La “Pandemia” che colpisce gli scettici e i Sovranisti…

di Marcello Veneziani

Hanno trasformato la Ppandemia in pantomima. Una tragedia mutata in pagliacciata globale.

Johnson, Bolsonaro e il populismo secondo Trump - Orwell.live

Dunque, lo schema della fiaba con intenti moralistici e punitivi è il seguente. La pandemia nata in Cina, cresciuta in Asia, infuria nel mondo ma ci sono tre nazioni carogne guidate da tre canaglie che sono paladini, impresari e veicoli della pandemia. I “Tre porcellini” in questione si chiamano Donald Trump, Boris Johnson e Jair Bolsonaro e guarda caso sono tutti “sovranisti”, conservatori o nazional-populisti. Una mezza scomunica arriva pure all’India dove c’è un mezzo nazionalista, Narendra Modi. E una velenosa maledizione scende sulla Russia del Maledetto Zarista-sovranista Vladmir Putin.

Il Covid infatti ha una sua morale progressista, secondo i media, e punisce chi dubita della sua virulenza ed è sovranista. Fa eccezione la Svezia dove un governo socialdemocratico ha usato la linea aperta sul Covid ma per questi non vale la punizione divina né l’allarme sui dati.

Sugli altri paesi si dice poco e niente, le stragi del covid in Africa, in Asia o nei Caraibi vengono dimenticate, i contagi tra i migranti passano in sordina, e comunque mai col tono usato per i Tre Porcellini, che è riassunto nell’espressione “ben ti sta”, “te lo sei cercato”. Se Johnson o Bolsonaro risultano positivi al virus è un peana euforico degli umanitari, un inno progressista al Covid, un’ola di liberazione che fa il tifo per la Bestia, che in questo caso è il virus, anche se per loro la Vera bestia è la sua vittima sovranità.  È inutile dire che la traduzione dei Tre Porcellini in Italia è Prosciutto & Meloni, ove per Prosciutto s’intende Salvini-Suini e per Meloni s’intende Giorgia “regina de’ Coatti”.  Avvertenza d’obbligo, anche se più volte espressa: nessuna simpatia per Trump e Bolsonaro (un po’ per Johnson), antipatia per i loro nemici e competitori.

Ogni giorno, a partire da quella cloaca grillo-contina che è il tg1 lo schema è sempre lo stesso: i Buoni sono la Cina e la Contea d’Italia, da cui arrivano notizie radiose e profilassi efficaci, mentre i cattivi sono gli Usa, il Brasile, la Russia, ecc. da cui arrivano sempre notizie sinistre condite da errori colossali dei leader.

L’impressione che lasciano ai cittadini italiani è che quei paesi stiano toccando vertici pazzeschi di contagio e di vittime e siano esposti al male per una scelta ideologica folle prima che sanitaria: sono stati liberisti con il virus, hanno lasciato proseguire l’economia, hanno lasciato a piede libero le popolazioni, dunque vanno puniti e intubati.

Allora vorrei fare una piccola riflessione che non è un pensiero profondo ma un calcolo elementare e banale di quelli che si fanno sui libri delle scuole elementari. Dunque, prendiamo la tabella delle vittime e paragoniamo. Il Brasile che dai nostri media sembra il paese più devastato, ha attualmente 66mila morti. La popolazione brasiliana è composta di 209 milioni di persone, cioè tre volte e mezzo circa l’Italia. In Italia sono morte circa 36mila persone su 60 milioni: la percentuale di vittime da noi è decisamente più alta, almeno finora. Ma la nostra percentuale è più alta persino degli Stati Uniti, se si considera che gli Usa hanno una popolazione cinque volte superiore all’Italia e hanno 130mila morti. In percentuale, l’Italia ha lo 0,60, gli Usa lo 0,43, il Brasile lo 0,33 di deceduti rispetto alle popolazioni. Ancora: la malefica, devastata Russia ha “solo” 11 mila morti su una popolazione di 150milioni. Nell’India sotto Covid i morti sono 15mila su un miliardo e quattrocento milioni d’abitanti…

Facile e giusta l’obiezione: ci sono paesi in cui i morti non si contano, almeno non in relazione al Covid. Certo, vale per il Brasile come per la Russia e l’India, ma come per la Cina, che dichiara un numero di morti inattendibile rispetto alla realtà, e Cuba e tanti altri paesi del Terzo Mondo, per non dire dell’Africa. Dai dati ufficiali risulta che il nostro Paese è stato tra i più colpiti al mondo, nonostante il lockdown e le vanterie governative. E ha, non mi stancherò di ripeterlo, una percentuale altissima di deceduti nel rapporto tra contagiati e morti. Nel mondo, tuttora, siamo con gli inglesi ai vertici della classifica.

Dipenderà dai tamponi praticati, o come dicono alcuni ridicoli fintopatrioti, dipende dal fatto che noi abbiamo dichiarato i dati veri, perché noi siamo notoriamente onesti, universalmente noti come i più onesti al mondo, mentre tutti gli altri no… A parte che non è vero, anche da noi sia i contagiati che le vittime in Lombardia erano in realtà molte di più; non c’è dunque una spiegazione razionale, o almeno ragionevole, alla tesi che nelle classifiche mondiali di contagiati e deceduti noi soli avremmo dato i numeri veri e perciò risultiamo quelli dove ci sono più morti in relazione al numero dei contagiati.

Cina-Italia: un destino condiviso | Il Blog di Beppe Grillo

Tutto questo non ci porta a capovolgere la pantomima dei media ma a ripristinare perlomeno la verità: non possiamo reputarci meno colpiti dei brasiliani, degli statunitensi, dei russi, degli indiani e di chi volete voi. Siamo nelle stesse condizioni, anche se in tempi diversi e nonostante le profilassi diverse.

Sul piano delle responsabilità bisogna certo rimarcare i ritardi, le sottovalutazioni, gli errori, e poi i falsi ottimisti, perniciosi quanto i catastrofisti e i terroristi sanitari. Ma evitiamo per favore di dare una lettura politica, ideologica o addirittura elettorale (vedi Trump) alla pandemia. Altrimenti stabiliamo pure un nesso tra il Covid è le repressioni cinesi a Hong Kong (su cui tacciono tutti in Italia, e il ministro degli esteri Di Maio evidentemente crede che la Cina stia combattendo eroicamente contro King Kong).

Non dimentichiamo che i paesi in questione sono stati i destinatari incolpevoli del virus e il mittente colposo, almeno così possiamo chiamarlo, è la Repubblica Popolare Cinese; e se non vogliamo tirare ancora in ballo la questione dei laboratori e dei ritardi e omertà nel dare notizia del virus, dobbiamo almeno dire che le abitudini alimentari cinesi sono ancora pericolosamente incuranti dei rischi provenienti da alcune carni e alcuni animali. Perché se tutto si riduce alla fatua, manichea, puerile distinzione politica, allora dite pure che i sovranisti sono stati attaccati dal morbo, ma aggiungete che a veicolarlo nel mondo è stato la Cina comunista, che sta usando tutte le armi, dal virus al 5G, per conquistare l’egemonia planetaria.

Agli idioti in malafede si parla nel loro lessico e si usano le loro stesse equazioni.

Marcello Veneziani, La Verità 10 luglio 2020

Fonte: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/la-pandemia-colpisce-gli-scettici-e-i-sovranisti/

COLONIA ITALIA
Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano
di Mario J. Cereghino, Giovanni Fasanella

Colonia Italia

Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano

di Mario J. Cereghino, Giovanni Fasanella

E se il nostro paese non fosse altro che "un'appendice" della Gran Bretagna, inconsapevolmente controllato dagli inglesi?

Fantasia? Questo libro vi mostrerà che purtroppo state sbagliando.

L’Italia colonia dell’impero britannico. Ecco le prove della guerra senza quartiere condotta per tutto il Novecento dalla diplomazia di Sua Maestà per controllare l’opinione pubblica italiana in funzione degli interessi economici e politici inglesi.

Una guerra segreta perché combattuta con mezzi non convenzionali tra nazioni amiche e, per una lunga fase della loro storia, persino alleate. Invisibile ma non meno dura delle altre. E nella quale la stampa, la radio, la televisione, l’industria editoriale e dello spettacolo hanno avuto un ruolo preponderante.

Il libro di Cereghino e Fasanella lo dimostra, prove (inedite) alla mano: la loro ricostruzione si basa su documenti del governo, della diplomazia e dell’intelligence del Regno Unito, rapporti confidential, secret e top secret declassificati in tempi recenti e a disposizione di giornalisti e studiosi. Basta consultarli, e le scoperte non mancano. Come lo schedario annualmente aggiornato dei “clienti” italiani (almeno mille negli anni Settanta) utili alla causa inglese e che viene in parte presentato in Appendice.

Ma, al di là dei nomi coinvolti, ciò che è importante è rileggere la storia recente italiana dalla parte degli inglesi, il cui ruolo è sempre stato considerato secondario rispetto agli americani. Un grosso sbaglio. Se questi ultimi agivano esclusivamente in funzione anticomunista, gli inglesi combattevano anche “contro” quegli italiani – i De Gasperi, i Mattei, i Moro, solo per citarne alcuni – che mal sopportavano il ruolo di “protettorato” britannico.

Una vera guerra che qui viene offerta, per la prima volta in tutta la sua portata politica, all’attenzione dell’opinione pubblica.

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