La bestia immonda che ha massacrato Allende e il suo popolo, è ancora viva e feconda… soprattutto in Europa

di Giorgio Cremaschi

Il Cile di Pinochet fu la cavia che servì a sperimentare le ricette e le dosi delle politiche liberiste, che poi dilagarono in tutto il mondo, e che oggi più che mai, confermano la loro natura intrinsecamente criminale.

Salvador Allende

Salvador Allende

A Santiago del Cile, l’11 settembre 1973 (notate la data!), con un colpo di Stato le forze armate guidate da Augusto Pinochet rovesciano il governo socialista di Salvador Allende, che muore durante l’assedio al palazzo presidenziale, dopo aver gridato attraverso Radio Magallanes le sue ultime parole: “Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!”.

Oggi è importante ricordare questa data per almeno due ragioni di fondo. La prima è che il Cile sotto la sanguinaria dittatura di Pinochet divenne la cavia della prima sperimentazione liberista del secondo dopoguerra. Camminando sopra le decine di migliaia di cadaveri di sostenitori del governo socialista democraticamente eletto, i “Chicago boys” di Milton Friedman, giunsero in Cile per gestire la politica economica del tiranno. E sperimentarono la distruzione del sistema pensionistico pubblico, della sanità e di tutti i servizi sociali, la privatizzazione in favore delle multinazionali di tutto il sistema produttivo a partire dalle ricche miniere di rame, la cancellazione di ogni diritto per il lavoro.

La cavia cilena servì a sperimentare le ricette e le dosi delle politiche liberiste, che poi dilagarono in tutto il mondo e che oggi più che mai confermano la loro natura intrinsecamente criminale. Politiche liberiste che in Europa hanno avuto un nuovo impulso con l’uso come nuova cavia della Grecia, sottoposta alla dittatura bancaria della Troika.

La seconda ragione per cui è importante e attuale il sacrificio di Allende e del suo popolo, è che oggi ci stanno riprovando.

In tutta l’America Latina, dopo quasi quindici anni di governi progressisti, è in atto una controffensiva reazionaria che vuole restaurare il dominio assoluto dei poteri e degli interessi che hanno sempre vessato i popoli di quel continente. I ricchi dei vari paesi, come sempre assieme alle multinazionali e alla finanza USA e UE, sfruttano il disagio ed il malcontento di una parte dei popoli per restaurare il liberismo più infame. E se per ora non sono i militari a fare i golpe, ma settori delle istituzioni, non cambia la sostanza degli obiettivi di chi (come successe nel 1973) vuole cancellare ogni conquista popolare nel nome del libero mercato e delle multinazionali che lo comandano.

Dopo il golpe cileno, le dittature militari liberiste dilagarono in tutto il continente, facendo centinaia di migliaia di vittime. Ed è bene ricordare che le alte gerarchie della Chiesa Cattolica in molti casi furono complici degli assassini, nel nome della lotta al comunismo. Fino alla benedizione ed al caldo sostegno che a Pinochet furono concessi da Giovanni Paolo II, che vergognosamente festeggiò sul balcone uno dei tiranni più sanguinari del dopoguerra.

Non dimentichiamo la storia, perché la bestia immonda che ha massacrato Allende e il suo popolo, è purtroppo ancora viva e feconda!

Articolo di Giorgio Cremaschi

Fonte: http://www.lantidiplomatico.it

CAPITALISMO A MANO ARMATA
Un'analisi che mostra come nella più grande e potente democrazia del pianeta il crimine sia un affare di stato
di Michael Woodiwiss

Capitalismo a Mano Armata

Un'analisi che mostra come nella più grande e potente democrazia del pianeta il crimine sia un affare di stato

di Michael Woodiwiss

In genere quando si parla di criminalità organizzata e si ambienta l'analisi negli Stati Uniti d'America, l'immagine che ricorre con più frequenza è quella di brillanti malavitosi italiani in completi griffati e dal grilletto facile. In realtà la più grande organizzazione criminale degli Stati Uniti è costituita da scialbi individui in abiti austeri, i grandi racket sono organizzati da persone all'apparenza rispettabili, che svolgono ruoli importanti e ricoprono posizioni di rilievo nella società. Non si tratta di boss mafiosi o di efferati gangster, ma di avvocati, contabili, manager e politici che, pur truffando, corrompendo e, più o meno direttamente, uccidendo, possono contare su un enorme margine di impunità.

Nella sua avvincente ricostruzione, Michael Woodiwiss, ripercorrendo l'evoluzione della classe dirigente americana e il suo coinvolgimento in frodi, imbrogli e furti, mostra come i complotti criminali abbiano trovato terreno fertile nell'ambito delle istituzioni e siano diventati, nello Stato americano, un problema strutturale, un fatto interno al sistema stesso. Dal vitto destinato ai neonati negli ospedali alle spese per la cura dei cimiteri, passando per la fornitura di merci destinate alle carceri e alle scuole, non c'è settore della vita pubblica americana che non sia stato macchiato da scandali. La cosa peggiore però è che, nell'epoca della globalizzazione, anche il crimine organizzato segue le logiche di allargamento illimitato che caratterizzano il mercato mondiale e, aggredendo i paesi sui quali è più forte l'influenza americana, ha già innescato un processo che minaccia la libertà e la democrazia a livello mondiale....

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