• Se cerchi un libro o un prodotto BIO, prova ad entrare nel sito di un nostro partner, Macrolibrarsi, il Giardino dei Libri, sosterrai così il nostro progetto di divulgazione. Grazie, Beatrice e Mauro
    Canale Telegram

Cop27, l’Emergenza Climatica come Metodo di Governo

La nuova emergenza creata a tavolino sarà quella climatica? A Sharm El Sheik, in Egitto, la Cop27 è in corso dal 6 al 18 novembre 2022.
I leader globali si ritrovano per discutere di clima, riduzione delle emissioni di gas serra e anidride carbonica. Il paradosso è che tra gli sponsor della conferenza c’è Coca Cola: una delle aziende più responsabili dell’inquinamento dovuto all’uso eccessivo di plastica.
Durante il vertice, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha poi usato i soliti toni drammatici: “Senza un accordo per il clima, per il Pianeta sarà il suicidio”. Il presupposto è che il cambiamento climatico sia dovuto soprattutto all’attività dell’uomo.
Non tutti gli scienziati sono però d’accordo con questa tesi, ormai paragonabile a un dogma…

Vai all’articolo

Conte governa coi “Bollettini dei contagi”, la Politica è morta!

Può il “Bollettino dei contagi” sostituire il Parlamento? Se lo domanda Gianluigi Da Rold sul “Sussidiario”, dopo la decisione di Conte di prorogare lo Stato d’emergenza a causa del Covid-19 fino al 31 gennaio 2021.
“Praticamente, l’Italia resterà in questa condizione per un anno intero, unico paese in Europa”. Il 1° ottobre, il numero dei tamponi eseguiti ha battuto ogni record: oltre 115.000. Ma terapie intensive, decessi e ricoveri restano pressoché in linea con il numero dei giorni precedenti. Siamo “schiavi del bollettino”? La verità è che “ognuno dice la sua, ma Conte decide prima ancora di consultare il Parlamento”. Anche se non si tratta di un lockdown generale, scrive Da Rold, lo stato d’emergenza “mette maggiore ansia in un paese che è angosciato da altre prove che lo attendono… non solo in campo sanitario”, e inserisce un nuovo motivo di polemica “proprio mentre ci si dovrebbe unire in uno sforzo comune per affrontare quella che ormai sembra una crisi di sistema”. Da anni, ormai, la democrazia parlamentare “sembra più preoccupata di garantire un libero mercato che abbia poche regole, piuttosto che la coesione sociale e i diritti di tutti i cittadini”

Vai all’articolo