Il Lavoro e la Vita

di Giorgio Agamben
Si sente spesso elogiare la Costituzione italiana perché ha posto a suo fondamento il lavoro.
Eppure non soltanto l’etimologia del termine (labor designa in latino una pena angosciosa e una sofferenza), ma anche la sua assunzione a insegna dei campi di concentramento (“Il lavoro rende liberi” era scritto sul cancello di Auschwitz) avrebbero dovuto mettere in guardia contro una sua accezione così incautamente positiva.
Dalle pagine della Genesi, che presentano il lavoro come una punizione per il peccato di Adamo, al brano tanto spesso citato dell’Ideologia tedesca in cui Marx annunciava che nella società comunista sarebbe stato possibile, invece di lavorare, “fare oggi questa cosa, domani quell’altra, la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, così come ne viene voglia”, una sana diffidenza verso il lavoro è parte integrante della nostra tradizione culturale…

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Amazon assume manager… ma li vuole militari!

di Andrea Moizo
Lavoro o caserma? L’azienda cerca ufficiali, ex e attuali, che devono “guidare e motivare” team di cento persone nei magazzini italiani.
Ufficiali militari come capi magazzino. Per i suoi centri di distribuzione e depositi di smistamento, almeno venti in tutta la Penisola, con circa 6 mila lavoratori impiegati, la filiale italiana di Amazon ha avviato una campagna di reclutamento riservata a chi abbia nel curriculum una carriera nell’esercito, in corso o pregressa. L’annuncio spiega, mutuando una frase attribuita al fondatore Jeff Bezos, come l’azienda cerchi “leader inventivi, che pensino in grande, abbiano propensione per l’azione e il servizio al cliente, caratteristiche familiari a uomini e donne che abbiano servito il loro Paese nelle forze armate”. Fra i requisiti preferenziali c’è il comando quinquennale di unità di non meno di cento individui, il che stringe il campo agli ufficiali, da capitani e tenenti in su…

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I robot ci sostituiranno? Dal controllo elettronico al “disboscamento” degli umani

di Enrica Perucchietti
I robot ‘uccideranno’ un sacco di posti di lavoro, perché in futuro queste mansioni verranno svolte dalle macchine“.
L’allarme viene da Davos, dove Jack Ma, fondatore e principale azionista del sito di commercio on line Alibaba, ha denunciato il fatto che l’Intelligenza Artificiale è una “minaccia” per gli esseri umani e che presto i robot cancelleranno milioni di posti di lavoro, “perché in futuro queste mansioni verranno svolte dalle macchine“. Macchine che, a differenza dei lavoratori umani, non devono essere pagate, non soffrono la stanchezza, la fame o la depressione. 
Si tratta dell’ennesimo allarme sui pericoli dell’automazione che proviene da un uomo d’affari e pioniere nel campo delle nuove tecnologie: Ma, come molti nomi illustri prima di lui, si è detto preoccupato per il futuro dell’umanità. “La tecnologia“, ha spiegato, “dovrebbe sempre fare qualcosa per potenziare le capacità della gente, non diminuirle“…

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