Corsa alla Normalità

di Ghirardo Alessio
“Normale”. Quante volte sentiamo pronunciare e ripetere questa parola. Spesso dividiamo esperienze, avvenimenti, persone, caratteri… un po’ tutto, tra ciò che è normale e ciò che non lo è. Ma cosa significa essere Normale?
È un concetto o idea che ci siamo propinati socialmente, ma in realtà, io credo che ognuno di noi abbia una sua idea personale di cosa è normale e cosa non lo è. Siamo talmente invaghiti di questa parola, che spesso quando la usiamo siamo convinti di pensare tutti alla stessa cosa, crediamo di essere allineati, non ci rendiamo conto invece che, nella realtà, ognuno nella propria mente sta immaginando qualcosa di diverso, magari simile per certi aspetti ma mai uguale. Mi chiedo, ma è così importante essere normali? Comportarsi da normali? Vivere da normali?
Tutto quello che non è considerato normale, inconsapevolmente è bandito, esiliato, condannato, etichettato. Viviamo nell’illusione che il mondo sia normale, e tutto quello che va al di fuori dell’idea di normalità, è qualcosa che non dovrebbe accadere…

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Tu non sei normale!

Essere fuori dagli schemi

di Francesco Grandis
Non esiste la normalità assoluta. Se il normale è stupido, ingiusto o profondamente sbagliato, essere anormali è un dovere.
“Essere normali” vuol dire essere adattati a un insieme di regole, abitudini o convenzioni. Se questo insieme non è definito o almeno sottointeso, “normale” non vuol dire nulla.
Non esiste una normalità assoluta: per gli argentini è normale uscire alle quattro di notte, per gli inglesi è normale mettersi in coda alla fermata dell’autobus, per gli indiani è normale non rispettare le precedenze guidando, per gli italiani è normale dividere la prima portata dalla seconda.
Ogni persona potrà valutare sé stessa o le proprie scelte, solo misurandosi rispetto ad un riferimento; cambiando questo, la stessa persona potrebbe essere considerata “normale” o “strana” o “del tutto anormale” allo stesso tempo…

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