Un batterio intestinale potrebbe contribuire all’Infarto

di Mara Magistroni
Un team italiano ha trovato un’associazione tra Escherichia coli e la formazione di trombi in pazienti infartuati e cardiopatici. Lo studio apre a nuove prospettive terapeutiche di cura e prevenzione.
A cosa è dovuto l’infarto del miocardio? Domanda semplice, risposta complessa. Tanti sono i fattori di rischio che contribuiscono alla formazione di trombi nelle arterie coronariche, che ostacolano l’afflusso di sangue al tessuto cardiaco. C’è la familiarità, l’obesità, il diabete, l’ipercolesterolemia e la pressione alta, nonché il fumo. Ma da oggi potremmo dover aggiungere un altro fattore all’elenco: Escherichia coli, un batterio che di norma vive nel nostro intestino. Ad avanzare l’ipotesi è un team italiano del Policlinico universitario Umberto I di Roma, che dopo 4 anni di ricerche ha pubblicato lo studio sulle pagine della rivista European Heart Journal

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Vitamina K: un’indispensabile sconosciuta

di Alessandra Spaziano
Le vitamine sono alla base del corretto funzionamento del nostro corpo. Esse aiutano le nostre cellule nelle varie attività enzimatiche e sono indispensabili per la vita stessa.
La vitamina “K” è alla base di alcuni sistemi di coagulazione, cioè quel processo che permette alle ferite di cicatrizzare e che quindi limita la perdita di sangue. Il ruolo di questa vitamina è quello di fungere da co-attivatore di alcune proteine della coagulazione, tra cui la protrombina e quelle definite “fattori VII, IX e X”. Inoltre, la vitamina K funge da attivatore della osteocalcina, una delle proteine che ha il ruolo di mineralizzare le ossa, cioè di “fissare” i minerali e il calcio di cui hanno bisogno le nostre ossa per essere sane e funzionali.
Quante vitamine K esistono?

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