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I surplus commerciali della Germania: lesivi, scorretti e pericolosi

di Giuseppe Masala
L’Istituto IFO ha divulgato i dati della bilancia commerciale tedesca per l’anno 2019. Essa ha toccato quasi i 300 miliardi di dollari di surplus, che per il quarto anno consecutivo la confermano come primo Paese al mondo per surplus commerciale.
Peraltro con la differenza, non di poco conto, che la Germania è un paese di appena 80 milioni di abitanti. Laddove invece il secondo, la Cina, ed il terzo Paese, il Giappone, di questa particolare classifica, sono dei colossi demografici rispettivamente di 1,4 miliardi di persone e di 125 milioni di persone. Sottolineatura non di poco conto, visto che che il surplus pro-capite risulta, come è facile intuire, estremamente diverso.
Il punto – sulla bilancia commerciale tedesca – è il solito che da troppo tempo viene ripetuto. Un simile surplus dovrebbe portare ad un enorme rivalutazione della moneta del paese che lo detiene. Ciò, nel caso della Germania, non avviene perché ha l’euro che è una pseudo-moneta (in realtà un serpentone monetario a cambi fissi sotto mentite spoglie) regolata da trattati che impongono artificialmente austerità (o, meglio, “chemio-austerità”) depressiva sulle economie di altri Paesi facenti parte dell’unione…

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Sul MES gli accademici italiani sono autentici ingenui… o fanno finta di esserlo

di Pasquale Cicalese
Gli accademici degli ultimi 25 anni sono autentici ingenui o fanno finta di esserlo; in questo senso, l’economista Alberto Quadro Curzio la fa da padrone da decenni. Questi, sull’Huffington Post sostiene che non bisogna avere paura del MES, purché accompagnato da Eurobond.
È la famosa questione del safe asset, l’asset sicuro obbligazionario che manca a livello europeo. Ora, Quadro Curzio, Prodi, lo stesso Savona, non vogliono capire che la Germania non consentirà mai la creazione di un Eurobond, perché vuole che tutti nell’eurozona comprino il bund, il titolo di Stato tedesco, da considerarsi il più sicuro e perciò stesso unico safe asset.
Un altro safe asset è quello olandese, segue quello francese, ma solo perché la Germania lo sostiene finanziariamente, tant’è che ha un’alta percentuale di debito pubblico francese. Quello italiano è in balia delle onde e così viene strutturato in modo da convincere banche italiane e risparmiatori italiani a comprare titoli di Stato tedeschi e olandesi. Titoli di Stato che hanno rendimenti negativi, cioè compri 100 ti ridanno in un decennio 77. La gente lo sa che ci perde ma compra lo stesso perché è terrorizzata dal crollo italiano ed europeo…

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Gyorgy Matolcsy: “Dobbiamo ammettere che l’Euro è stato un errore”

Il governatore della Banca Centrale ungherese, Gyorgy Matolcsy, ha inferto un fendente micidiale contro l’architettura europea e l’Euro. In un editoriale per il Financial Times, ha sostenuto che sarebbe necessario ammettere che “la moneta unica è stata un errore”.
È giunto il momento di cercare in via definitiva un’uscita dalla trappola dell’euro. Esiste infatti un dogma profondamente nocivo, quello secondo cui l’euro sia stato il “normale” passo in avanti verso l’unificazione dell’Europa occidentale. Ma l’idea di una comune moneta europea, e la sua concretizzazione, non sono state affatto normali, dal momento che quasi nessuna delle condizioni preliminari era stata soddisfatta, al momento della sua creazione ed entrata in vigore.
Due decenni dopo il lancio dell’euro, la maggior parte dei pilastri che sarebbero stati necessari per la riuscita di una valuta che avesse successo a livello globale mancano ancora…

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Morbillo: anche in Germania vaccinare i figli sarà obbligatorio, multe salate per chi si rifiuta

Il provvedimento di legge al vaglio del Parlamento afferma che i bambini non coperti non potranno andare a scuola. Il ministro della Salute: “Obiettivo è debellare la malattia”.
Ci si vaccina, punto e basta. In Germania non si va troppo per il sottile, decidono le autorità. I genitori che rifiutano di immunizzare i loro bambini contro il morbillo vanno incontro a multe, anche salate. La sanzione può arrivare anche a 2.500 euro. Così prevede un disegno di legge federale presentato dal ministro della salute, Jens Spahn. L’obiettivo del governo è fare in modo che il provvedimento sia approvato dal Parlamento entro fine anno, così da averlo in vigore dall’1 marzo 2022.
Cosa prevede la legge

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Giappone, Germania e Italia: una Parabola comune

di Luciano Fuschini
Da tre quarti di secolo una traiettoria comune segna il percorso di tre grandi nazioni, Giappone, Germania e Italia. Si tratta di un parallelismo tanto sorprendente che meriterebbe maggiore attenzione. Sono, infatti, le potenze dell’Asse, sconfitte nella guerra mondiale.
Uscirono distrutte dal conflitto. Città sventrate dai bombardamenti a tappeto, anche con ordigni al fosforo su Germania e Giappone e con bombe atomiche sul Giappone. Ponti, strade, infrastrutture demoliti. Potenziale industriale quasi azzerato.
Ebbene, proprio quei tre Paesi nei decenni successivi furono i protagonisti di uno spettacolare “miracolo economico”, che li pose fra le maggiori potenze economiche del mondo.
In quelli che ora sono chiamati “i Trenta gloriosi”, i decenni della prosperità e dello sviluppo impetuoso, tutto il mondo che convenzionalmente chiamiamo “occidentale” fece registrare una grande crescita, ma il vero e proprio “miracolo” fu quello di Giappone, Germania e Italia…

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Come la Germania occupa le Istituzioni Europee

di Guido da Landriano
La Germania della Merkel ha un desiderio irrefrenabile e pericoloso, quello di controllare tutte le più rilevanti istituzioni europee, con tedeschi o persone che possano ricevere l’avvallo germanico.
Prima di tutto premettiamo che solitamente il capogruppo del maggior gruppo in parlamento, in questo caso il PPE, è il candidato per il posto di Presidente della commissione. In questo caso dovrebbe essere Manfred Weber, ma la sua figura è stata fortemente contestata dalla Francia di Macron, che vorrebbero candidare al suo posto il disastroso Michael Barnier.
Berlino ha risposto in modo chiaro: un veto francese ad un tedesco, corrisponde ad un veto tedesco ad un francese, con quella simpatica logica di rappresaglia che conosciamo. Questo mette in forse Weber, che non ha l’appoggio del Spd tedesco, altrimenti “Si rischia di bloccare il quadro finanziario, 2021 – 2027”, come dice Liberation, di cui la Germania è il maggior contributore. Un ricatto neppure leggero…

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L’Economia tedesca… un “Morto che cammina”!

di Tom Luongo

La Germania è decisiva per l’economia UE. Non è una novità. La novità è che l’economia tedesca sta collassando. Non rallentando… nemmeno attraversando delle turbolenze. I tedeschi sono una potenza industriale ed esportatrice. E il trend di questi due paametri è in declino da più di un anno.

La bilancia commerciale degli ultimi due trimestri è stata la peggiore dal 2016. E l’euro si è deprezzato del 13% da gennaio 2018. Questo è possibile perché gran parte delle esportazioni tedesche sono dirette agli altri paesi UE e questi sono pieni di debiti fin sopra i capelli.
Inoltre, il dato di marzo del PMI tedesco (Indice gestionale per gli acquisti manifatturieri), ben al di sotto delle attese, è stato confermato questa settimana dai numeri di aprile 2019,…

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Il nuovo “Trattato franco-tedesco” sarà firmato il 22 gennaio e sancirà l’asservimento dell’Italia

di Maurizio Blondet
Apparentemente sembra un progetto perdente: la UE cade a pezzi, la Brexit, la Francia in insurrezione, il gruppo di Visegrad, gli economisti di Berlino che parlano di una uscita dall’euro…
Ma non è affatto detto che non basti (e avanzi) per inserire l’Italia come terra subalterna e paese di spoliazione nel Progetto di metamorfosi dell’UE, che rapidissimamente stanno concludendo Macron e Angela Merkel, e che firmeranno già il 22 gennaio:  il “Trattato Franco-Tedesco” di Aix-La-Chapelle.
Questo trattato è, né più né meno, la ‘fusione’ dei due paesi e prime economie della UE, in un blocco unito. Sancisce la convergenza di Francia e Germania in politica estera, difesa, sicurezza interna ed estera, diplomazia, giustizia, polizia, politica energetica, ricerca, persino esportazione di armamenti.
Il testo del Trattato è stato pubblicato da La Tribune. Consta di 28 articoli. Vi delinea la creazione di un ‘Consiglio dei ministri franco-tedeschi’, “di un ‘Consiglio franco-tedesco di difesa e sicurezza’, di un ‘Consiglio franco-tedesco di esperti economici’ che concordano “una unità comune in vista di operazioni in paesi terzi”. “Un membro del governo di uno dei due stati, prende parte, almeno una volta a trimestre e in alternanza, ai consigli dei ministri dell’altro stato”

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CIA, Merkel e… Matrioske

di Antonello Boassa
Che l’Italia sia un Paese deprivato di sovranità politica e che il caporale Angela Merkel sia (ho paura ancora per poco) l’attuale imperatrice d’Europa – anche se, come un tempo Cesare, disdegna di sentirsi tale – credo sia cosa nota a tutti, compresi i leaders di “un volgo disperso che nome non ha”.
Ma, come in un gioco di matrioske, se Angela governa, con particolare severità e animosità, un popolo di spendaccioni e di fannulloni come quello italico, è anche vero che anch’ella non è proprio indipendente e libera di muoversi nell’esagono europeista. Come è già successo a Helmut Kohl e ai suoi successori, Angela è sotto il controllo della Cia, dell’apparato militare e politico degli States, della finanza transnazionale…

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Dichiarazione di Guerra dei tedeschi all’Italia

di Guido da Landriano
Ormai la Germania si è abituata ad utilizzare dei metodi para mafiosi, ma ultimamente siamo arrivati davvero al limite.
Sul quotidiano economico “Handelsblatt” è comparso un articolo, anonimo, nel quale si invitano i mercati a “fare giustizia” dell’Italia, praticamente un vero e proprio un appello affinché l’Italia sia ridotta alla bancarotta e quindi a chiedere aiuto all’OMT (un acronimo che sta per Outright Monetary Transactions, nome tecnico di ciò che comunemente viene chiamato “piano anti spread” o “piano salva Euro”), che dovrebbe quindi imporre l’Italia delle strettissime norme di rientro di bilancio.
Il tutto dovrebbe passare attraverso l’imposizione da parte del mercato di interessi molto alti sui titoli di stato, che da un lato si sposterebbero sull’economia reale delle aziende, e dall’altro sul bilancio dello Stato, obbligando quindi questo a rivederli completamente…

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