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Le Priorità di Davos…

di Federica Francesconi
Le priorità secondo Davos: Disinformazione, eventi meteorologici avversi e polarizzazione sociale (assunzione di posizioni estreme).
La crisi economica, che sta distruggendo il tessuto economico e sociale dei paesi europei, grazie soprattutto alle sanzioni alla Russia, quindi al divieto di acquistare gas a buon mercato, è solo sl 9° posto.
I cittadini possono pure crepare, l’importante è che continuino a credere al Ministero della Verità, che ogni giorno sforna per loro vagonate di menzogne. Un esempio? Gli eventi meteorologici avversi non sono causati dai cambiamenti climatici ma dall’incuria delle istituzioni nel tenere in buona manutenzione canali, argini, sistemi fognari ecc…

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La Sconfitta di Draghi e il Golpe di Davos

Il 29 gennaio 2022 è una data che potrebbe passare alla Storia. La mancata elezione di Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica Italiana ha del clamoroso perché era stata preparata dalle oligarchie finanziarie mondialiste da anni e costituiva uno dei punti cardine del Golpe di Davos in atto.
Immaginiamo lo sgomento di Klaus Schwab, coordinatore e animatore del Golpe, nell’apprendere la notizia. Ancora una volta l’Italia si è ritrovata a essere al centro dei destini del mondo e, ancora una volta, il suo comportamento sfuggente e ingestibile, alla italiana insomma, ha prodotto un serio imbarazzo alle oligarchie mondialiste.
L’inaudita sconfitta è stata però dovuta a un insieme di circostanze. In primis si è trattata di una sconfitta personale di Mario Draghi stesso. Il suo comportamento da “banchiere centrale”, spocchioso, irrispettoso delle prerogative del Parlamento, dittatoriale come se tutto gli fosse dovuto, ha irritato la grande maggioranza dei peones che, nel bene e nel male, quel parlamento lo compongono. La buvette della Camera era piena di commenti sarcastici all’indirizzo di presidente del Consiglio in carica additato addirittura come “nemico personale”. Per la maggioranza dei grandi elettori il motto era: “chiunque fuorché Draghi”. Con buona pace di Goldman Sachs e accoliti…

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