La Trappola della Ragione e dei Torti

di Katia Botta

Qui si parlerà dell’essere nel giusto o in errore non come se ne tratterebbe in un contesto di natura religiosa, filosofica o morale, perché non è questo il luogo, ma se ne parlerà relativamente a te e a come le tue nozioni di giusto ed errato sono di ostacolo alla tua felicità.

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I tuoi concetti di torto e ragione sono convenzioni universali. Forse hai fatto tua l’insana opinione che avere ragione significhi essere buoni o giusti, aver torto essere cattivi o ingiusti. È una sciocchezza. Opinioni simili non si reggono in piedi. L’espressione “avere ragione” implica la garanzia che, a fare una cosa in un dato modo, si ottengano infallibilmente certi risultati. Senonché, non esistono garanzie.

Puoi ragionare e prevedere che una certa decisione produrrà qualcosa di diverso, di buono, di più efficace, o di legale, ma nel momento in cui il tuo pensiero diventa una questione di chi ha ragione e chi ha torto, sei chiuso nella trappola del seguente ragionamento: “Io devo avere sempre ragione…”. La tua esigenza di trovare la risposta giusta è forse, in parte, da collegarsi alla ricerca della certezza (paura dell’ignoto: solo l’insicuro cerca la certezza). Può darsi che essa sia un aspetto della tua passione per le dicotomie, della tua tendenza a dividere il mondo nettamente in bianco o nero, sì o no, buono o cattivo, giusto o errato. Ben poche cose rientrano perfettamente, però, in tali categorie, e la maggior parte delle persone dotate d’intelletto si muove nel grigio e di rado trova pace nel bianco o nel nero.

La propensione a voler avere ragione si manifesta con un massimo di evidenza nella vita coniugale e in altri rapporti adulti. Le discussioni finiscono inevitabilmente in risse nelle quali ognuno vuole avere ragione e l’altro deve avere per forza torto. Niente di più comune di espressione di questo genere: “Credi sempre di avere ragione tu…” e “Hai torto ma non lo ammetterai mai…”.

Ma qui non si tratta di avere torto o ragione: le persone non sono tutte uguali e ciascuno ha il proprio punto di vista. Se uno vuole avere ragione per forza, l’unico risultato prevedibile è che cada la comunicazione. L’unico modo per uscire da questa trappola è smettere di pensare in termini di ragione o torto. Bisogna concedere al prossimo di avere opinioni diverse dalle nostre, e cercare di ristabilire con essi dei canali di comunicazione.

Ragioni e torti, di qualunque tipo siano, vertono tutti su delle convenzionalità, e queste sono di ostacolo particolarmente quando entrano in conflitto con quelle che un’altra persona può avere.

Articolo di Katia Botta

Tratto da: “Le vostre zone erronee – Guida all’indipendenza dello spirito“, di Wayne W. Dyer – Ed. BUR

Fonte: https://buenavidavidabuena.blogspot.com/search/label/Wayne%20W.%20Dyer

Un commento

  1. Rossella Bonato

    io credo che di questi tempi marci, con il potere che sta attaccando i popoli da tutti i lati, rivendicare di avere ragione su certe questioni di un’evidenza disarmante, per chi ha il fegato di guardare la realtà negli occhi, sia un dovere. Qualche esempio:attuale imposizione vaccinale con un decreto incostituzionale pieno zeppo di contraddizioni, Twin Towers e come ce la raccontano, storia che avrebbero catturato e sepolto in mare Bin Laden, geoingegneria, necessità del ritorno alla sovranità monetaria. Qui non si tratta di punti di vista opposti e di pari valore, ma di chi capisce la realtà e di chi si racconta fiabe, danneggiando, con la sua cecità e conseguenti scelte cieche, la società intera

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