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No, la Russia Non Vuole Invadere l’Europa

di Diego Fusaro

La Russia non vuole aggredire l’Europa. E’ piuttosto l’Europa che sta cercando in tutti i modi, peraltro assai goffamente, di provocare la Russia e di portarla a un conflitto che essa non vuole affatto.

Vi è un quesito che credo andrebbe seriamente e onestamente posto, nel tempo del cogito interrotto in cui tutti calcolano e pochissimi ancora pensano. Si tratta di un quesito fondamentale, che, da solo, fa volare in frantumi la narrazione europeisticamente corretta del riarmo necessario dell’Europa: riarmo necessario dell’Europa che, lo ricordiamo, dovrebbe costare ben 800 miliardi di euro, larga parte dei quali potrebbero essere prelevati direttamente dalle tasche dei cittadini europei, secondo quanto hanno lasciato intendere nemmeno troppo obliquamente sia la vestale del neoliberismo cosmopolita, Ursula von der Leyen, sia l’unto dei mercati, l’euroinomane di Bruxelles, Mario Draghi.

Voglio così formulare la questione in maniera icastica: se davvero, come ripetono i vessilliferi del pensiero unico politicamente e bellicamente corretto, Vladimir Putin vuole invadere l’Europa, perché non l’ha già fatto e lascia anzi il tempo agli europei di riarmarsi fino ai denti? Non occorre un dottorato in scienze strategiche a Harvard per capire che sarebbe davvero un pessimo stratega quello che attendesse il riarmo integrale del suo nemico per avviare un attacco bellico già deciso.

La verità, che gli araldi del pensiero unico si guardano bene dal dire, è che la Russia di Putin non ha alcun interesse ad aggredire l’Europa: e ciò per più ragioni, anche storiche, considerato il fatto che la Russia è sempre stata aggredita dagli europei (con pessimi risultati sempre per questi ultimi) senza mai averli a propria volta aggrediti.

Soprattutto la Russia ha un territorio immenso, ricchissimo di risorse e dunque non ha davvero alcun interesse a prendersi l’Europa, che oltretutto in questa fase storica appare simile a un malato da cui è bene tenersi il più possibile a distanza (perfino Washington, con Trump, si sta notevolmente distanziando dal vecchio continente). Alla luce di quanto detto, ne segue che in realtà la Russia non vuole aggredire l’Europa, che invece sta cercando in tutti i modi, peraltro assai goffamente, di provocare la Russia e di portarla a un conflitto che essa non vuole affatto.

È chiaro che se l’Europa continuerà a provocare indegnamente la Russia, come sta facendo, mediante il supporto a oltranza a Kiev e al guitto Zelensky (l’attore Nato, nemico del suo popolo e della pace), la possibilità dello scontro reale non è da escludere: ma deve essere chiaro che lo scontro, se ci sarà, sarà responsabilità esclusiva dell’Europa e delle sue scellerate politiche belliciste, quali si sono ridicolmente manifestate nella demenziale “Piazza per l’Europa”, in cui si intonava bella ciao e intanto si inneggiava al riarmo dell’Europa, chiamando orwellianamente pace la guerra.

Articolo di Diego Fusaro

Fonte: https://www.filosofico.net/diegofusaro/no-la-russia-non-vuole-invadere-leuropa/

DEMOFOBIA
Destra e sinistra: la finta alternanza e la volontà di schiacciare il popolo
di Diego Fusaro

Demofobia

Destra e sinistra: la finta alternanza e la volontà di schiacciare il popolo

di Diego Fusaro

Il presente saggio propone una «rivoluzione spaziale» della filosofia politica.

Al governo dei Paesi occidentali si alternano partiti di destra e di sinistra, eppure nulla sembra cambiare davvero per il popolo e le sue istanze.

È ciò che Diego Fusaro chiama alternanza senza alternativa, con le fazioni della vecchia politica «egualmente sussunte sotto l’ordine neoliberale».

Quelli che un tempo erano schieramenti in lotta per due opposte visioni del mondo e dell’agire politico sono ormai le facce intercambiabili della stessa medaglia: l’agenda turbocapitalista.

La sinistra ha abdicato al suo ruolo di strumento di emancipazione globale; e, nei fatti, la destra cosiddetta sovranista non si cura minimamente del popolo sovrano. Siamo così passati dalla democrazia – il governo del popolo, nella dialettica delle sue articolazioni – alla demofobia: la paura del popolo da parte di chi gestisce monoliticamente il potere.

Oggi la «destra bluette» del denaro e la «sinistra fucsia» del costume non sono altro che le due ali dell’aquila neoliberale, parti organiche al medesimo sistema, che «si riproduce economicamente a destra, politicamente al centro e culturalmente a sinistra».

Così il partito unico del capitale e della sua omogeneità bipolare egemonizza lo spazio politico, e «dall’alto vola rapacemente verso il basso, aggredendo ceti medi e classi lavoratrici, popoli e nazioni».

Ci troviamo insomma dinanzi a una «rivoluzione spaziale» della filosofia politica, che impone la teorizzazione di una nuova geografia e di una rinnovata topografia, in cui l’asse interpretativo più utile e appropriato è appunto quello dell’opposizione alto-basso: tra le élite finanziarie globaliste e il popolo.

Comprendere la natura profonda di tale scenario è il primo passo per riportare al centro dell’agire sociale e politico il benessere dei popolazioni, la loro sovranità e identità.

In perfetto stile fusariano, questo saggio denso, lucido e provocatorio mira a porre le basi per un nuovo dibattito e a stimolare una visione critica del reale, spiegandoci come ritrovare la bussola per navigare nei marosi della politica, non solo nostrana.

"I termini destra e sinistra hanno perso il significato che avevano un tempo, e ciascuna prospettiva politica si è a suo modo svuotata."

- A. Giddens, Oltre la destra e la sinistra -

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