Siena Trasformata in un Campo di Battaglia da Orde di Extracomunitari Violenti

A Siena dopo i sanguinosi scontri di Via Pianigiani, un nuovo episodio ha sconvolto la tranquillità di Piazza delle Poste. Un gruppo di giovani senesi è stato perfino inseguito da questi delinquenti armati di machete, pronti a fare una strage. È questa l’Italia che vogliamo?

Una nazione dove gli immigrati importano violenza e paura, mentre i cittadini sono lasciati soli a difendersi da un’invasione che ci sta distruggendo?

I fatti parlano chiaro e fanno gelare il sangue. Una rissa violentissima ha coinvolto un centinaio di giovani stranieri in Piazza delle Poste, una delle zone più amate e frequentate di Siena. Bastoni, coltelli, spranghe: sembrava di essere tornati al Far West, con feriti sparsi a terra, ambulanze che correvano a sirene spiegate e passanti terrorizzati che cercavano riparo. Le forze dell’ordine sono intervenute rapidamente, ma non è bastato a fermare il caos. Molti dei violenti sono sfuggiti e si sono diretti verso la Fortezza, pronti a continuare la loro guerra. E qui la situazione è degenerata ulteriormente.

Alcuni coraggiosi ragazzi senesi, spinti dall’amore per la loro città ma forse anche da un pizzico di incoscienza, hanno deciso di seguire i fuggitivi per documentare il disastro e aiutare la polizia. La loro testimonianza è agghiacciante: “C’erano almeno 20 persone armate di machete, chiavi inglesi e bastoni, tutti tirati fuori dai cespugli circostanti. Abbiamo chiamato le forze dell’ordine e, mentre le aspettavamo, ci siamo divisi per scattare qualche foto da mandargli. Proprio in quel momento, uno di loro ha iniziato a inseguirci con un machete in mano!“.

Un machete, in pieno centro a Siena! È un’immagine che fa rabbrividire, un incubo che non avremmo mai pensato di vedere nella nostra città, simbolo di eleganza e tradizione. (Fonte: https://voxnews.org/2025/04/13/siena-extracomunitari-armati-di-machete-e-bastoni-inseguono-italiani-per-sgozzarli/)

Quanto accaduto a Siena — città-simbolo dell’eredità culturale europea, della cristianità artistica e della civiltà comunale — non è un caso isolato, né un semplice episodio di cronaca nera. È la manifestazione violenta di una strategia lucida e sistematica: la distruzione del corpo vivo della nazione attraverso l’invasione demografica mascherata da accoglienza. Non si tratta di immigrazione, ma di una colonizzazione eterodiretta, alimentata da élite sovranazionali e realizzata con la complicità di apparati interni ormai compromessi.

A invadere le nostre città non sono famiglie bisognose, non sono profughi di guerra, ma moltitudini di giovani maschi in età militare, spesso reclutati nelle carceri, che si muovono come cellule dormienti in attesa di detonare. Portano con sé non solo disagio sociale, ma aggressività strutturale, tribalismo, e un odio palese per la civiltà che li ospita. I machete in Piazza delle Poste non sono un’anomalia: sono il segnale rituale della rottura del patto sociale.

Tutto questo avviene non con la cosiddetta “sinistra” al potere, ma sotto il governo Meloni della cosiddetta “destra”, la quale si rivela in tutta la sua ambiguità. Destra e sinistra non esistono più come polarità ideologiche, ma come ingranaggi intercambiabili dello stesso meccanismo di dissoluzione, quello del potere transnazionale, tecnocratico e apolide che mira a spazzare via ogni radice culturale, ogni identità, ogni sovranità.

L’invasione è stata pianificata. È il cavallo di Troia della nuova guerra ibrida, in cui il nemico non si presenta con uniformi, ma con lo status giuridico di “migrante”. Lo scopo è trasformare il popolo in una massa disorientata, priva di punti di riferimento, impaurita e ricattabile. Siena, come molte altre città italiane, è ormai una zona rossa, un laboratorio sociale dove si sperimenta la sostituzione etnica controllata e l’instaurazione del caos permanente.

Nel silenzio colpevole dei media e con il beneplacito di istituzioni che hanno tradito la loro vocazione costituzionale, l’Italia viene progressivamente svuotata del suo popolo, della sua cultura e della sua sicurezza. Non è solo una crisi migratoria: è una strategia di occupazione antropologica e simbolica.

Serve un risveglio collettivo. Serve chiamare le cose con il loro nome: invasione, occupazione, tradimento. E serve agire. Non con slogan vuoti o proclami elettorali, ma con misure radicali: chiusura dei flussi, rimpatri immediati, bonifica dei centri urbani, eliminazione delle ONG parassitarie, e soprattutto epurazione delle istituzioni infedeli.

Se non fermiamo ora questa deriva, non sarà solo Siena a cadere. Sarà l’intero corpo della nazione, disarmato e tradito, a sprofondare nell’anarchia indotta che precede ogni forma di tirannia tecnocratica.

Svegliati, Italia. O tra pochi anni, di italiano, non rimarrà che il nome sulle mappe.

Riferimenti: https://voxnews.org/2025/04/13/siena-extracomunitari-armati-di-machete-e-bastoni-inseguono-italiani-per-sgozzarli/

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://t.me/Giovanni832 (la Verità rende liberi)

IL CODICE DELL'ANIMA

di James Hillman

Il Codice dell'Anima

di James Hillman

"Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie - anche se talvolta simili passaggi possono sembrare casuali o irragionevoli?

Se esiste, è il 'daimon', il 'demone' che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita, secondo il mito di Er raccontato da Platone. Se esiste, è ciò che si nasconde dietro parole come ""vocazione"", ""chiamata"", ""carattere"". Se esiste, è la chiave per leggere il ""codice dell'anima"", quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma che non sempre capiamo.

Dopo anni di indagini sulla psiche, che hanno fatto di lui l'autore di saggi memorabili come ""Il mito dell'analisi"" e ""Re-visione della psicologia"", James Hillmann ha voluto darci con questo libro le prove circostanziate dell'esistenza e dei modi di operare del 'daimon'. E ha scelto una via inusuale ed efficacissima, quella cioè di impiegare come esempi non oscuri che ogni lettore conosce: da Judy Garland a John Lennon e Tina Turner, da Truman Capote a Quentin Tarantino e Woody Allen, da Hannah Arendt a Richard Nixon e Henry Kissinger, da Hitler ai serial killer.

Attraverso questa profusione di storie eloquenti e paradigmatiche Hillmann è riuscito a farci capire che se la psicologia si è dimostrata incapace di spiegare le scelte più profonde che decidono la vita di tutti noi è proprio perché aveva perso contatto con il 'daimon'.

E soprattutto a farci sentire di nuovo la presenza di questo compagno segreto dal quale, più che da ogni altro elemento, la nostra vita dipende."

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