Saggezza Cherokee

Si narra di un anziano Cherokee seduto davanti al tramonto con suo nipote… “Nonno perchè gli uomini combattono?”
L’anziano con gli occhi rivolti verso il sole calante del giorno, che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma: “ogni uomo prima o poi è chiamato a farlo. Per ogni uomo c’è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perchè lo scontro più feroce è quello che avviene tra due lupi”.
“Quali lupi, nonno?” chiese il ragazzo. “Quelli che ogni uomo porta dentro di sè.”
Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l’attimo di silenzio che aveva lasciato cadere tra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, l’anziano che aveva dentro di sè la saggezza del tempo, riprese con il suo tono calmo…

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E se qualcuno di noi… venisse dalle Pleiadi?

di Bisonte Che Corre (Enzo Braschi)
I Cherokee (Ani Yonwiyah) ovvero “Il popolo capo” è antico come le pietre.
“Ne ho conosciuti alcuni – biondi e con gli occhi azzurri – durante la ‘Danza del Sole’ del 1998, nella Riserva dei Lakota Sicangu di Rosebud, in Sud Dakota. Erano un padre e due figli”.
“Sembrate inglesi, scozzesi, non so… ” dissi, “ma non Cherokee”. 
I tre risero: “Veniamo da Atlantide, e prima ancora dalle Pleiadi.”
“Raccontami” dissi.
Il ragazzo spiegò: “La nostra lingua, la sua radice originaria, oggi parlata da un’esigua minoranza di ultra ottantenni, si chiama Elati. Io non la so parlare, qualcuno ancora la ricorda, ma contiamo quel qualcuno sulla punta delle dita. Si tratta di suoni crescenti e decrescenti che vengono pronunciati senza quasi muovere la bocca. Ciò che ne scaturisce possiede una bellezza e una musicalità del tutto particolari, considerato che si tratta di una lingua gutturale”

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