erbicida “Roundup” della Monsanto…

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Negli Usa arriva l’acqua artificiale: distillata, addizionata di sali e imbottigliata. Un’idea “smart” firmata Coca-Cola

di Elena Mattioli
“Glaceau Smart water” è un’acqua di rete distillata e poi addizionata di sali minerali a dosi non dichiarate, per dare un sapore perfetto e bilanciato al prodotto. È la nuova proposta firmata da The Coca-Cola Company che negli USA cerca di catturare l’attenzione di consumatori abituati a bere bibite zuccherate e poco avvezzi al sapore semplice dell’acqua minerale.

La campagna di marketing messa a punto è basata su un concetto molto diverso rispetto alle nostre abitudini di consumo. Da noi la migliore acqua è quella proveniente da fonti naturali sotterranee incontaminate, con quantità variabili di sali minerali e qualità specifiche in relazione alla composizione e alla provenienza.

La nuova bottiglia proposta da Coca-Cola, riporta in  evidenza…

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Mike Adams: ”Ci sfamano di veleno. Cibo progettato per toglierci la capacità di pensare”

Le scoperte di Mike Adams, ricercatore indipendente, sul cibo immesso nella grande distribuzione alimentare, promosso qualche tempo fa anche dall’Expo, fanno mettere le mani nei capelli.
Vi siete mai chiesti perchè in ogni prodotto alimentare che acquistiamo, semplice e comune che sia, è presente una marea di ingredienti sconosciuti alla maggior parte di noi, e per di più non necessari? Vi siete chiesti perchè, il cibo che dovrebbe sfamare il pianeta, invece di essere promosso dai contadini di tutto il mondo, i quali producono il 70% del cibo utile per il fabbisogno mondiale, viene promosso invece dalle multinazionali?
Dietro le quinte un progetto intenzionale di distruzione di massa è già in atto. Ecco le scoperte di Mike Adams nel Natural News Forensic Food Labs, sul cibo immesso nella grande distribuzione alimentare…

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