Giorgetti Annuncia l’Accordo tra UE e Italia: 7 Anni di Austerità per Ridurre il Debito!

di Dario Lucisano
Meroledì 16 il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti è apparso in conferenza stampa con il viceministro Maurizio Leo per presentare i contenuti della nuova legge di bilancio e del documento programmatico di bilancio, giunto davanti alla Commissione Europea.
Chiuso il siparietto derivato dalla rottura di un bicchiere, il ministro ha iniziato subito a elencare molto sommariamente i punti fondamentali della nuova manovra, annunciando trionfalmente di aver raggiunto un accordo con l’Unione Europea per un nuovo “piano di risanamento del deficit”, della durata di sette anni.
Questo piano è in linea con il bilancio strutturale, finanziato principalmente da un contributo di circa 3,5 miliardi di euro proveniente da banche e assicurazioni, oltre a tagli alla spesa pubblica. Uniche eccezioni ai tagli, i ministeri di sanità e difesa, quest’ultima richiesta dalla NATO, dall’UE e dal “Rapporto Draghi”…

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La Patrimoniale è scritta nell’Agenda dei Globalisti. Monti, Draghi e Cottarelli sono solo esecutori

di Alberto Rovis
Da sempre ci sono politici di professione che propongono una “Patrimoniale secca” come panacea di tutti i mali. Dal loro punto di vista, tassare una tantum il patrimonio immobiliare degli italiani, permetterebbe di riequilibrare la situazione tra ricchi e poveri, a beneficio della maggioranza.
Il problema è che la patrimoniale non è efficace se applicata soltanto ai ricchi, in quanto produce entrate fiscali molto limitate. In primo luogo perché i ricchi sono pochi e la maggior parte risiede all’estero. In secondo luogo perché i ricchi sanno come spostare altrove i loro capitali quando sentono odore di patrimoniale. E sanno anche come nascondere la propria ricchezza dietro società di comodo, prestanome, enti, fondi comuni, fondi immobiliari, fondi chiusi, ONG, Onlus. Loro, o meglio, i loro consulenti e commercialisti, sanno come gira il mondo e come difendersi da ogni attacco del fisco…

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Che fine ha fatto la Sanità Pubblica?

di Andrea Scaraglino 
Di anno in anno, la sanità pubblica perde terreno rispetto alla più competitiva soluzione privata. Diventa difficile, a questo punto, capire quale sarà il destino del nostro welfare sanitario.
I dati che ci fornisce il VII rapporto Censis in merito all’accessibilità del SSN sono impietosi. Le lunghe attese per visite o prestazioni specialistiche, scoraggiano la popolazione ad usufruire della sanità pubblica. Una contrazione naturale, visto il continuo taglio della spesa statale in fatto di salute. Quest’ultimo è stimato nel 1,1% in negativo su base annua, un dato che lascia poco spazio all’immaginazione e che spiega perfettamente il ricorso al privato per chi può permetterselo e la posticipazione o, addirittura, l’abbandono delle cure mediche per i ceti meno abbienti. I primi sono aumentati del 4,2 % dal 2013 e i secondi dell’11%.
Sembra che l’art.32 della costituzione non sia mai stato scritto, cosa ne è stato della migliore sanità del vecchio mondo?…

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