di A.B. (lantidiplomatico.it)
Gli Stati Uniti tramite Repubblica fanno arrivare gli ordini e i vicerè nostrani rispondono presente.
Ci informava nei giorni scorsi il giornale degli Elkann: “Il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan telefona a Palazzo Chigi e sollecita l’approvazione del sesto decreto di aiuti militari”.
L’atlantista Tajani oggi sul Corriere della Sera fa sapere che “Colonia Italia” è pronta. Bisogna solo superare l’ostacolo del Parlamento. “Il sesto pacchetto di difesa è ancora da perfezionare, come previsto non ci sarà alcun invio prima di un’informazione al Parlamento. Stiamo discutendo anche con i francesi per perfezionare dal punto di vista tecnico l’invio di sistemi di difesa aerea che si basano su tecnologie congiunte fra Roma e Parigi”, ha dichiarato.
La tempistica è talmente imbarazzante che il povero ministro degli esteri italiano deve precisare: “i colloqui con Washington sono costanti e normali, noi siamo un interlocutore importante, ma non si è parlato di armi”.
Peccato che non solo l’organo più vicino alla Nato (Usa) in Italia, Repubblica, ci ha dato la notizia della telefonata, ma ha fornito dettagli precisi sul contenuto: “[…] l’urgenza di nuove e più complesse forniture militari che gli alleati devono assicurare a Kiev nei prossimi mesi. Secondo fonti diplomatiche a Washington, gli Stati Uniti premono su Roma affinché fornisca al più presto lo scudo anti missile all’Ucraina, necessario per difendere Kiev. Quindi innanzitutto – confermano fonti militari – il sistema ‘Samp-T’. Una promessa avanzata informalmente a livello politico, nelle scorse settimane”. Insomma “L’invio di sistemi di difesa aerea” di cui parla Tajani.
Il 31 dicembre 2022, inoltre, è scaduto il mandato in bianco conferito da TUTTI i partiti oggi in Parlamento al governo Draghi, che ha annullato per i primi cinque decreti di invio di armi al regime di Kiev, qualunque ruolo dell’organo rappresentativo della volontà popolare e reso nei fatti il nostro paese co-belligerante contro la Russia.
La gravità è stata sintetizzata nei giorni scorsi dal ministero degli esteri del Cremlino: Mosca ha chiarito che considera l’Italia nei fatti co-belligerante al fianco di Kiev e non accetterà nessuna mediazione che venga dal nostro paese. Ora gli Stati Uniti hanno ordinato un salto di qualità: la belligeranza a tutti gli effetti. I viceré hanno risposto positivamente. Resta solo l’ “ostacolo” parlamentare.
Articolo di A.B.