Sentenza Cassazione sul caso Rackete, Ammiraglio De Felice: “offesa per le Forze Armate”

La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla procura di Agrigento contro la revoca degli arresti domiciliari. Invece, secondo i giudici della Corte, la decisione fu corretta perché mancavano i requisiti necessari a giustificare la misura.
Il ricorso in Cassazione è stato promosso dai procuratori Luigi Patronaggio e Salvatore Vella, contro la revoca ordinata dal gip Alessandra Vella, che lo scorso 2 luglio decise di non convalidare gli arresti domiciliari, nonostante il decreto sicurezza bis di Salvini.
La decisione della Cassazione è stata commentata dall’ammiraglio di divisione – riserva Marina Militare – Nicola De Felice:La sentenza della Corte di Cassazione di Palermo sul caso Rackete mi lascia esterrefatto, per il mancato rispetto di precedenti sentenze emesse, dalla stessa Corte, per analoghi casi riferiti al mancato rispetto di navi da guerra della GDF. Le navi da guerra, precisa l’ammiraglio, sono responsabili dell’ordine pubblico nelle acque territoriali italiane, la decisione della Cassazione offende tutte le Forze Armate che quotidianamente mettono a rischio la vita dei propri uomini e donne in difesa degli interessi nazionali di un popolo, quello italiano, che si era dotato di un governo democraticamente eletto. Se uno Stato ad ordinamento giuridico democratico non riesce a tutelare i propri interessi nazionali, non è capace alla lunga di conservare la libertà dei suoi cittadini“…

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Greta, Carola e Olga: le tre eroine “contro il potere” ma funzionali ai Potenti

di Federica Ciampa
L’ambientalismo, l’accoglienza e il costituzionalismo all’acqua di rose: sono queste le mode del momento per l’Intellighenzia mainstream.
Queste tematiche non vengono teattate con la serietà che esse richiederebbero e, anzi, spesso, le si accompagna con un’altra molto in voga, ossia quella del femminismo contemporaneo. In questa ottica, dunque, le eroine del momento sono Greta, Carola ed Olga, che lottano contro i non meglio identificati “potenti del mondo”.
Greta Thunberg, la protettrice dell’ambiente, ha manifestatamente e più volte accusato politici e multinazionali di essere colpevoli del cambiamento climatico e di non aver fatto nulla per fermarlo, perché troppo impegnati a rincorrere il profitto. Sarà anche vero, certamente. Peccato che, a quanto pare, anche lei e la sua famiglia rincorrano qualche profitto – sebbene abbia la maschera della buona causa – vendendo libri sul tema ambientale e avendo gestito, in passato, la start-up “We Do not Have Time”

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“Giornata dei capezzoli liberi” e “Accordi di Caen”

di La Spina nel Fianco
Lo confesso nella mia condizione “politicamente scorretta” di maschio etero, sono rimasto un po’ deluso per il flop del “freenipplesday” (letteralmente “giornata dei capezzoli liberi”) promossa dalla sinistra italiana per sabato 27 luglio, ovvero la giornata in supporto alla Capitana Carola Rackete, finita nel mirino di Libero per essere andata in procura senza reggiseno.
Due attiviste di Torino Nicoletta Nobile e Giulia Trivero, avevano lanciato la singolare protesta: per solidarietà tutte le donne (di sinistra, of course…) erano state invitate a non indossare il reggiseno. Mi immaginavo un tripudio di tette al vento, che purtroppo non c’è stato, mi consola che in questo modo si è potuto (non) vedere con i propri occhi la reale consistenza del cosiddetto “partito di Carola”.
La faccenda Rackete si ingarbuglia ulteriormente, perché pare che la Capitana allergica alla biancheria intima non abbia agito da sola, e che dietro l’operazione fuorilegge condotta al timone della Sea Watch3, ci fosse la diretta regia di un’altra signora assidua frequentatrice nei suoi anni giovanili dei campi nudisti (la pratica del nudismo, d’altronde, affonda radici in remote tradizioni germaniche e fu rilanciata in grande stile un secolo fa da quel movimento nato nell’area protestante, di ritorno alla natura, denominato “Wandervögel”).
Apprendiamo dal sito di controinformazione Tedesco “Journalistenwatch.com”, che tutta l’operazione Sea Watch, è stata diretta dalla tv di stato Tedesca e di conseguenza da Rebbekah Dorothea Kasner, in arte Angela Merkel, ex impiegata della “STASI” il sevizio segreto della DDR, con il nome in codice di “IM (Inoffizieller Mitarbeiter) Erika”. Tesi avvalorata dall’ex capo dei servizi segreti della Germania Hans-Georg Maaßen, rimosso un anno fa per aver sbugiardato la cancelleria sul video fatto trapelare per denunciare la “caccia allo straniero”, dopo l’omicidio di Chemnitz…

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Quando nel ’97 il Governo Prodi fece affondare una nave albanese…

di Antonio Gabriele Fucilone
La memoria corta della Sinistra italiana… oggi parla di accoglenza ma allora…
Ma oggi la sinistra parla di “accoglienza” e difende la capitana della nave “Sea Watch 3”, la tedesca Carola Rackete. Graziano Delrio e compagni sembrano più avvezzi a dare solidarietà ai migranti clandestini che agli italiani colpiti dal sisma dell’Italia centrale e ai tanti poveri italiani in generale. La nave “Sea Watch 3” dovrebbe essere presa, sequestrata dalle nostre autorità e smantellata.
In questi giorni abbiamo visto gli esponenti del Partito Democratico e di tutta la sinistra andare a bordo della nave “Sea Watch 3” per “accogliere i migranti”. Deve essere, però, ricordato ciò che accadde nel 1997, quando una motovedetta albanese fu rubata da un gruppo criminale che praticava la tratta di esseri umani dall’Albania al nostro Paese. Il Governo di allora fece affondare la nave che forzò il blocco navale. Morirono delle persone. Il premier di allora era un certo Romano Prodi ed il governo era di centrosinistra…

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Sea Watch, “Carola ha disobbedito”: chiesta convalida di arresto

La richiesta per la comandante tedesca della nave, che forzando il blocco ha fatto sbarcare i migranti a Lampedusa, è del procuratore di Agrigento, Patronaggio. E intanto sull’asse Parigi-Berlino è scontro con Salvini.
Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, il suo vice Salvatore Vella e il pubblico ministero Gloria Andreoli, hanno chiesto ieri sera la convalida dell’arresto di Carola Rackete, comandante della nave Sea Watch. I reati contestati sono rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate…

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