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Progetto segreto “Solar Warden”

Il Progetto “Solar Warden” è un vero e proprio mistero per noi comuni mortali. Qualcuno sostiene che esista una vera e propria Flotta Spaziale Terrestre in grado di pattugliare il Sistema Solare.

Se davvero esiste il progetto Solar Warden, richiederebbe l’utilizzo di una tecnologia decisamente molto più avanzata di quella in uso attualmente ai nostri eserciti. Tra le varie ipotesi a sostegno della tesi, la più accreditata asserisce l’uso di tecnologia da ingegneria inversa aliena.

L’astronauta Edgar Mitchell (scomparso nel 2016), il sesto uomo a mettere piede sulla luna, durante la Missione spaziale Apollo 14, fu uno dei sostenitori della tesi sull’esistenza di alieni che visitano periodicamente la Terra. Egli sosteneva che civiltà extraterrestri si trovano oltre il nostro sistema solare, e che il governo degli Stati Uniti sia in possesso di tecnologia prelevata da sistemi di ingegneria inversa aliena.

Nel 2001 e 2002 un hacker di nome Gary McKinnon (foto sopra e sotto), ha violato volontariamente computer governativi, tra cui quelli della NASA e della Marina militare. Venne accusato di intrusione illecita dentro ben 97 server militari degli Stati Uniti e della NASA.

Gary, in un’intervista a Wired, ha sempre sostenuto che il suo obbiettivo era la ricerca dell’esistenza di energia libera o free energy, ma nelle sue ricerche è incappato in scoperte a dir poco molto interessanti: “Durante i miei viaggi virtuali, ho trovato vari documenti Excel, uno conteneva una lista di nomi di ufficiali ‘Extraterrestri’, un altro documentava i vari trasferimenti da una Flotta ad un’altra”.

Gary non è riuscito a confrontare i vari nomi trovati in quell’elenco con nessun militare della marina militare statunitense, e li ha quindi classificati come “ufficiali di un altro mondo” o appartenenti ad una “Marina Spaziale”.

Gary, sempre durante l’intervista a Wired, ha raccontato che quando è stato scoperto era sul punto di visionare l’immagine di un UFO su un computer della NASA, nell’edificio 8 del “Johnson Space Center”. Alcuni mesi dopo, tuttavia, le autorità si presentarono alla porta di casa sua, nel Regno Unito, con gravissime accuse di pirateria informatica.

Tuttavia, la richiesta di estradizione del governo degli Stati Uniti è rimasta sospesa, fino a che non è decaduta. Probabilmente le informazioni che Gary era riuscito a ricavare, potè utilizzarle come leva contro l’estradizione, ma a tal proposito non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione.

Per concludere, l’esperessione “Solar Warden” si riferisce genericamente ad una flotta spaziale super segreta. Al momento non si sa con certezza a cosa sia dovuto questo nome, e neanche se realmente esista tale programma. Ciò che è certo, è che un progetto simile richiederebbe finanziamenti enormi, denaro a palate, sia per la progettazione e costruzione delle flotte, sia per mantenere tutto nel silenzio più totale.

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.nuovouniverso.it/progetto-segreto-solar-warden/

LA VIA DELL'ESPLORATORE
Il viaggio di un astronauta dell'Apollo 14 nei mondi materiali e mistici
di Edgar Mitchell

La Via dell'Esploratore

Il viaggio di un astronauta dell'Apollo 14 nei mondi materiali e mistici

di Edgar Mitchell

Il primo libro di uno dei pochissimi uomini ad aver calpestato il suolo lunare. Edgar Mitchell, astronauta dell'apollo 14, racconta il viaggio spaziale e quello che ne è seguito, più intimo, più profondo, più intenso. E' la costruzione di un modello diadico di realtà, grazie al quale scienza e religione trovano un terreno comune e si integrano, indicando all'umanità la strada per l'evoluzione.

Il 31 gennaio del 1971 l'Apollo 14 lasciò la base di Cape Kennedy e, tre giorni dopo, Edgar Mitchell e Alan Shepard camminarono sulla superficie lunare. Erano tempi audaci per l'umanità. Per Mitchell, comunque, il viaggio più straordinario non era ancora cominciato. Come venne scagliato in direzione della Terra attraverso il nero abisso tra quei due mondi, Mitchell fu avvolto da un'intensa sensazione: "Avvertii di essere connesso con l'intero l'universo".

Intuì che la sua presenza, quella dei suoi compagni astronauti, e persino quella del pianeta visibile attraverso il vetro dell'Apollo erano parte di un deliberato processo universale, e che lo stesso cosmo luccicante era, in qualche modo, cosciente. L'esperienza fu così travolgente che Mitchell capì che la sua vita non sarebbe stata più la stessa.  

La direzione che il suo lavoro prese nei seguenti venticinque anni fu un viaggio di tutt'altro genere, che l'avrebbe condotto nelle profondità dell'umano, alla scoperta dell'ineffabile mistero della coscienza e dell'esistenza.

Cresciuto in una famiglia battista conservatrice in Texas, e avendo studiato tutte le scienze più avanzate al MIT, sentì il bisogno di integrare ciò che, secondo la mentalità occidentale, è sempre stato separato e sempre lo sarà: scienza e religione. Agli inizi degli anni Settanta, Mitchell ha dunque lasciato la NASA per fondare l'Istituto di Scienze Noetiche, con il quale cominciò a condurre ricerche in quei campi fino ad allora tralasciati dalla scienza perché non corrispondenti al pensiero dominante.

Grazie al suo lavoro, è arrivato a costruire una teoria che può spiegare non solo il mistero della coscienza umana, ma anche gli eventi psichici, ciò che i religiosi chiamano "miracoli" e gli scienziati semplicemente rifiutano.

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