Corsa alla Normalità

di Ghirardo Alessio
“Normale”. Quante volte sentiamo pronunciare e ripetere questa parola. Spesso dividiamo esperienze, avvenimenti, persone, caratteri… un po’ tutto, tra ciò che è normale e ciò che non lo è. Ma cosa significa essere Normale?
È un concetto o idea che ci siamo propinati socialmente, ma in realtà, io credo che ognuno di noi abbia una sua idea personale di cosa è normale e cosa non lo è. Siamo talmente invaghiti di questa parola, che spesso quando la usiamo siamo convinti di pensare tutti alla stessa cosa, crediamo di essere allineati, non ci rendiamo conto invece che, nella realtà, ognuno nella propria mente sta immaginando qualcosa di diverso, magari simile per certi aspetti ma mai uguale. Mi chiedo, ma è così importante essere normali? Comportarsi da normali? Vivere da normali?
Tutto quello che non è considerato normale, inconsapevolmente è bandito, esiliato, condannato, etichettato. Viviamo nell’illusione che il mondo sia normale, e tutto quello che va al di fuori dell’idea di normalità, è qualcosa che non dovrebbe accadere…

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Il vero Iniziato si prende per il “Sacro Culo”

Ho sempre profondamente diffidato di tutti quelli che trattano temi spirituali o religiosi con aria grave e seria, girando in tondo con le mani dietro la schiena, cercando di risolvere, ad esempio, un enigma riguardo all’interpretazione di una Sacra Scrittura.
Tutti corrucciati, si incazzano terribilmente con quelli che vivono una vita dissoluta e profana, sentendosi veramente molto Prescelti a fare qualsiasi cosa con pomposità, anche andare al cesso… la Sacra Merda. 
Certo, è figo sentirsi dei Prescelti. Piace a tutti pensare che la Divinità abbia un occhio di riguardo nei nostri confronti, perché vede che siamo tutti così ligi al dovere, così impegnati, così tremendamente meditativi. Ancora un passo e ci sarà il “Kit della Santità” (aureola, fiaccola, coccarda) e una citazione sui libri disStoria. Fino alla prossima Restaurazione…

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La regola delle Gabbie Concentriche

Gabbie mentali

di Paolo Marrone
Che ci piaccia o no, viviamo all’interno di una gabbia mentale. Ma come è fatta questa gabbia? Come la costruiamo? E come possiamo uscirne? E se ti dicessi che ce ne sono tante, di gabbie, forse infinite, una dentro l’altra?
“Ti trovi all’interno di un circolo vizioso nel quale sei costantemente immerso. Credi di essere separato dal Tutto, e di conseguenza crei costantemente dal nulla un mondo duale, apparentemente separato da te, a immagine e somiglianza della tua errata credenza. Contemporaneamente osservi la tua creazione, dimenticando di esserne il creatore, cadendo nell’illusione che ciò che vedi sia la realtà. La tua osservazione rafforza le tue credenze, dandoti l’illusione di essere nel giusto, nel ritenere che ciò di cui fai esperienza

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Surfando sul Dharma

Surfando sul Dharma

di Prem Anam
Dopo la fisica quantistica, anche la ricerca nel campo delle neuroscienze è finalmente arrivata a confermare che il cervello si attiva prima che l’impulso diventi un pensiero. In altre parole, non è il cervello a produrre i pensieri, piuttosto il cervello li rileva e reagisce bioelettricamente al loro impulso.
Ciò vuol dire che io mi rendo conto di un pensiero solo alcuni millisecondi dopo che è sorto, e perciò non sono “io” a emettere pensieri, bensì i pensieri a raggiungermi. E azioni ed emozioni conseguono ai pensieri. Evitare un pensiero è quasi impossibile, così come lo è sopprimerlo. Lo si può al limite non ascoltare, ma una mente silenziosa è un traguardo che pochi raggiungono. Il punto non è ottenere il silenzio, il punto è sapere che non sono “io” a pensare. Io sono il ricettacolo dei pensieri che sorgono in “me”.
Un altro fatto è che la vita, la mia vita e la vita del mondo, è totalmente fuori dal mio controllo…

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