Sono cresciuta nel mondo LGBT, ma avrei voluto una mamma e un papà

di Heather Barwick

La lettera aperta che qui sotto abbiamo tradotto, è apparsa qualche tempo fa su The Federalist e ha attirato moltissima attenzione negli USA, senza però arrivare sui media europei. L’autrice è Heather Barwick, una giovane donna cresciuta con due mamme, che ha voluto raccontare la sua esperienza rivolgendosi direttamente alla comunità gay, a cui è ancora molto affezionata.

Comunità gay, io sono tua figlia. Mia madre mi ha cresciuto assieme alla sua partner dello stesso sesso negli anni ’80 e ’90. Lei e mio padre sono stati sposati per un periodo, lei sapeva di essere omosessuale prima di sposarsi, ma le cose erano diverse allora. Lo lasciò quando io avevo due o tre anni perché voleva la possibilità di essere felice con qualcuno che amava veramente: una donna.

Mio padre non era un brav’uomo, non si è mai preoccupato di venire a cercarmi. Ho vissuto in una piccola casa accogliente nei sobborghi di una zona molto liberale. La partner di mia madre mi ha cresciuto come fossi sua figlia e sono stata ereditata dalla loro affiatata comunità di amici gay e lesbiche.

Ad ogni modo, sento ancora che le persone gay sono le mie persone. Ho imparato così tanto da voi. Mia avete insegnato ad essere coraggiosa, soprattutto nei momenti difficili. Mi avete insegnato empatia. Mi avete insegnato ad ascoltare. E come ballare. Mi avete insegnato a non avere paura delle cose che sono diverse. E mi avete insegnato a stare in piedi da sola, anche se questo significa isolarsi.

Sto scrivendo a voi perché sto uscendo allo scoperto: io, però, non sostengo il matrimonio gay. Ma non per le ragioni che pensate, non è perché siete gay. Vi amo tanto. È a causa della natura del rapporto dello stesso sesso. Ho sempre sostenuto il matrimonio gay, ma solo oggi con un po’ di esperienza e di distanza dalla mia infanzia, sono in grado di riflettere sulle mie esperienze e riconoscere le conseguenze a lungo termine che l’aver avuto genitori dello stesso sesso ha avuto su di me. Ed è solo ora, mentre guardo i miei figli amare ed essere amati da loro padre ogni giorno, che io posso vedere la bellezza e la saggezza del matrimonio tradizionale e della genitorialità.

Alcuni bambini che crescono all’interno di una famiglia omosessuale dicono che non gli importa non avere una madre o un padre. Che è lo stesso. Ma non lo è. Molti di noi, un sacco di vostri bambini, stanno male. L’assenza di mio padre ha creato un enorme buco in me e questa assenza mi ha fatto male. Ho amato la compagna di mia madre, ma un’altra mamma non è mai riuscita a sostituire il padre che ho perso.

Sono cresciuta circondata da donne che dicevano di non volere o aver bisogno di un uomo. Eppure, da bambina, ho disperatamente voluto un papà. È una cosa strana e confusa andare in giro con questo inestinguibile e profondo dolore per un padre, per un uomo, in una comunità che dice che gli uomini sono inutili. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentita così arrabbiata con mio padre perché non era lì con me, e poi altre volte mi sono sentita arrabbiata con me stessa per questo desiderio.

Non sto dicendo che non si può essere buoni genitori. Si può esserlo. Ne ho avuta una delle migliori. Non sto dicendo che essere cresciuti da genitori etero significa che tutto andrà bene. Sappiamo che ci sono tanti modi diversi per far crollare l’unità familiare e causare così sofferenza ai bambini: il divorzio, l’abbandono, l’infedeltà, gli abusi, la morte, ecc. Ma in generale, credo che la migliore e più efficace struttura familiare, è quella in cui i bambini vengono allevati sia dalla loro madre che dal loro padre.

Il matrimonio gay non si limita a ridefinire il matrimonio, ridefinisce anche i genitori. Promuove e normalizza una struttura familiare che necessariamente ci nega qualcosa di prezioso e fondamentale. E ci nega qualcosa di cui abbiamo bisogno e tanto desideriamo, mentre allo stesso tempo ci dice che non abbiamo bisogno di ciò che naturalmente desideriamo. Che saremo a posto. Ma noi non lo siamo… Stiamo male.

I bambini di genitori divorziati sono autorizzati a dire: “Ehi, mamma e papà, vi voglio bene, ma il divorzio mi ha schiacciato ed è stato così difficile. La mia fiducia in voi è in frantumi e mi ha fatto sentire come se fosse colpa mia. È così difficile vivere in due case diverse”. I bambini adottati sono autorizzati a dire: “Ehi, genitori adottivi, vi amo. Ma è davvero difficile per me. Soffro perché il mio rapporto con i miei genitori biologici si è rotto. Sono confuso e mi mancano, anche se non li ho mai incontrati”.

Ma i figli di genitori dello stesso sesso non hanno la stessa voce. Non sono solo io, siamo così tanti come me. Molti di noi sono troppo spaventati per parlare e raccontare il nostro male e il nostro dolore, perché ci sentiamo come se nessuno ci stesse ascoltando. Nessuno desidera ascoltarci. Se diciamo che stiamo male perché siamo stati cresciuti da genitori dello stesso sesso, siamo ignorati o etichettati come nemici.

Ma non si tratta affatto di odio. Capisco il dolore per una etichetta che viene utilizzata per diffamare. So che siete stati veramente odiati e che realmente vi hanno ferito. Ero lì anch’io, durante le marce, quando c’era chi teneva dei cartelli con scritto: “Dio odia i froci” e “L’AIDS cura l’omosessualità”. Ho pianto e mi sono voltata con rabbia proprio lì, in strada con voi. Ma noi non vi stiamo dicendo queste cose.

So che questa è una conversazione difficile. Ma dobbiamo parlarne. Se qualcuno vuole parlare di queste cose difficili, lo faccia. Voi mi avete insegnato questo.

Heather Barwick

Tratto da: The Federalist (17/03/15)

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.uccronline.it/2017/03/24/sono-cresciuta-nel-mondo-lgbt-avrei-voluto-una-mamma-e-un-papa/

UNISEX
Cancellare l'identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale
di Enrica Perucchietti, Gianluca Marletta

UniSex

Cancellare l'identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale

di Enrica Perucchietti, Gianluca Marletta

Come e perché le oligarchie mondiali vogliono imporre l'uniformità sessuale.

L'attacco all'identità sessuale, nei suoi generi maschile e femminile, rappresenta oggi il più sconcertante tentativo di manipolazione dell'essere umano messo in atto nel corso della storia.

Promossa grazie all'imponente contributo economico e politico delle più potenti lobby dell'Occidente, questa vera e propria "mutazione antropologica" viene oggi imposta attraverso i media, la cultura, lo spettacolo e le legislazioni.

In questo saggio (alla sua seconda edizione aggiornata) i due autori ripercorrono le tappe più recenti di un processo apparentemente inarrestabile, che sembra invadere ogni aspetto del vivere quotidiano: dalle origini del genderismo all'affermazione dell'omosessualismo, dalla propaganda alla manipolazione dei media, dall'attacco ai termini "madre" e "padre" all'imposizione della "cultura gay" nelle scuole, dalle connivenze della politica alla legislazione liberticida e alla repressione del dissenso, dal business degli "uteri in affitto" allo sdoganamento della pedofilia.

Grazie alla lettura di questo libro potrai comprendere perché, al giorno d'oggi, si voglia intervenire per rimodellare l'immagine stessa dell'uomo e della donna, per imporre una concezione ideologica della sessualità, lontana da qualsiasi tradizione "naturale", che scinde psiche e corpo: un processo, questo, che, negando i valori della società, è destinato a sfociare nel modello di una "umanità artificiale" tirannicamente mercificata.

Un libro inquietante e documentato, per risvegliare le coscienze di fronte all'ultima frontiera della manipolazione di massa nel mondo contemporaneo.

...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *