Le “Ferite” dell’Anima

di Sergio Cupidi

Nasciamo per dare la possibilità alla nostra anima di essere noi stessi, di esprimersi al meglio vivendo molteplici esperienze e tutti, nessuno escluso, abbiamo la stessa missione: vivere queste esperienze per poterci evolvere.

Fintantoché una situazione viene vissuta nella non-accettazione, nel senso di colpa, nel giudizio, nella paura, l’essere umano continuerà ad attrarre circostanze e persone che gli faranno rivivere quella stessa esperienza. E’ il cammino che la nostra anima ha scelto per potersi evolvere, per risolvere conflitti che si porta dietro da altre incarnazioni e questa vita rappresenta il modo migliore per porre fine a corsi e ricorsi di situazioni e poter finalmente proseguire sulla sua strada.

Rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento e ingiustizia, sono le ferite che ci impediscono di essere noi stessi, ci condizionano e gettano un’ombra scura sulla nostra vita, impedendoci di vedere il vero scopo della nostra esistenza. Esse determinano molti aspetti del nostro carattere perché, per sopravvivere a tali ferite, reagiamo indossando delle maschere che ci consentono di non rivivere quel dolore:

  • una persona rifiutata, userà la maschera del fuggitivo;
  • una persona abbandonata, quella del dipendente;
  • se invece è l’umiliazione il sentimento che predomina, sarà portata ad essere masochista;
  • con il tradimento diventa un controllore;
  • se ha subito un’ingiustizia diventerà rigida.

Indossiamo la maschera solo quando vogliamo proteggerci. Ferite e maschere sono strettamente collegate. La ferita interiore può essere paragonata ad una ferita fisica presente da tempo e che si è trascurato di curare. Analizziamo brevemente queste ferite e le relative maschere.

RIFIUTO: è una ferita profondissima, perché la persona che ne soffre si sente respinta in tutto il suo essere e, soprattutto, nel suo diritto ad esistere. Fra le 5 ferite è la prima che si manifesta e si presenta nella vita di un individuo molto precocemente, solitamente dal concepimento al primo anno di età. La ferita del rifiuto viene vissuta con il genitore dello stesso sesso, il cui ruolo è quello di insegnarci ad amare, ad amarci e a dare amore. Il fuggitivo si sente dunque respinto dalle persone del suo stesso sesso, le accusa di respingerlo ed è più in collera con loro che con se stesso, ma quando vive il rifiuto di una persona dell’altro sesso, è portato ad auto-rifiutarsi e rivolgere la sua rabbia contro se stesso. Questa maschera ci fa credere di non essere abbastanza importante per prendere il nostro posto, di non aver diritto ad esistere come tutti gli altri.

ABBANDONO: abbandonare qualcuno significa lasciarlo, non volersene o potersene più occupare. Si tratta di una ferita posta sul piano dell’avere e del fare, più che sul piano dell’essere come avviene per il rifiuto. Si manifesta in genere tra il primo e il terzo anno di età ed è data dalla mancanza di nutrimento affettivo o del genere di nutrimento desiderato. È una ferita vissuta con il genitore del sesso opposto, il cui compito è quello di insegnarci a lasciarci amare e ricevere amore. Il dipendente si sente facilmente abbandonato da tutte le persone dell’altro sesso ed è indotto ad accusare loro piuttosto che se stesso, ma quando si sente abbandonato da una persona del suo stesso sesso si auto-accusa pensando di non aver fatto tutto ciò che era necessario o di non avergli dato la giusta attenzione. Abbandono e rifiuto possono essere confusi tra di loro. Questa maschera ci fa fare l’impossibile per non essere lasciato o per ottenere maggiore attenzione.

UMILIAZIONE: questa ferita è legata al mondo fisico, e si manifesta tra il primo e il terzo anno d’età, nel momento in cui si sviluppano le funzioni del corpo fisico. Si verifica quando il bambino avverte che uno dei genitori si vergogna di lui. È una ferita vissuta generalmente con la madre. Il masochista si sente facilmente umiliato dalle persone di sesso femminile ed è incline ad accusarle, ma si auto-accusa se vive un’umiliazione con qualcuno di sesso maschile e prova vergogna per il proprio comportamento o per i propri pensieri. Questa maschera ci fa caricare sulle spalle responsabilità ed impegni prima ancora che ce lo chiedano.

TRADIMENTO: questa ferita si sviluppa tra i due e quattro anni, quando si risveglia l’energia sessuale e viene vissuta con il genitore di sesso opposto, con cui ci sarà un grande legame d’amore e quindi un forte complesso di Edipo. Molti di quelli che soffrono di tradimento hanno sofferto perché il genitore di sesso opposto non “ha mantenuto la parola” in base alle aspettative che il bambino si era creato. Il controllore si sente tradito facilmente dalle persone dell’altro sesso ed è incline ad accusarle per il proprio dolore o le proprie emozioni, ma se vive un tradimento da qualcuno del suo sesso, se la prende con se stesso accusandosi di non aver saputo prevedere tale esperienza ed impedirla. È possibile anche che viva questo tradimento come un’ingiustizia. Questa maschera ci fa fare cose incredibili pur di evitare di perdere la reputazione e di essere ritenuto affidabile.

INGIUSTIZIA: si manifesta fra i tre e i cinque anni nella fase di sviluppo dell’individualità con il genitore dello stesso sesso, nel momento in cui prende coscienza di essere un essere umano distinto dagli altri, con le sue specifiche peculiarità. Il bambino trova ingiusto non potersi esprimere ed essere se stesso. Soffre per l’autoritarismo del genitore, le sue critiche frequenti, la sua severità, la sua intolleranza o il suo conformismo. Il rigido soffre per la ferita da ingiustizia con le persone del suo stesso sesso e le accusa di essere ingiuste con lui, ma si autoaccusa se l’ingiustizia gli arriva da persone dell’altro sesso. È possibile anche che tale ingiustizia venga vissuta come un tradimento e che sviluppi una rabbia feroce. Questa maschera ci fa diventare grandi perfezionisti, molto esigenti ed intolleranti con noi stessi.

Tratto da: “Guarigione delle ferite dell’anima” di Lise Bourbeau

Articolo di Sergio Cupidi 

Fonte: https://dna7akashico.it/le-ferite-dellanima/

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