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Orban rilancia la battaglia contro l’immigrazione di massa

Il Primo Ministro ungherese Viktor Orban ha chiaramente invitato gli ungheresi a diffidare dal potere del Sith (termine applicato a certi personaggi dell’universo di Guerre stellari, in grado di utilizzare il Lato Oscuro della Forza) nel suo ultimo discorso sulla crisi migratoria in Europa.

Ha anche definito l’Europa centro-orientale l’ultima “zona libera dai migranti”. “Non dobbiamo mai sottovalutare il potere del lato oscuro”, ha affermato il Primo Ministro, facendo riferimento alla saga di “Star Wars”, per identificare le trame di coloro che si trovano dietro l’invasione dei migranti, aggiungendo che “non hanno una struttura solida ma reti molto estese”.

“L’Unione Europea ed alcuni dei suoi membri chiave sono stati presi in ostaggio da un impero finanziario e speculativo attraverso un’invasione orchestrata di nuovi immigrati”, ha detto Orban a Budapest lunedì, aggiungendo che questo misterioso potere finanziario si trova dietro l’ultima grande migrazione di persone che ha inondato l’Europa con milioni di migranti.

“Questo piano è stato sviluppato per rendere l’Europa un continente misto multiculturale”, ha dichiarato il Primo Ministro in occasione di un evento commemorativo per l’anniversario della rivolta anti-sovietica esplosa nel 1956 in Ungheria, aggiungendo che “solo noi siamo riusciti a sollevarci contro di esso”, riferendosi probabilmente ai governi dell’Ungheria, della Polonia, della Repubblica Ceca e della Slovacchia, che hanno preso una posizione forte contro le politiche migratorie ed hanno rifiutato di accettare le quote di rifugiati imposte da Bruxelles.

Orban ha poi definito l’Europa centro-orientale l’ultima zona “libera dai migranti” del continente. Il leader ungherese ha espresso la speranza che, agendo congiuntamente, l’Ungheria, la Polonia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia possano bloccare l’immigrazione di massa. Ha continuato dicendo che l’obiettivo finale del massiccio afflusso di migranti in Europa consiste nel privarla della sua identità cristiana e nazionale. Il primo ministro ha poi sottolineato che “l’Europa dovrebbe rimanere sicura, accogliente, civile, cristiana e libera” e dovrebbe riconquistare lo splendore che Orban ha affermato vantasse prima di abbracciare il multiculturalismo.

Le osservazioni di Orban riguardanti il “potere finanziario” dietro l’immigrazione di massa ovviamente si riferivano al miliardario americano George Soros, nato in Ungheria. Il Primo Ministro ungherese nel mese di luglio aveva già accusato Soros di voler creare un “un’Europa nuova, meticcia ed islamizzata”, ed ha ripetutamente accusato il tycoon di alimentare la crisi dei rifugiati in Europa, aggiungendo che “Bruxelles è finita sotto l’influenza di George Soros”.

Le parole di Orban sono state riprese dal Deputato ungherese Andras Aradszki, il quale ha affermato che “Soros e i suoi compagni vogliono distruggere l’indipendenza e i valori degli Stati nazionali” portando i migranti in Europa. Ha attaccato il miliardario chiamandolo “Satana” all’inizio di questo mese.

Le ultime osservazioni di Orban arrivano nel momento in cui i paesi dell’Europa centrale ed orientale operano una virata verso destra. In Austria, due partiti contrari all’immigrazione hanno raggiunto le prime due posizioni nelle elezioni parlamentari e ora si prevede che formeranno la coalizione di Governo. Solo una settimana dopo, le elezioni parlamentari in Repubblica ceca, si sono concluse con la vittoria di un movimento anti-establishment guidato da un miliardario locale, soprannominato “il Donald Trump ceco”, particolarmente noto per le sue severe critiche contro le politiche migratorie dell’UE.

La stessa Ungheria è impegnata in un’aspra battaglia con l’UE, a proposito delle quote di distribuzione dei rifugiati, insieme alla Polonia ed alla Slovacchia. La questione fu originata dalla risoluzione dell’UE adottata nel 2015 per la riallocazione di circa 160.000 rifugiati stanziati tra la Grecia e l’Italia per un periodo di due anni, dei quali solo circa 27.700 sono stati finora sistemati.

Budapest si trova ad affrontare anche la pressione esercitata sull’Ungheria per via della recinzione che copre un quarto della lunghezza dei suoi confini, progettata al culmine della crisi dei rifugiati per impedire l’afflusso di migranti e richiedenti asilo. Nonostante le ripetute critiche di molti paesi europei, l’Ungheria si rifiuta di rimuoverla e afferma che ha contribuito a ridurre il flusso di migranti del 99,7 per cento dal 2015.

Fonte originale: https://www.rt.com/news/407580-orban-migration-dark-side/

Traduzione di Giovanni Rita

Fonte: http://www.oltrelalinea.news/2017/10/26/orban-rilancia-la-battaglia-contro-limmigrazione-di-massa/

MARE MONSTRUM
Immigrazioni: bugie e tabù
di Alessio Mannino

Mare Monstrum

Immigrazioni: bugie e tabù

di Alessio Mannino

Capire cos’è realmente l’immigrazione di massa in Italia negli ultimi anni significa sbugiardare la falsificazione politicamente corretta del migrante idealizzato o demonizzato a priori, cioè dipinto alternativamente come un nemico invasore o confratello universale, quando invece è, al tempo stesso, vittima e strumento di uno scempio umano.

Un fenomeno certamente epocale viene rappresentato come destino ineluttabile e giusto in sé, mentre ha un’origine storica ben precisa: la globalizzazione finanziaria e dei mercati che attraverso l’ideologia della crescita infinita e del progresso illimitato ha colonizzato a scopi economici l’immaginario planetario, attirando in Occidente e nei Paesi globalizzati le bestie da soma dello sradicamento sociale e culturale incarnato dal Consumatore Unico Mondiale.

Ricostruendo le motivazioni di fondo delle transumanze umane, il libro tratta gli aspetti principali del fenomeno migratorio sulla base dei dati e dei fatti di cronaca emersi nell’ultimo periodo.

Una critica al falso mito dell’immigrazione come necessità irreversibile e gioiosa, sbandierata dai missionari laici del cieco buonismo e sostenuta dal calcolo utilitaristico del sistema industriale che non distingue popoli, storie e culture ma conosce soltanto le esigenze del mercato fine a se stesso.

Un’illusione strumentale, la “migrazione felice”, che nasconde il lato oscuro della desertificazione di differenze. A danno sia di chi arriva sia di chi ospita.

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