“Microchip sottocutaneo umano”: vorranno renderlo obbligatorio per tutti!

di Gaglione Danilo
Le tecnologie progettate specificamente per monitorare gli esseri umani sono in sviluppo da almeno due decenni. Tra queste il microchip sottocutaneo umano.
Secondo ricerche condotte su microchip umani integrati, è solo questione di tempo prima che questi sistemi raggiungano un’accettazione diffusa. In alcuni Paesi, molti già portano impiantato un microchip RFID sotto pelle, e stanno inviando un numero di 15 cifre che li identifica. Quel numero può essere letto da quello che viene chiamato uno “scanner” conforme ISO. E sono ovunque anche questi, persino nei cellulari tramite la fotocamera digitale.
La tua reazione iniziale a questa idea potrebbe essere di incredulità. In nessun modo la società accetterebbe un simile dispositivo. Perché qualcuno dovrebbe voler impiantare questo microchip sottocutaneo nel suo corpo?…

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I Demoni dell’occidente – la normalizzazione della Pedofilia

di Andrea Brizzi
La pedofilia è l’ultimo tabù di questo Occidente in lenta decomposizione, l’ultima barriera morale che i più arditi fautori del progressismo liberale cercano da anni di abbattere.
Con la scusa della consapevolezza sessuale in età prepuberale è stata portata avanti, anno dopo anno, una indiscriminata sessualizzazione dei minori. Del resto, la normalizzazione della pedofilia è una vecchia idea lanciata da molti gruppi legati alle rivolte del ’68, soprattutto in ambito anglosassone, come talpe, tali gruppi costituiti come associazioni culturali legate o all’omosessualità, o al femminismo, o alla liberalizzazione sessuale, hanno tessuto un’intricata rete di contatti, finanziamenti, documenti. Nell’ombra e nell’oscurità, come i demoni, essi sono riusciti a spingere sempre più avanti le loro abominevoli teorie…

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Siamo Rane bollite!

de “Il Simplicissimus”
Credo che sia universalmente nota la metafora della “rana bollita” di Noam Chomsky, con la quale egli intendeva mostrare come cambiamenti abbastanza lenti  e progressivi favoriscono la capacità di adattamento a situazioni deleterie, senza incontrare una reazione se non quando è troppo tardi.
La rana messa nel pentolone di acqua fredda nuota tranquilla e si trova anche meglio quando la fiamma scalda un po’ l’acqua rendendola più gradevole, ma quando la temperatura comincia a salire sempre di più e sempre più in fretta si fa strada la consapevolezza di essere in trappola, ma a questo punto la rana non ha più la forza di saltare fuori dalla pentola e muore bollita. È quello che ci sta accadendo. Siamo bolliti.
Ma la rana di Chomsky non prende in considerazione che la dimensione temporale e adattativa della cosiddetta “finestra di Overton”, per cui un’idea o un comportamento da inconcepibile diventa radicale ma possibile e via via accettabile in qualche caso, ragionevole, popolare e infine legale… ossia diventa la norma. Questa dinamica è, soprattutto, uno schema di comunicazione-persuasione con il quale si può completamente ribaltare un atteggiamento politico, una modalità sociale, un approccio ai problemi. L’importante è  che gli scopi finali e l’ideologia che li sottende rimangano nascosti dietro temi a più alto consenso e/o rassicuranti…

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“Magari muori”: la Banalizzazione della Morte come inizio di una rivoluzione dirompente

di Enzo Pennetta
Non è solo un marketing spregiudicato ma l’apertura di una nuova “Finestra di Overton” che può trasformare radicalmente le questioni sulla morte.
Da qualche tempo una insolita campagna di marketing sta cambiando il modo di proporre i servizi funebri, sta ribaltando l’approccio verso il tema della morte, che da sempre e in tutte le culture è stato affrontato nel modo più profondo e serio.Dalle piramidi egizie ai mausolei, dai dolmen megalitici alle sepolture etrusche, dal Carme 101 di Catullo ai Sepolcri di Foscolo, dalla solennità cupa e sublime della Morte di Sigfrido di Wagner a quella struggente del Requiem K 626 Lacrimosa di Mozart, da sempre la morte ha rappresentato un momento di fronte al quale tutti hanno chinato il capo in un estremo segno di rispetto, che riassume in sé il rispetto stesso per il dramma dell’esistenza umana e al tempo stesso della sua grandezza.
Il senso della morte con la sua drammaticità, ha unito in una fratellanza senza tempo tutte le popolazioni che si sono succedute in ogni luogo della Terra dalla preistoria ad oggi, mai la fine della vita è stata rappresentata in modo meno che rispettoso. Solo in un libro distopico si suggeriva che in un “Mondo nuovo” questo sarebbe stato diverso, si sarebbe dovuta cambiare la sensibilità verso la morte, si sarebbe dovuto ridicolizzare il momento estremo per far accettare la riduzione dell’esperienza umana a ciclo operativo come quello di un qualsiasi utensile…

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L’omofobia? Non c’entra nulla con gli omosessuali: è solo un trucco per limitare la libertà (di tutti)

Omofobia

Breve storia di uno psicoreato: l’omofobia da invenzione terminologica ad etichetta discriminatoria.
L’omofobo è il nemico. Come abbiamo fatto a lasciarci ingannare in questo modo? Da quando il termine “omofobia” è stato introdotto su larga scala, entrando nel linguaggio comune, le cose si sono via via fatte più chiare. Oggi sono chiarissime: l’omofobia è un trucco, nient’altro che un inganno introdotto nel contesto sociale, con un fine ben diverso da quello che vorrebbero farci credere.
Hanno preparato il terreno, per anni. Mentre le sentinelle a difesa della libertà dormivano. Adesso siamo pronti: nella percezione comune l’equazione è già impressa: “omofobo = nemico“. L’omofobo è il nemico da combattere. Nessuno sa spiegare perché o per come, ma siamo giunti a questo punto. Uscite, sperimentate voi stessi. Ditelo in pubblico, che siete omofobi. Provateci, anche per scherzo. Poi chiedetevi: ne avete visti, di omofobi? Dove sono? Cosa fanno per esistere, in quanto omofobi?…

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