Ponte Morandi: un nuovo Pentagono?

di Massimo Mazzucco
Quando ci furono gli attentati dell’11 settembre, ci raccontarono che un Boeing 757 della American Airlines era andato a colpire il Pentagono. Poi però, stranamente, non ci hanno mai mostrato un solo video.
Dalle dozzine e dozzine di telecamere di sorveglianza presenti nella zona, non c’è stato un solo video che ci mostrasse questo Boeing che andava ad impattare sul Pentagono.
Secondo lo stesso rapporto dell’FBI, c’erano 85 telecamere che inquadravano la zona di approccio o la zona di impatto dell’aereo. Ma queste riprese sono state tutte sequestrate dall’FBI, e nessuno ce le ha mai fatte vedere.
L’unica ripresa che hanno reso pubblica è quella della telecamera di un parcheggio, dalla quale però’ l’aereo non si vede. Si vede solo una striscia di fumo che passa, con una coda che compare a un certo punto, ma l’aereo non si vede. Quindi, ci hanno dato questo contentino, ma nessuno è in grado di sapere con precisione che cosa abbia colpito il Pentagono. Giustamente, ha fatto bene a lamentarsi Michael Moore di questo fatto.
Adesso a Genova sta succedendo una cosa simile. Pare che le riprese delle telecamere del ponte siano tutte inutilizzabili. Tutte. Sentite cosa ci racconta il procuratore Cozzi al riguardo:…

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La “putrefazione” politica della Sinistra

Come regalare altri milioni di consensi e voti all’odiato “populismo”, e come al contempo riuscire nell’ardita impresa di farsi odiare visceralmente da quel “popolo” con cui non si hanno più relazioni, né umane né tantomeno politiche?
Ce lo sta mostrando in questi giorni la “sinistra”, o almeno una parte rilevante di questa, intruppatasi a difesa dei Benetton e del capitalismo privato. Le immagini e le parole nauseabonde urtano ogni sensibilità popolare, collaborando col nemico pur di salvaguardare la propria rendita intellettuale messa in crisi dal populismo di governo.

Michele Prospero (foto sotto), ad esempio, ovvero il prototipo più conseguente del baronismo universitario, legato mani e piedi al regime “democratico” post-comunista, così scrive dalle colonne del…

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Toscani, Benetton e i “Maletton”

di Marcello Veneziani
Fanno la morale e poi lucrano senza scrupoli. Sono il simbolo del capitalismo allo sfascio. E il fotografo è il loro profeta.
I Benetton non hanno prodotto solo maglioni e gestito autostrade, ma sono stati la prima fabbrica nostrana dell’ideologia global. Sono stati non solo sponsor ma anche precursori dell’alfabeto ideologico, simbolico e sentimentale della sinistra. Sono stati il ponte, è il caso di dirlo, tra gli interessi multinazionali del capitalismo global e dell’americanizzazione del pianeta, coi loro profitti e il loro marketing e i messaggi contro il razzismo, contro il sessismo, a favore della società senza frontiere, lgbt, trasgressiva e progressista.

Le loro campagne, affidate a Oliviero Toscani, hanno cercato di unire il lato choc, che…

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