La storia della “manina” che ha provato a inserire 117 milioni a favore della Croce Rossa

Manlio Di Stefano: “La storia della manina che ha provato a inserire 117 milioni a favore della Croce Rossa, è la dimostrazione di quello che stiamo denunciando”.

“Ve la ricordate la polemica sul famoso audio di Casalino? Le leggete anche voi le quotidiane prese in giro che subiamo quando parliamo di “manine” nei ministeri, che remano contro il Governo del Cambiamento? Bene, è ora che tutta questa gente chieda scusa”. Lo scrive su Facebook il deputato del M5S e sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri, Manlio Di Stefano, che spiega: “La storia di Roberto Garofoli e dello stanziamento di ulteriori fondi a favore della Croce Rossa, senza che nessun ministro l’avesse incaricato a farlo, è la dimostrazione di quello che stiamo denunciando”.

“La norma che la manina ha provato a inserire” continua Di Stefano “stabiliva che i 117 milioni di euro l’anno stanziati dal MEF a favore della Croce Rossa, fossero da rimodulare conferendo annualmente una quota significativamente maggiore alla struttura commissariale retta da Patrizia Ravaioli, già direttore generale della CRI e liquidatore, nonché moglie di Antonio Polito, giornalista, politico e vice direttore del Corriere della Sera”.

“Vi starete chiedendo perché Garofoli si sia esposto così tanto per la CRI?” domanda l’esponente 5Stelle. “Pochi mesi prima aveva fatto un ottimo affare: era riuscito ad aprire un lussuoso B&B nel cuore di Molfetta, proprio grazie alla Croce Rossa, ottenendo dai suoi vertici, a buon prezzo, un immobile che per nove anni aveva inutilmente preteso a suon di carte bollate. Capite che giro?”

“I ministeri” prosegue “sono inquinati da stratificazioni politiche, pensate che Garofoli è il capo di Gabinetto di Tria, ma lo era anche di Padoan e prima ancora di Patroni Griffi e prima ancora segretario della presidenza del Consiglio con Enrico Letta e prima ancora capo del legislativo con D’Alema e Prodi. Questa gente non è rimovibile dagli incarichi che ricopre, fino a scadenza naturale del mandato e anche allora, in molti casi, si può solo spostare in un altro dipartimento o incarico”.

“Il risultato” aggiunge “è che le norme, seppur pensate e controllate bene, rischiano fino all’ultimo istante di essere stravolte. La buona notizia per gli italiani è che adesso non ci sono ministri del Partito Democratico o di Forza Italia compiacenti a far passare qualsiasi porcata, ma quelli del Movimento 5 Stelle che vigilano su tutto”.

“In questo caso è stato lo stesso presidente Giuseppe Conte a notare un comma anomalo tra i tanti e a rimuoverlo. Conte lo disse il primo giorno e credo si possa mutuare all’intera squadra di governo: saremo gli avvocati difensori del popolo italiano. Lo stiamo facendo. Avanti così.” conclude.

Fonte: https://www.silenziefalsita.it/2018/11/01/di-stefano-la-storia-della-manina-che-ha-provato-inserire-117-milioni-a-favore-della-croce-rossa-e-la-plastica-dimostrazione-di-quello-che-stiamo-denunciando/

2084. LA FINE DEL MONDO
di Boualem Sansal

2084. La Fine del Mondo

di Boualem Sansal

Nell'Abistan – un impero cosí vasto da coprire buona parte del mondo – 2084 è una data presente ovunque, stampata nel cervello di ognuno, pronunciata in ogni discorso, impressa sui cartelli commemorativi affissi accanto alle vestigia dello Shar, la Grande Guerra santa contro i makuf, i propagandisti della "Grande Miscredenza".

Nessuno sa a che cosa corrisponda davvero quella data. Qualcuno dice che ha a che fare con l'inizio del conflitto, altri con un suo particolare episodio. Altri ancora che riguardi l'anno di nascita di Abi, il Delegato di Yölah, oppure il giorno in cui Abi fu illuminato dalla luce divina, al compimento del suo cinquantesimo anno di età. In ogni caso, è da allora che l'immenso paese, che era detto semplicemente il "paese dei credenti", fu chiamato Abistan, il mondo in cui ci si sottomette gioiosamente alla volontà di Yölah e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi.

La Grande Guerra santa è stata lunga e terribile. Le sue tracce sono religiosamente conservate: edifici sventrati, muri crivellati, interi quartieri sepolti sotto le macerie, enormi crateri trasformati in immondezzai fumanti. Tuttavia, l'armonia piú totale regna ora nelle terre dell'Abistan. Nessuno dubita delle autorità – gli Onorevoli e gli Adepti della Giusta Fraternità e i membri dell'Apparato – cosí come nessuno dubita che Yölah abbia offerto ad Abi di imprimere un nuovo inizio alla storia dell'umanità. L'abilang, una nuova lingua, ha soppiantato tutte le lingue precedenti, considerate stolti idiomi di non-credenti. Le date, il calendario, l'intera storia passata dell'umanità non hanno ormai piú alcuna importanza e senso nella Nuova Era, e tutto è nella mano di Yölah. Yölah sa le cose, decide del loro significato e istruisce chi vuole. Agli uomini non resta che "morire per vivere felici", come recita il motto dell'esercito abistano.

Perché, però, dubbi e sospetti si insinuano nella mente del trentacinquenne Ati al ritorno a Qodsabad, la capitale dell'impero, dopo anni trascorsi in un sanatorio arroccato su una montagna? Perché nel suo cuore si fa strada la tentazione di attraversare la Frontiera, al di là della quale, si dice, vivano i Rinnegati, i makuf, i propagandisti della Grande Miscredenza capaci di tutto?

Ispirato alla celebre opera di George Orwell 1984, "2084. La fine del mondo" narra di un mondo futuro dove tutti gli incubi del presente sembrano realizzati nella forma di una feroce teocrazia totalitaria.

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