L’inganno della “Scarsità Monetaria”

di Davide Mura

La logica che muove le Elite neoliberiste consiste nel creare scarsità monetaria, con lo scopo di dominare il mondo e sottomettere le masse.

La logica che muove le élite neoliberiste è questa: se noi facciamo finta che la moneta è scarsa, possiamo limitare l’elevazione sociale degli strati più poveri della popolazione, possiamo negare la sanità gratuita e dunque il benessere psico-fisico universale, possiamo negare l’istruzione gratuita, e dunque la conoscenza e la consapevolezza di quello che ci circonda. Se noi, in altre parole, rendiamo scarsa la moneta, possiamo dominare il mondo, sottomettendo le masse, a cui si offrono le briciole in un contesto di feroce concorrenza tra poveri, mentre noi acquisiamo privilegi e ricchezze reali (patrimoni, concessioni, preziosi).

La scarsità della moneta viene realizzata in un modo abbastanza semplice: si nega che uno Stato possa battere moneta; si attribuisce poi quel potere a una “banca centrale” sulla quale lo Stato non ha alcuna influenza e alcuna capacità di incidere. Di questa banca centrale sono azioniste le banche private (di proprietà delle élite neoliberiste). Essa, inoltre, agisce – per statuto – in totale autonomia e indipendenza, al riparo anche dal processo elettorale. Dunque, le politiche della banca centrale, inevitabilmente, non vengono fatte nell’interesse della nazione, ma nell’interesse dei grandi investitori, e cioè di quelle stesse élite neoliberiste di cui sopra, poiché l’obiettivo primario si risolve inevitabilmente nella stabilità del sistema finanziario-bancario e dunque nella stabilità delle rendite finanziarie in favore degli “investitori-élite”.

Non avendo moneta sovrana, lo Stato deve finanziarsi come un privato, e poiché la moneta è resa artificialmente scarsa (altrimenti cresce l’inflazione che erode le rendite finanziarie e destabilizza il sistema finanziario), esso Stato deve procacciarsela in concorrenza con gli altri privati, offrendo idonee garanzie agli investitori-élite per ottenerne la fiducia e dunque il finanziamento.

E qui torniamo alla logica ut supra: perché uno Stato ottenga la predetta “fiducia”, e dunque il finanziamento agognato, esso Stato deve fare le “riforme” che Essi richiedono; riforme che solitamente coincidono con la demolizione del welfare, con la sterilizzazione dei processi democratici, con le privatizzazioni dei servizi pubblici e con l’abbattimento del risparmio privato e la proprietà individuale. In tale ultimo caso, non certo per”socializzare” la proprietà, bensì per favorirne il concentramento in mano a pochi: gli stessi investitori-élite, appunto.

Per riassumere: gli investitori-élite lavorano (a livello politico) per togliere agli Stati la sovranità monetaria, che viene invero attribuita a una banca centrale autonoma e indipendente, la quale – per tenere stabili le rendite finanziarie (frutto degli investimenti degli investitori-élite) – rende scarsa la moneta. La scarsità di moneta, unitamente alla desovranizzazione monetaria, obbliga gli Stati a procacciarsi il denaro sul mercato, dominato dagli stessi investitori-élite, i quali per concedere il finanziamento, esigono che lo Stato in questione demolisca il welfare, sterilizzi i processi democratici, privatizzi e tassi i risparmi e la piccola proprietà, affinché il popolo si indebiti (con gli investitori-élite) e perché si ingeneri una svendita dei piccoli patrimoni, sui quali gli investitori-élite poi operano un rastrellamento che determina una sempre più massiccia concentrazione di patrimoni in mano a pochi soggetti (gli investitori-élite) contro la massa sempre più povera, indebitata e diseredata.

Articolo di Davide Mura

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: http://www.ilpetulante.it/linganno-della-scarsita-monetaria-for-dummies-4185/

OLTRE L'AGONIA
Come fallirà il dominio tecnocratico dei poteri finanziari
di Marco Della Luna

Oltre l'Agonia

Come fallirà il dominio tecnocratico dei poteri finanziari

di Marco Della Luna

Il capitalismo finanziario alimenta il falso dogma della scarsità della moneta e sta diventando sempre più una guida politica assoluta. Oltre a mercificare l'uomo, disgrega e degrada la società in due maniere: le infligge ricorrenti crisi e dissolve le sue basi morali in una logica di competizione individualistica.

Con il pretesto di dover assicurare la governance richiesta dagli stessi mercati che hanno destabilizzato la società, essa crea la giustificazione per controllare la vita sociale attraverso nuovi strumenti elettronici e biologici, che tracciano, violano e manipolano l'uomo fin nella sua integrità neurofisiologica. Questa "società gestita" è il risultato dell'applicazione degli strumenti della psicologia aziendale, potenziati con tecniche di manipolazione neurale e biologica.

Tale tecnologia ha dato ai governanti non solo un potere di controllo e intervento su tutti noi prima impensabile, ma anche una nuova struttura del potere stesso, delocalizzata e politicamente irresponsabile, in cui l'automazione e la smaterializzazione degli strumenti di governo e di arricchimento hanno privato le persone del potere di contrattazione e della partecipazione ai processi decisionali, relegandole al margine dei circuiti produttivi e decisionali.

Ha generato un ordine contrario ai bisogni dell'uomo e della biosfera, un ordine cementato da un catechismo ideologico "politicamente corretto" che criminalizza, censura e inibisce chi ne critica i fondamenti.

Siamo piegati dalle crisi incalzanti e dalle loro imposizioni, e così accettiamo che la sopravvivenza del sistema produttivo da cui dipendiamo necessiti di un maggior controllo sociale, di una crescente riduzione delle sicurezze personali, delle relazioni comunitarie e delle libertà. Quando saremo completamente sottomessi, per governarci non sarà più nemmeno necessario concederci i diritti e la dignità basilari.

Descrivendo questo minaccioso passaggio epocale, in cui l'Uomo sta rischiando tutto, il libro indica la via di uscita dall'incombente dominio tecnocratico nella stessa insondabile e incoercibile complessità del mondo, della psiche, dell'Essere.

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Un commento

  1. chiaro preciso ma quanti sono pronti a lottare per cambiare le cose ?

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