La Teoria della struttura trinitaria del Cervello

di Paolo Provenzano
Nel corso degli anni Settanta, il neurologo e neuroscienziato Paul Donald MacLean elabora una teoria evoluzionistica sul cervello e la sua struttura trinitaria, la “Triune Brain”.
Chi non ha mai detto “che stress!”? La nostra vita è una relazione a tre: il nostro Ego (ciò che crediamo di essere) il nostro Sé Superiore (la nostra essenza divina) e lo Stress!
Dato che non è possibile vivere in un mondo senza stress, la nostra reazione ad esso dovrebbe tendere a ridurne i danni. Il cervello rettiliano, la parte più antica, che risponde agli istinti primordiali attacco-fuga, offre una efficace ed antica risposta: allontanarsi dalla fonte di stress o combatterla. Le altre parti del cervello, poi, suggeriscono comportamenti alternativi alla “lotta fisica” che favoriscono l’eliminazione dello stress garantendo la conservazione della specie…

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Benvenuti nell’epoca dell’Ego-turismo: le foto delle vacanze diventano un progetto di vanità

Sono una delle sette meraviglie del mondo. Ma per molti turisti che visitano le Piramidi d’Egitto, queste antiche meraviglie rappresentano un semplice sfondo per le “vere stelle dello spettacolo”: se stessi!
Negli ultimi dieci anni, la fotografia turistica è diventata sempre più un progetto di vanità. Più che documentare luoghi spettacolari, le foto delle vacanze vengono ora utilizzate come strumenti di auto-marketing per promuovere la propria “vita ideale”.

Diventano semplicemente un’altra opportunità per esercitare l’indomabile ego moderno – almeno questo è quello che pensa Julien Lombardi, l’artista francese che ha documentato questa complessa relazione in un progetto chiamato “Ego Tour”. “Ho visitato molti luoghi turistici in tutto il mondo – monumenti, musei,

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Lezione di Umanità: “loro non vogliono essere come noi”

Loro non vogliono essere come noi!

Loro non vogliono una macchina nuova ogni tre anni…

Non vogliono una casa moderna per cui indebitarsi

e pagare le tasse per il resto della vita…

Loro non vogliono essere “educati”…

Loro non vogliono avere un lavoro…

Non vogliono essere schiavi di una sveglia.

Non vogliono ricevere ordini da un estraneo.

Non vogliono mangiare ogni giorno alla stessa ora.

Vogliono solo essere se stessi perché, a differenza di noi,

sanno ancora chi sono… e cosa vogliono.

E il modo in cui vivono è l’unico che desiderano…

L’unico per cui vale la pena lottare e morire.

Loro sono ancora qui, a reclamare la loro Libertà, dopo un vergognoso sterminio iniziato con la scoperta dell’America di Cristoforo Colombo, e che…

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Come vivere… meccanicamente!

Mangiare meccanicamente

Gilles Farcet, stretto collaboratore di Arnaud Desjardins, propone nel suo “Manuel de l’anti-sagesse” (Manuale dell’anti-saggezza) un approccio originale e divertente al cammino spirituale.
Anziché cercare di dire che cosa è un percorso spirituale autentico e come sidispiega (il contesto qui è quello dell’Adhyatma Yoga insegnato da Swami Prajanapad) si concentra su cosa esso non è, rivelando tutti i mezzi a disposizione del non-praticante che voglia assicurarsi il più totale ed eclatante fallimento, rispetto alla propria crescita e sviluppo in quanto essere umano.
Eccone uno stralcio:
Mangiare
È importante dimorare fiduciosi nel principio di divisione (n.d.t. ovviamente il principio di riferimento della tradizione di Prajnanpad è quello dell’unità e indivisione del tutto tipico del Vedanta) e quindi non portate alcuna attenzione e cura ai gesti elementari del quotidiano. A questo proposito i pasti rappresentano momenti particolarmente propizi alla non-pratica, ottime occasioni di inconsapevolezza e sparpagliamento (di sè)…

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Aspettativa, speranza, esaltazione, euforia: i demoni dove non te li aspetti

Molte facce dell'ego

di Irene Conti
L’ego ha mille e più sfaccettature. Difficile passare in rassegna tutte le sue forme e variazioni. L’ego può essere definito il nucleo di ogni sofferenza, la fonte e sorgente da cui tutte le illusioni e proiezioni hanno origine.
Vi sono alcuni “prodotti” dell’ego che sono, però, meno visibili e riconoscibili di altri. Mi riferisco, in particolare, alle emozioni e sensazioni che sorgono nella nostra mente ogniqualvolta ci apprestiamo a dare inizio ad un nuovo progetto, lanciandoci in un’iniziativa, intraprendendo una nuova esperienza di vita o di lavoro.
Quando un nostro progetto ha inizio, alcune trappole dell’ego silenziosamente “scattano” e ci mettono alla prova. Queste trappole non vengono riconosciute come tali, poiché ci sembra del tutto naturale che, con l’inizio di quel nuovo percorso di studi o di lavoro, con quel viaggio che finalmente ci apprestiamo a compiere e che abbiamo da tanto sognato, sorgano in noi emozioni di speranza, aspettativa, euforia o esaltazione…

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“Non entrerete nel Regno dei Cieli se non tornerete come bambini”

Bambini giocano felici

di Simone Boscali
È stata una piccola esperienza personale e familiare, a riconfermare ancora una volta in me che il bambino, nella sua vicinanza all’Origine, tende normalmente al Bene e che è solo l’influenza degli adulti a impiantare e alimentare in loro dei falsi ego.
Pochi giorni fa ero al lago con la famiglia e stavo vicino alla mia bambina mentre si dondolava sull’altalena senza, ovviamente, troppi pensieri se non quello di spingersi fin dove voleva e divertirsi. Poi un altro bambino che sembrava appena più grande, accompagnato dalla mamma, si è messo a giocare sull’altalena a fianco.
I due bimbi hanno iniziato a guardarsi e a sorridere e sembrava che tutto dovesse andare per il meglio, fino a che la mamma del bambino non gli ha detto “Dai che ti batte!” e poi “Su che uomo sei, che lei va più in alto di te!”. Non importa quanto la mamma stesse sorridendo o quanto stesse pronunciando alla leggera quelle parole. Il bambino all’improvviso è stato distolto dal divertimento e spronato a competere. E allora ha iniziato a spingersi sempre di più in alto, guardando continuamente dove fosse mia figlia…

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Apparenti successi e insuccessi nella vita

Successo o insuccesso?

di Marco Ferrini (Matsyavatara Dasa)
Lo sviluppo della conoscenza di sé, permette di fare un adeguato inventario interiore, di riconoscere quel che abbiamo in noi di sano ed efficiente e ciò che invece ha bisogno di essere ancora educato e sviluppato.
Possiamo così giungere ad eliminare pericolose illusioni, errori e vane presunzioni, senza però cadere nell’errore opposto di un’auto svalutazione e auto commiserazione. Svalutarsi e commiserarsi induce, infatti, a rinunciare a perfezionarsi e, soprattutto, a livello inconscio, si corre il rischio di crearsi attraverso l’auto punizione una comoda quanto sterile giustificazione.
Dunque, pentimento e correzione dovrebbero avvenire senza infliggersi pene, bensì attraverso azioni che dimostrino, anche a noi stessi, che abbiamo capito gli errori commessi e che ora stiamo agendo in maniera correttiva, concreta e costruttiva, spiritualmente evolutiva, in spirito di offerta a Dio e a beneficio di tutti…

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“Leggenda Induista della verità nascosta nell’Uomo”

Ricerca della divinità interiore

Una vecchia leggenda Visnuista, narra di un tempo in cui tutti gli uomini erano potentissimi Dei, che però a causa del loro ego smisurato, abusarono della loro Potenza Divina, al punto di spingere Brahma, capo degli Dei, a prendere la decisione di togliere loro la scintilla divina, nascondendola dove non l’avrebbero mai trovata…
A questo punto sorse un grande dilemma: quale luogo aveva la caratteristica di essere così difficile da raggiungere, da risultare di conseguenza un ottimo nascondiglio? Le altre divinità, a questo punto, vennero riunite a consiglio per valutare il problema appena insorto e, dopo aver ragionato bene sulla questione, dissero: “Seppelliremo la divinità dell’uomo in fondo alla terra”. Brahma prontamente obbiettò: “No, non basta, perché l’uomo scaverà e la troverà”. Allora gli Dei risposero: “Bene, allora affonderemo la sua forza nell’oceano più profondo”. Ma Brahma si oppose ancora: “No, perché prima o poi l’uomo esplorerà le profondità di ogni oceano e la riporterà in superficie”. Allora gli dei minori conclusero: “Non sappiamo dove nasconderla, perché sembra che non ci sia alcun posto sulla terra o nel mare, dove l’uomo non potrebbe eventualmente raggiungerla”

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Quali di questi 5 Attaccamenti bloccano la tua Libertà?

litigare rapporti dolorosi

di Paolo Babaglioni
Chi non vuole essere libero? Tutti ambiamo alla totale libertà, ma ciò che si fa fatica a capire è che in realtà siamo già liberi e lo siamo sempre stati. Qualora non ci sentissimo liberi, è perché ci siamo auto-creati delle catene mentali e ci abbiamo messo anche dei lucchetti belli grossi.
La prima causa della NON libertà è l’Attaccamento. “L’attaccamento è la radice di ogni sofferenza” (Buddha).
In questo post desidero mostrarti i 5 maggiori attaccamenti che (secondo me) ti tengono bloccato e non ti fanno sentire davvero libero. Ovviamente tutto parte da te, pertanto SOLO quando ritroverai il tuo vero potere personale e ti sentirai in totale armonia con te stesso, di riflesso arriverà anche quella magnifica sensazione di grande libertà (e di conseguenza un grande cambiamento della qualità della tua vita)…

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L’identificazione con l’io: la porta dell’inferno

Ego

di Ajad Akaam
Essere una persona, non significa pensare di dover essere scollegati dal resto dell’universo, poiché invece se ne fa completamente parte. Essere una persona, non significa creare un io assetato di potere e ricchezza incolmabili.
Essere convinti che quell’io sia davvero reale, significa accecare la coscienza e metterla al servizio di un’illusione. E le conseguenze, in questo caso, saranno catastrofiche non solo per il singolo individuo ma per tutta l’umanità.

Immaginare di essere troppo piccoli per poter partecipare al cambiamento globale a favore di una nuova umanità, significa già essere intrappolati in quell’io, significa aver già spalancato le porte dell’inferno

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