Le origini naziste della NATO

di Misión Verdad – Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

La ricapitolazione delle origini naziste di questa organizzazione transatlantica, spiega ciò che molti altri analisti militari hanno a lungo pensato: che il nazismo in Europa è ormai storicamente manifesto nell’attuale struttura della NATO.

Potete trovare facilmente sul web la storia delle cosidette “ratline” (sentieri dei ratti) e di come il Vaticano partecipò alla sua logistica. Consisteva in una serie di vie, punti di transizione e di destinazione, per alcuni personaggi nazisti che il governo degli Stati Uniti assunse, che facilitarono il loro reclutamento attraverso la clandestinità. Da qui il riferimento ai ratti.

Il Reich cercò nella seconda guerra mondiale di sconfiggere l’Unione Sovietica. Come sappiamo, non ci riuscì, ma alti comandanti militari nazisti furono riciclati nella struttura della principale coalizione transatlantica guidata dagli Stati Uniti contro il blocco sovietico.

Di seguito sono riportati brevi profili dei vari ufficiali che sono passati da essere nazisti a diventare importanti ufficiali militari dell’Organizzazione Nord Atlantica (NATO).

misionverdad natonazi 02Adolf Heusinger salì alle più alte gerarchie militari del Terzo Reich. Divenuto capo di stato maggiore nel 1944 per un breve periodo, fu poi declassato al comando della divisione cartografica per una possibile collaborazione con l’attentato contro Hitler. Fu coinvolto nei piani nazisti di invasione della Polonia, della Norvegia, della Danimarca e della Francia.

La sua storia è la più interessante di questa lista di ufficiali, dal momento che dopo la guerra divenne una spia per la CIA; è stato militare durante il governo di Konrad Adenauer tra il 1957 e il 1961 nella Repubblica Federale di Germania, poi ha assunto la presidenza del Comitato Militare della NATO, la carica più alta nell’organizzazione fino al 1964.

Hans Speidel (foto sotto) era un ex luogotenente generale nazista e il capo di stato maggiore di uno dei più importanti marescialli di campo, Erwin Rommel. In seguito si è unito all’esercito tedesco di Adenauer come consigliere e ha curato il consolidamento dell’integrazione della Bundeswehr (forze armate tedesche) nella NATO. Successivamente è stato nominato comandante supremo delle forze di terra alleate della NATO nell’Europa centrale tra il 1957 e il 1963.

Johannes Steinhoff fu uno dei piloti più audaci dell’aviazione militare nazista. Il suo record di 176 aerei nemici abbattuti, la sua esperienza di 993 missioni durante la sua carriera come pilota di caccia, colpito solo 12 volte e salvato una sola volta, gli valse la decorazione più importante del Terzo Reich durante la guerra: la Croce del Cavaliere della Croce di Ferro. Steinhoff è stato capo di Stato maggiore e comandante delle forze aeree alleate dell’Europa centrale (1965-1966), capo di Stato maggiore della Luftwaffe Bundeswehr [1] (1966-1970) e successivamente presidente del Comitato militare della NATO (1971-1974).

Johann von Kielmansegg era un ufficiale del Gabinetto Generale del Comando Supremo dell’esercito nazista, attraverso il quale divenne colonnello e comandò diversi reggimenti sul campo. Dopo la guerra, fu incorporato nella marina tedesca e promosso a Generale di brigata, prima di salire ai più alti incarichi NATO, come comandante in capo delle forze speciali in Europa centrale nel 1967.

Jürgen Bennecke faceva parte dello stato maggiore del gruppo centrale nazista dell’esercito. Fu promosso generale durante la formazione dell’esercito tedesco dopo la guerra e dal 1968 al 1973 fu comandante in capo del Comando delle Forze Alleate della NATO nell’Europa Centrale.

Ernst Ferber divenne tenente colonnello dello Stato Maggiore della Wehrmacht e fu decorato con la Croce di Ferro di prima classe. Col tempo, dopo il suo reclutamento nel dopoguerra, è diventato comandante in capo delle forze alleate dell’Europa centrale della NATO tra il 1973 e il 1975.

Karl Schnell (General) fu maggiore e primo ufficiale dello Stato Maggiore di importanti corpi e divisioni sul campo e ricevette la Croce di Ferro di seconda classe. Ha poi studiato amministrazione aziendale ed è diventato luogotenente generale, prima di sostituire il generale Ferber come comandante in capo delle forze alleate dell’Europa centrale della NATO tra il 1975 e il 1977.

Franz-Joseph Schulze era un tenente che servì l’aviazione nazista come capo reggimento e ricevette la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro per i suoi sforzi. Nella Germania del dopoguerra, è salito al rango di generale e più tardi è stato comandante in capo delle forze alleate dell’Europa centrale della NATO dal 1977 al 1979.

Ferdinando von Senger und Etterlin combatté come tenente durante l’invasione nazista dell’Unione Sovietica (Operazione Barbarossa) e partecipò anche alla battaglia di Stalingrado, una delle più importanti durante la Seconda Guerra Mondiale ed una delle più difficili per gli Alleati.

Tra le tre decorazioni più importanti c’è la Croce Tedesca in Oro. Alla fine della guerra servì come complemento all’Alto Comando della Marina del Terzo Reich. In seguito ha comandato diversi battaglioni di carri armati e nel corso degli anni è diventato generale e comandante in capo delle forze alleate centro europee della NATO tra il 1979 e il 1983.

Tutti questi ufficiali nazisti hanno diverse cose in comune, tra cui l’aver scritto e pubblicato alcuni libri sulle loro esperienze dalla parte nazista durante la seconda guerra mondiale, essere stati catturati (la maggior parte di loro) da personale militare statunitense e successivamente avere offerto i propri servizi militari per l’ordine della struttura più importante che ha affrontato i sovietici e la loro sfera d’influenza sul suolo europeo, durante gli anni della guerra fredda.

L’obiettivo principale della Germania nazista era quello di distruggere il progetto sovietico, come ha fatto la NATO fino alla caduta del muro di Berlino. Per questo ufficiali nazisti con esperienza sul campo di battaglia europeo e conoscenza delle successive tattiche di combattimento che la NATO avrebbe usato contro la Jugoslavia e la Libia, per citare due casi, furono reclutati dalle élite statunitense e tedesca per svolgere, ancora una volta, l’operazione Barbarossa attraverso canali più sottili e con la stessa foga ideologica.

Così come l’Organizzazione di Gehlen [2] fu attivata dagli Stati Uniti e dalla Germania Federale nel dopoguerra attraverso le reti di intelligence e spionaggio dei nazisti nell’Europa dell’Est, gli stessi funzionari che ebbero successo durante le campagne militari, furono riattivati per svolgere un ruolo commisurato ai loro tempi e interessi.

La ricapitolazione delle origini naziste di questa organizzazione transatlantica, spiega ciò che molti altri analisti militari hanno a lungo pensato: che il nazismo in Europa è ormai storicamente manifesto nell’attuale struttura della NATO. Il sogno di Hitler si realizza oggi e punta direttamente alla Russia e al progetto eurasiatico.

Note:

[1] aeronautica militare tedesca
[2] Reinhard Gehlen fu a capo dei servizi segreti nazisti sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale

di Misión Verdad – Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Fonte: http://www.marx21.it/index.php/internazionale/pace-e-guerra/28958-le-origini-naziste-della-nato

LA GLOBALIZZAZIONE DELLA NATO
Guerre imperialiste e globalizzazioni armate
di Mahdi Darius Nazemroaya

La Globalizzazione della Nato

Guerre imperialiste e globalizzazioni armate

di Mahdi Darius Nazemroaya

"Questo libro è obbligatorio da leggere per coloro che si sono impegnati a invertire la rotta della guerra e della conquista imperialista da parte della più imponente macchina bellica del mondo" Michel Chossudovsky - Direttore del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione

Originata dalla Guerra Fredda, l’esistenza della North Atlantic Treaty Organization era giustificata quale argine di difesa nei confronti di ogni minaccia sovietica nei confronti dell’Europa Occidentale.

Tale ragion d’essere è da lungo tempo svanita con il collasso dell’Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda. Nonostante ciò la NATO ha continuato a espandersi senza sosta proprio verso Est, in direzione del suo antico nemico.

La Jugoslavia in particolare ha costituito un punto di svolta per l’Alleanza Atlantica e il suo mandato. L’organizzazione ha mutato il proprio quadro strategico da difensivo in offensivo sotto il pretesto dell’umanitarismo.

Proprio partendo dalla Jugoslavia la NATO ha intrapreso il proprio cammino verso la globalizzazione, andando a interessare un’area di operazioni più estesa al di fuori del continente europeo.

Assurta via via sempre più a simbolo del militarismo statunitense e della diplomazia dei missili, la NATO ha agito come braccio del Pentagono ed è stata dislocata nelle zone di combattimento dove sono stati impegnati gli Stati Uniti e i loro alleati.

Dov’è finito l’originario scopo difensivo per cui la NATO è stata creata?
Quali sono i progetti occulti che sottendono a questa organizzazione?

Scopri la Globalizzazione della Nato,
tra Guerra imperialista e colonizzazione armata

Indice

Ringraziamenti

Prefazione. Le avvertenze di un consigliere del Segretario generale dell'ONU, di Denis J. Halliday

1 Uno sguardo d'insieme sull'espansionismo della NATO: prometeismo?
2 L'UE, l'espansionismo della NATO e il Partenariato per la Pace
3 La Jugoslavia e la reinvenzione della NATO
4 La NATO in Afghanistan
5 Il Dialogo Mediterraneo (DM) della NATO
6 La NATO nel Golfo Persico. L'Iniziativa per la sicurezza nel Golfo
7 La penetrazione nello spazio postsovietico
8 La NATO e gli alti mari. Il controllo delle rotte marittime strategiche
9 Il progetto dello scudo missilistico globale
10 La NATO e l'Africa
11 La militarizzazione del Giappone e dell'Asia-Pacifico
12 L'avanzata nel cuore dell'Eurasia: l'accerchiamento di Russia, Cina e Iran
13 Le controalleanze eurasiatiche
14 La NATO e il Levante: Libano e Siria
15 L'America e la NATO rapportati con Roma e gli alleati peninsulari
16 Militarizzazione globale: alle porte della terza guerra mondiale?

Note
Appendice. La strada per Mosca passa da Kiev

Fonti delle Illustrazioni

La NATO in Afghanistan - Anteprima di "La Globalizzazione della Nato"

La collocazione dell’Afghanistan ha sempre avuto un particolare significato.

Questa Nazione priva di sbocchi sul mare si trova esattamente in una posizione mediana all’incrocio tra Asia centrale, subcontinente indiano e Medio Oriente. Il Paese è importante per diverse ragioni geo-strategiche ed economiche.

Per prima cosa, l’Afghanistan costituisce uno snodo geo-strategico che va a lambire l’Iran, la ex Unione Sovietica e la Cina, rendendolo parecchio appetibile. Nel corso della sua intera storia quest’area geografica è servita da cuscinetto tra Iran, India e Cina. Più tardi, dopo essersi reso indipendente dall’Iran, l’Afghanistan ha rivestito la stessa funzione tra l’Iran, la Russia (e poi l’URSS) e l’India, a quel tempo ancora sottoposta al dominio coloniale britannico, successivamente divisa tra Repubblica dell’India e Pakistan. L’Afghanistan è il luogo ideale per inserire un cuneo tra le grandi potenze eurasiatiche e per stabilire una presenza militare permanente da cui lanciare future operazioni in tutto il continente.

In secondo luogo, esso rappresenta la porta di ingresso ai Paesi dell’Asia centrale ricchi di materie prime, che permette di bypassare i territori dell’Iran, della Federazione russa e della Cina. Ciò costituisce un fattore di notevole importanza poiché consente a forze extra-regionali come Stati Uniti o Gran Bretagna di usare questo Paese allo scopo di aggirare tali potenze rivali della regione. Per anni uno dei progetti più importanti per Washington e le sue corporation è stato un corridoio energetico che passasse in territorio pakistano e afgano, partendo dai campi petroliferi e dalle riserve di gas naturale dell’Asia centrale.

Le missioni di combattimento della NATO si sono concentrate in gran parte nel sudovest e nel nord-ovest dell’Afghanistan, proprio dove era stato progettato il percorso di una pipeline strategica che trasportasse petrolio e gas naturale dall’Asia centrale fino all’Oceano Indiano. Prima dell’11 settembre 2001 Washington era stata coinvolta in negoziati infruttuosi col governo talebano al fine di garantire la sicurezza per questo corridoio energetico in progettazione.

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