La Lotta alle “Fake News” è una Trovata del Sistema Liberticida

di Redazione Lapekoranera
Chi decide se una notizia sia da considerare vera o falsa, e se il popolo meriti o meno di essere informato su cosa progetti il potere? Queste domande se le stanno ponendo in tanti, soprattutto a seguito della campagna planetaria occidentale contro le “fake news”.
Il “sistema” ovviamente non è italiano né tedesco o Usa, il “sistema” è quel gabinetto di poteri bancari europei ed occidentali che esercita i propri desiderata tramite azioni concrete di Nato, Onu, Ue e grande speculazione finanziaria (per esempio BlackRock e Goldman varie…).
Oggi le emergenze che preoccupano il “sistema” sono di due tipi, produttive e valutarie: nelle produttive insistono le politiche d’indirizzo sanitario ed ecologista, quindi ciò che fa l’uomo comune quando lavora in campagna e in bottega artigiana, se è propenso o meno ad aggiornare vetture, frigorifero, lavatrice e televisore, ed ovviamente tutti gli strumenti tecnologici obbligatori e collegati al lavoro (computer, sistemi per scambio di dati, pos di pagamento…); quelle valutarie riguardano il risparmio dei cittadini, l’uso che fa del danaro l’uomo di strada, e per questo motivo gradirebbero l’abolizione planetaria totale del contante, così che il “sistema finanziario” possa controllare ogni mossa dei comuni cittadini, bloccando eventualmente le manovre economiche di chi non politicamente gradito…

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Il “Politicamente Corretto” al servizio delle Élites

di Saint Simon
Sommerso dalla lotta alle fake news e dai pruriti censori delle élites, il dibattito sul politicamente corretto sembra sprofondato negli abissi dell’irragionevolezza.
La radice di questi fenomeni sta nella volontà dell’élite di mantenere lo status quo, da un lato depotenziando ogni critica tramite l’adozione di parole d’ordine progressiste, politicamente corrette, e dall’altro cercando di mantenere il monopolio della narrazione mediatica con la censura (cioè la lotta alle fake news).
Ce lo ricorda questo articolo di Charles Hugh Smith su Zero Hedge, che lega l’ascesa del politicamente corretto a quella della finanziarizzazione dell’economia. E così mentre i redditi e i diritti delle classi lavoratrici si comprimono, i cosiddetti progressisti si prestano meccanicamente a manifestare la propria virtù sui social media, in un’orgia di conformismo a buon mercato. Naturalmente qui si parla di Stati Uniti, ma da noi, in Europa, che subiamo supinamente questa globalizzazione, valgono le medesime logiche e metodiche.
Ecco l’articolo di Charles Hugh Smith:…

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Ci siamo: la UE crea una rete di censori. La libertà d’opinione è in pericolo!

di Marcello Foa
È da un anno e mezzo che l’Unione europea e gli Stati Uniti preparano il terreno. E ora ci siamo: tra non molto avremo una rete di fact-checkers, naturalmente indipendenti, naturalmente rispettosi di un rigoroso codice etico e naturalmente dediti alla causa suprema: la lotta alle fake news ovvero del mostro che agita i sonni dell’establishment.
Tutto questo, in realtà, come ripeto da tempo, ha un solo scopo: legittimare l’introduzione della censura, limitare l’impatto e la diffusione di idee non mainstream, naturalmente negando che di censura si tratti.
Ma così sarà: non c’è vera democrazia quando qualcuno si arroga il diritto di decide cos’è vero e cos’è falso, e rendendo inviolabile e sacra, quella che in realtà è una pericolosissima forma di strabismo, perché si addita solo una parte del problema, le fake news veicolate dai social media, e si ignora il vero scandalo, che è rappresentato dalla manipolazione delle notizie creata all’interno dei governi, il cui impatto è infinitamente superiore.
Qualunque frottola sulla Siria, sull’Ucraina, sulla Grecia resta rigorosamente impunita, purché abbia origine dentro a un’istituzione, proprio quelle istituzioni che ora pretendono, per il nostro bene, di limitare i confini della libertà di espressione…

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