Antisemitismo: “Un trucco che funziona sempre”

di Massimo Mazzucco
Persino il grande New York Times ha dovuto chinare la testa di fronte al ricatto dell’ “antisemitismo”.

Dopo aver pubblicato la vignetta che vedete qui sopra, nella quale il presidente Trump viene ritratto al guinzaglio di un Netanyahu che lo porta a spasso a piacimento, il giornale newyorkese ha dovuto fare ammenda, ritirando la vignetta in questione.

In un annuncio dato sul loro account di Twitter, il New York Times ha scritto: “Una vignetta politica comparsa nell’edizione internazionale dello scorso fine aprile, conteneva temi antisemiti che mostravano il primo ministro di Israele con un collare con la stella di David, che faceva da cane-guida al presidente degli Stati Uniti, il quale portava lo zuccotto. L’immagine era offensiva, è stato un errore

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Ma quanto è scorretto il “Politicamente Corretto”?

di Alessio Trovato
Più ci parlano di modernità, più ci riportano al Medioevo.
Quella della Moretti che ipotizza le tendine scorrevoli per nascondere i simboli religiosi cristiani nei cimiteri, per non turbare le cerimonie delle altre confessioni religiose, sarebbe solamente da ridere e neppure varrebbe la pena commentare se fosse solo una ‘boutade’ isolata di una donna in carriera ma sull’orlo di una crisi di nervi.
Niente di preoccupante se si trattasse della ricerca di un politcally correct sterile e senza senso, fatto per contrappasso da chi come prova massima di politicamente corretto ha mostrato una dimissione da parlamentare italiano per andare ad accumulare altri privilegi da parlamentare europeo, per poi dimettersi anche da quello e passare alla raccolta anche al Consiglio regionale del Veneto. Qui farsi trovare 25 volte su 90 assente, quando lo avrebbe dovuto presenziare per discuterne la legge di stabilità, darsi perfino ammalata e farsi in ultimo beccare in vacanza a Jaipur (India), con una foto che lei stessa è andata a postare su Instagram. Talmente politicamente corretta che poi s’è meravigliata che la cosa avesse creato scandalo…

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La nausea per un Mondo “corretto”

di Marcello Veneziani
Ma quando finirà la dittatura del politicamente corretto? Passano gli anni, cambiano i governi, insorgono i popoli. Ma da Hollywood a Sanremo, dalla tv ai premi letterari, dai fatti di cronaca alla storia adattata al presente, la dominazione prosegue incurante della vita, della verità e della realtà. Il copione si ripete, all’infinito.
Serpeggia da tempo la nausea verso quella cappa asfissiante, a volte la parodia prende il posto del canone. Lo deplorano in tanti, il politically correct, persino i suoi agenti, quelli che somministrano ogni giorno i suoi sacramenti; e questo è il segno che invecchia, scricchiola, si fossilizza. Ma alla fine, la dominazione resta e il vero mistero a questo punto è l’assenza di alternative: la rabbia c’è ma non ci sono mai opzioni diverse. Eppure basta cercarle…

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