Quando l’anima entra nel feto

Cosa avviene prima della nostra nascita? Quando l’anima decide di entrare nel feto?

Feto umano

Feto umano


Esiste la vita prima della nascita? Un’eminente psicologa, Helen Wambach, ha esplorato con l’aiuto dell’ipnosi, i ricordi e le esperienze vissute di 750 soggetti, uomini e donne, che hanno accettato di ricostruire e rivedere i momenti e il periodo precedenti la loro nascita. 

Ogni storia, naturalmente, ha caratteristiche individuali, ma tutte coincidono in numerosi aspetti e dettagli. Raggruppati e studiati statisticamente, i casi costituiscono una ulteriore conferma del fenomeno della reincarnazione.

Fra le migliaia di risposte alcune delle più significative sono state:

“Sì, ho scelto io di nascere. Qualcuno mi aiutò a scegliere: una voce in cui ho molta fiducia, generosa e saggia… “.

“Penso di essere stato convinto a fatica a venire al mondo: un saggio, che io rispettavo, amavo, al quale obbedivo contribuì a convincermi”.

“Ho conosciuto mia madre in un’altra vita come sorella, e mio padre in una vita diversa; conoscevo anche mio marito, i miei bambini e i miei amici…”. “Ho scelto questo periodo perché le condizioni sono favorevoli. Sono venuta ad amare”. 

NeonatoLa psicologa fornisce delle risposte interessanti riguardo alla consapevolezza dell’anima che si andrà a incarnare nel nascituro e ai sentimenti della madre.

Dai suoi studi, in cui ha analizzato 750 casi, risulta che l’89% dei soggetti afferma di non essere divenuto parte del feto o di non essersi sentito coinvolto con esso, prima del sesto mese di gestazione. Pare che in quel lasso di tempo molti soggetti riferiscono di essere entrati e usciti dal corpo fetale. Essi percepivano se stessi come coscienza adulta, in rapporto al corpo fetale visto come forma di vita meno evoluta.

Quasi tutti riferirono di essere stati consapevoli, presumibilmente attraverso un canale telepatico, delle emozioni della madre sia prima che durante la nascita.

Il 33% di queste persone affermava di non essersi uniti al feto, o di non essersi sperimentati dentro di esso, fino al momento prima della nascita o addirittura durante il processo del parto.

Ecco alcune testimonianze:

“Io me ne stavo fuori, aspettando che il corpo fosse pronto a nascere per poterci entrare. Riguardo i sentimenti di mia madre, mi sono reso conto che lei era nervosa e non era poi tanto contenta di questa nascita”.

“Io sono entrata nel feto praticamente alla fine del nono mese. Riguardo i sentimenti di mia madre subito prima della nascita, ho provato la sensazione che lei fosse indifferente. Strano… mi sono resa conto che lei stava discutendo di problemi economici con mio padre. Non sono riuscita ad avere un’immagine chiara di dove io mi trovassi prima di nascere. Mi sembra che fossi troppo confusa e mi sentivo come seccata di dovermi unire a questo feto e vivere questo ciclo”.

“Sono entrato nel feto alla nascita. Quando tu mi hai chiesto di mia madre, ho sentito che essere incinta per lei, costituiva un danno e anche che questa era, almeno in parte, la ragione per cui non mi ero attaccato al feto prima, perché non era molto gradevole”.

“Io non ero completamente entrato nel feto e riuscivo a muovermi prima di reincarnarmi in lui. Sono venuto stabilmente soltanto quando lui era pronto per nascere. Ero consapevole dell’emozione di mia madre. Lei aveva paura e anche io mi sono accorto in quel frangente del dottore, delle infermiere e di tutta la sala parto”.

“Mi sono sentita in un certo modo spaventata dalla sua crescita. Mi sono resa conto che il feto diventava sempre più grande ed era sempre più prossimo al momento della nascita, ma io sono rimasta fuori fino al momento del parto”.

“Io ci sono entrata un pochino all’inizio, quando stava cominciando a svilupparsi, ma poi mi sono staccata quando è diventato troppo ‘appiccicoso’ e non sono tornata fino a pochi attimi prima di nascere. Quando hai fatto la domanda sulle emozioni di mia madre subito prima e durante il parto, ho sentito che lei non aveva coscienza di me quando sono nata perché l’avevano addormentata. Ho captato da lei tristezza, perché il mio arrivo le induceva paura di ritrovarsi sola”.

“Io mi sono incarnato nel feto poco prima che iniziasse il travaglio. Ero consapevole dei sentimenti di mia madre e ho avvertito il suo senso materno. Lei era addormentata durante il parto e questo mi ha dato un senso di alienazione”

Fonte: http://www.coscienza-universale.com

3 commenti

  1. Ho ricordo della mia vita nel ventre materno, salti divertenti, poi periodi di noia e sonno. Sinché il luogo in cui ero è diventato troppo stretto, sensazione di soffocamento, tentativo di percorrere un canale di luce, impresa difficile, ritorno indietro ma non c’era più spazio, bisognava uscire. Paura di morire, ma certezza che fosse impossibile, sentivo delle parole incoraggianti e affettuose: era il ginecologo. Finalmente sono riuscita ad uscire. Come sono arrivata al ventre materno? Accompagnata dal mio gruppo presso due figure più alte, chiamata da loro, non volevo andare, ero incerta. Ma il mio gruppo mi diceva che dopo mi avrebbero raggiunto, e che giù gli altri mi aspettavano. Sono stata risucchiata nello spazio e mi sono ritrovato nella pancia.

  2. Ricordo anch’io! Ho 68 anni! Parto a casa una volta! Mia zia urlava perché non respiravo! Ero già cianotica! Non racconto il fatto perché vedo solo sorrisi ironici! Mia mamma ha dovuto confermare quello che non mi aveva mai detto! Ls urla della zia! Poi improvvisamente sentii il respiro e la vita!

  3. Ricordo molto bene quando sono nata..appena uscita la pelle sembrava infuocata bruciava da morire..ho sentito sollievo quando mi hanno lavata..e mi hanno messa alla luce..era forte e mi dava fastidio..tenendo gli occhi chiusi vedevo le palpebre all’interno rosse..come quando sei sdraiato al sole al mare

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