Lo dicono le analisi: Don, Glifosate e Cadmio presenti negli spaghetti

di Saverio De Bonis

Se le marche più blasonate e diffuse nel Paese contengono tracce di questi contaminanti, sia pur entro i limiti di legge, vuol dire che ogni italiano ne assume piccole dosi giornaliere, attraverso pasta e altri derivati del grano.

SpaghettiOrmai lo dicono le analisi, quelle vere che non mettono le stellette, come fa Altroconsumo, ma attribuiscono dei numeri reali ai contaminanti più pericolosi presenti quotidianamente sulle nostre tavole. In tutte le marche sono presenti Don, Glifosate e Cadmio entro i limiti di legge per gli adulti. Almeno due marche di pasta superano i limiti di Don per la tutela della salute dei bambini. Confermata attività di miscelazione tra grani esteri e nazionali. Solo il piombo è risultato assente dalle analisi. Dubbi sul marchio di Puglia: garantisce per davvero il 100% dell’origine del grano?

Non c’è dunque da stare tranquilli specie se si considera l’effetto combinato che queste sostanze potrebbero provocare insieme, anche a bassi dosaggi. Cosa prevede il principio di precauzione? Ci sono prove che l’effetto sinergico di più contaminanti a basse dosi non faccia danni alla salute?

Dal Test GranoSalus, almeno due marche, Divella e La Molisana, superano i limiti che la legge impone per i bambini sul DON. Ma la coo-presenza di Don, Glifosate e Cadmio negli spaghetti Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia, rivela un’attività di miscelazione tra grani esteri e grani nazionali, vietata dai regolamenti comunitari.

I grani duri del Sud non dovrebbero presentare queste sostanze pericolose! Il condizionale è d’obbligo, perché se un marchio come Granoro 100% Puglia presenta tracce di questi contaminanti, beh, c’è qualcosa che non funziona nel disciplinare della Regione Puglia che ha concesso in licenza d’uso il marchio alla ditta Granoro e negli stessi controlli della Regione.

La prassi di miscelare grani contaminati con grani privi di contaminazione, al fine di ottenere partite mediamente contaminate (sia pur entro i limiti di legge), è vietata dall’Europa.

Il Reg. CE 1881/2006 al comma 2 dell’art 3 prevede che: “I prodotti alimentari conformi ai tenori massimi di cui all’allegato non possono essere miscelati con prodotti alimentari in cui tali tenori massimi siano superati”. Tale divieto opera anche nei confronti della detossificazione. Il comma 3 dell’art 3 recita: “I prodotti alimentari da sottoporre a cernita o ad altri trattamenti fisici per abbassare il livello di contaminazione non possono essere miscelati con prodotti alimentari destinati al consumo umano diretto, né con prodotti alimentari destinati a essere impiegati come ingredienti alimentari”.

Ecco la prima tabella delle analisi realizzate da GranoSalus, presso primari laboratori europei accreditati, che dimostra quanto sia ancora lontana una ‘politica zero residui’ da parte dell’industria italiana. Con la raccolta fondi avviata dalla nostra associazione realizzeremo altre analisi su altri contaminanti. (Ecco perché è necessario sostenere GranoSalus)

analisi realizzate da GranoSalusLe analisi sono state effettuate sugli spaghetti.

-Barilla & Voiello. La pasta Barilla e la pasta Voiello, che sono due paste dello stesso gruppo, presentano, rispettivamente, per ciò che riguarda la micotossina DON 161 ppb (parti per miliardo) e 180 ppb. Per ciò che riguarda il Glifosate – sempre con riferimento alla Barilla e alla Voiello – presentano, rispettivamente, 0,102 milligrammi per chilogrammo e 0,050 milligrammi per chilogrammo. Per ciò che riguarda il Cadmio – ancora con riferimento alla Barilla e alla Voiello – presentano 0,032 milligrammi di Cadmio per chilogrammo e 0,036 sempre di questo metallo pesante. Il piombo, per fortuna, non è presente. Questo significa che Barilla e Voiello utilizzano grani duri esteri, anche se Voiello dichiara di utilizzare solo grani italiani (varietà Aureo e Svevo).

-De Cecco. Gli spaghetti della De Cecco presentano 80 ppb di micotossine DON, 0,052 milligrammi per chilogrammo di glifosate e 0,042 milligrammi per chilogrammo di Cadmio. Anche la De Cecco utilizza grano duro straniero.

-Divella. Gli spaghetti Divella presentano 381 ppb di micotossine DON, 0,110 milligrammi per chilogrammo di glifosate e 0,044 milligrammi per chilogrammo di Cadmio. Anche la Divella usa grano duro estero e questi spaghetti sono fuori norma per i bambini.

-Garofalo. Gli spaghetti della Garofalo presentano 199 ppb di micotossine DON, 0,062 milligrammi per chilogrammo di glifosate e 0,021 milligrammi per chilogrammo di Cadmio. Anche la Garofalo acquista grano duro estero.

-La Molisana. Gli spaghetti de La Molisana presentano 253 ppb di DON, 0,033 milligrammi per chilogrammo di glifosate e 0,035 di Cadmio. Anche la Molisana acquista grano duro estero e si presenta fuori norma per l’alimentazione dei bambini.

-Spaghetti a marchio Coop. Questi spaghetti presentano 128 ppb di micotossine DON, 0,013 di glifosate e 0,027 di Cadmio. Stessa musica: anche la catena di distribuzione Coop si fa preparare la pasta fatta con grano duro estero.

-Granoro 100% Puglia. Anche questa pasta presenta 99 ppb di micotossine DON, 0,039 di glifosate e 0,018 di Cadmio. Come sopra: anche questa pasta si sospetta sia fatta con l’aggiunta di grano duro estero.

Ma cosa sono questi contaminanti?

Il DON

È un composto tossico prodotto da alcuni funghi appartenenti al genere Fusarium. In particolari condizioni ambientali, quando la temperatura e l’umidità sono favorevoli, questo fungo può produrre micotossine. Avviene nel Canada e in tutte quegli areali umidi al di sopra del 45° parallelo, dove non ci sono le condizioni naturali per la coltivazione del grano duro. Infatti, questa micotossina entra nella filiera alimentar, attraverso grano contaminato quasi sempre di provenienza estera. La presenza di DON negli alimenti e nei mangimi può essere nociva per la salute umana e degli animali, poiché può causare effetti diversi di vario tipo. Secondo lo IARC, il Don è stato catalogato a livello 2B come probabile sostanza cangerogena.

Di solito la pasta realizzata esclusivamente con i grani del Sud è priva di questa micotossina, grazie alle condizioni climatiche seccagne. Mentre dai dati forniti dalla U.S. Weath Associates oltre il 50% del grano (CWAD Canadese) prodotto nel 2016, ha un livello di DON pari a 4700 ppb e dai dati forniti dal Canadian Grain Commission circa il 73,6% del loro grano (CWAD N° 3) presenta danni da fusarium.

Il Glifosate o glifosato

È uno degli erbicidi disseccanti più diffuso al mondo. Il glifosato viene ampiamente usato in preraccolta negli USA e Canada nelle coltivazioni di grano duro, per favorirne la maturazione artificiale, con conseguente presenza di residui nel grano raccolto e nelle farine che ne derivano.

La legislazione europea dal mese di agosto 2016, vieta l’uso di glifosato in pre-raccolta per il grano duro, ma dal Test GranoSalus emerge la presenza di Glifosate nella pasta, a dimostrazione che il divieto operante in Italia viene bypassato dai pastifici, ricorrendo alla miscelazione con grani contaminati extra-Ue, di cui si celebrano solo gli aspetti reologici (tenori proteici, indice di glutine, indice di giallo, etc).

Di solito, la pasta realizzata esclusivamente con i grani del Sud è priva di questo erbicida, grazie alle condizioni climatiche seccagne, che fanno maturare naturalmente il nostro grano. L’Agenzia per la ricerca sul cancro IARC (OMS) di Lione ha classificato il principio attivo come un “probabile cangerogeno per l’uomo”.

Il Cadmio

Il cadmio è un metallo pesante che penetra nell’ambiente sia da fonti naturali, come le emissioni vulcaniche e l’erosione delle rocce, sia dalle attività industriali e agricole. Si trova nell’aria, nel suolo e nell’acqua e, in un secondo tempo, può accumularsi nelle piante e negli animali. Il cadmio è tossico innanzitutto per i reni, ma può causare anche demineralizzazione ossea ed è stato classificato come cancerogeno per gli esseri umani dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro[1]. Gli alimenti rappresentano la principale fonte di esposizione al cadmio per la popolazione di non fumatori. Cereali e prodotti a base di cereali, verdure, noci e legumi, radici amidacee e patate, come pure carne e prodotti a base di carne sono quelli che contribuiscono maggiormente all’esposizione umana. Alti livelli sono stati riscontrati anche in altri alimenti (ad es. alghe, pesci e frutti di mare, integratori alimentari, funghi e cioccolato), ma siccome essi vengono consumati in minor quantità, non vengono considerati fonti importanti di esposizione.

Il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha ridotto la dose settimanale ammissibile (TWI)[2] per il cadmio a 2,5 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo (µg/kg pc), basandosi sull’analisi di nuovi dati. Il TWI è la dose alla quale non sono previsti effetti avversi.

Da dove arriva il grano contaminato?

Il Canada, grazie al Canada Grain Act (CGA) e alla Canadian Grain Commission (CGC), che riporta direttamente al Ministero dell’Agricoltura, ha sviluppato una legislazione e una politica strutturale per coltivare ed esportare grano duro ed altri cereali, gestendo così l’offerta a livello mondiale. Il Canada consapevole delle probabili difficoltà, in termini qualitativi-sanitari, ha investito sia in logistica che in altri servizi aggiuntivi, per supportare quello che possiamo definire un vero e proprio sistema commerciale, liberalizzato in parte solo da pochi anni, e teso ad esportare nel mondo cereali con seri problemi per la salute pubblica.

La Commissione stabilisce qualità e standard del grano; regola la manipolazione, il trasporto e lo stoccaggio di grano in Canada; fornisce servizi di protezione al produttore e intraprende iniziative di ricerca sul grano e sui prodotti derivati. Del resto, sono gli stessi dati doganali a confermare che da questo Paese arriva nei nostri porti solo grano scadente.

Un consiglio per stare più tranquilli? Acquistare solo Pasta Biologica certificata preferibilmente integrale, nella cui etichetta ci sia scritto “Agricoltura Italia”.

[1] IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), 1993. Berillio, cadmio, mercurio ed esposizioni nell’industria vetraria. Monografie IARC sulla valutazione del rischio carcinogenico delle sostanze chimiche per l’uomo, vol. 58. Lione, Francia, pag 444.

[2] Il livello tollerabile di assunzione settimanale (TWI) è il quantitativo di una determinata sostanza che può essere consumato ogni settimana, per tutto l’arco della vita, senza provocare effetti apprezzabili sulla salute dei consumatori. Nel 1988 il comitato congiunto FAO/OMS di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) aveva fissato un TWI provvisorio per il cadmio di 7 µg/kg pc.

Articolo di Saverio De Bonis

Fonte: http://www.granosalus.com/2017/02/26/lo-dicono-le-analisi-don-glifosate-e-cadmio-presenti-negli-spaghetti/

Ecco di seguito alcune repliche di alcune delle aziende prese in causa

In molti hanno sostenuto si tratti di accuse molto gravi e i produttori oggi hanno cominciato a rispondere. Granoro, La Molisana, e ovviamente la AIDEPI, Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, parlano di una “ennesima azione denigratoria verso la pasta e i produttori italiani che nasce sulla rete con la sola finalità di creare allarmismo e disinformazione”.

Solo considerando il glifosato, nella misura trovata dalle analisi di Grano Salus, non sarebbe possibile superare i limiti di sicurezza stabiliti dalle autorità sanitarie neppure mangiando 300 kg di pasta al giorno: oltre 20 volte la pasta che consumiamo in media in un anno. Esistono leggi a tutela dei cittadini e le analisi si dovrebbero fare per scoprire chi supera i limiti imposti dalle legge, non per fare un processo mediatico a chi invece produce nel pieno rispetto delle norme. L’EFSA stabilisce limiti precauzionali molto restrittivi, addirittura 100 volte inferiori al livello più basso al di sotto del quale non si hanno riscontri di effetti negativi”.

Quanto alla presenza di fitofarmaci, tossine e metalli pesanti, inoltre, dicono dalla AIDEPI, non è escluso che tracce delle sostanze citate possano trovarsi in grani italiani e del sud Italia. Si sottolinea, in buona sostanza, una totale conformità dell’industria della pasta italiana alla legge europea.

“Possiamo assicurare con la massima serenità che il grano utilizzato nella produzione della Pasta Granoro Dedicato 100% Puglia è ottenuto da filiera costituita da operatori esclusivamente pugliesi”. È quanto affermano il Pastificio Granoro, la Cooperativa Fracoltivatori di Apricena e il Molino De Vita di Casalnuovo Monterotaro. “Non è escluso che tracce delle sostanze citate possano trovarsi in grani italiani e pugliesi (il glifosato non è attualmente vietato in tutta la UE: vedi Regolamento UE 2016/1056 del 29/06/16, Regolamento UE di esecuzione 2016/1313 del 01/08/16 e relativi atti e decreti ministeriali collegati e conseguenti)”.

La replica de La Molisana: “Siamo mugnai dal 1910 e abbiamo costruito una solida reputazione nella selezione dei grani duri più pregiati in Italia e all’estero, nella consapevolezza che una pasta eccellente nasce sempre da un mix di grani di qualità superiore, perfettamente salubri, con caratteristiche chimico-fisiche diverse e complementari. Ci teniamo a sottolineare che siamo fortemente motivati a tutelare produttività e redditività colturale e a recuperare l’agro-biodiversità italiana. Per questo abbiamo siglato contratti di filiera con oltre 600 produttori del Molise e della Puglia, per l’acquisto di 11.000 tonnellate del seme di grano duro Maestà“.

Anche il Gruppo Barilla contesta Grano Salus, parlando di gravi inesattezze riportate che ledono la reputazione del più grande produttore di pasta al mondo e di tutta la categoria dei pastai italiani” Barilla precisa inoltre che non è stata contattata da Grano Salus in alcun modo. E, in assenza di informazioni sul campionamento e la metodologia di utilizzata per il test, nutre grandi dubbi sulla loro attendibilità.

Grano Salus sostiene che la presenza di minime tracce di contaminanti, ben al di sotto dei limiti di legge, riscontrata nei campioni di pasta Barilla e Voiello, sia indice del fatto che anche Voiello, oltre al marchio Barilla, utilizza grani duri esteri. Questa affermazione è falsa. La pasta Voiello è realizzata solo con grano duro Aureo, 100% italiano. Questa varietà possiede un’altissima qualità pastificatoria garantendo quell’eccellenza dei parametri tecnologici come contenuto proteico, pari al 15,5% e forza del glutine,che la caratterizzano come Top Quality”, rivendica il famoso produttore di pasta.

Così anche ITALMOPA, Associazione Industriali Mugnai d’Italia, che rappresenta, in via esclusiva, l’Industria molitoria italiana, nei due comparti del frumento tenero e del frumento duro, dice: “[…] I costanti e severi controlli, sia da parte delle competenti Autorità di vigilanza, sia da parte delle stesse Aziende molitorie utilizzatrici, nell’ambito dei piani di autocontrollo, garantiscono la piena rispondenza del prodotto importato alle normative nazionali e comunitarie, nell’ottica del fine primario della tutela della salute del consumatore.

È falsa, e pertanto inaccettabile, anche l’affermazione secondo cui si ricorrerebbe alla miscelazione tra il frumento di importazione – in particolare proveniente dal Canada – e il frumento nazionale per abbassare il livello di contaminanti (micotossine) in esso presenti, e questo al fine di farlo rientrare nei limiti previsti dalla normativa comunitaria“.

E la COOP: “La pasta a marchio Coop è sicura, i parametri esaminati sono ampiamente entro i limiti di legge e per quanto riguarda l’origine della materia prima, Coop la dichiara apertamente. Quanto scritto dall’associazione Granosalus produce un allarme ingiustificato e gratuito. […] Per il campione a marchio Coop, i valori riportati, per tutti e tre i parametri, sono abbondantemente entro i limiti di legge e di quelli di capitolato Coop che sono più restrittivi“.

Fonte: https://www.greenme.it/consumare/sai-cosa-compri/23121-grano-salus-pasta-italiana-micotossine

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