Italiani coglioni: che fine hanno fatto i Verbali Secretati?

di Massimo Mazzucco

Volete la dimostrazione che quello italiano è un popolo di Coglioni?

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È facile. Solo un mese fa eravamo tutti qui a discutere dei famosi verbali del comitato tecnico scientifico. Se ne parlava dappertutto, sui giornali, nei talk show, sui telegiornali, nelle strade e nei bar. Tutti volevano sapere che cosa mai ci fosse di così imbarazzante in quei benedetti verbali da tenerli secretati.

La pressione pubblica cresceva, e l’opposizione arrivò addirittura a spiegare in Parlamento uno striscione con su scritto “che cosa avete da nascondere?” Poi i famosi verbali furono desecretati, e l’attenzione pubblica fu immediatamente convogliata su quello che contenevano: il CTS diceva di non chiudere l’Italia, ma il governo lo ha fatto lo stesso. Perchè lo ha fatto? Oppure, il CTS diceva di chiudere le zone di Nembro e Alzano, ma il governo non l’ha fatto. Perchè non l’ha fatto? Eccetera eccetera.

Dopo tre giorni era tutto finito. Le polemiche ovviamente portarono ad un nulla di fatto, e l’attenzione si spostò altrove. Nel frattempo, pochissimi si erano accorti che i verbali desecretati erano solo cinque, su un numero minimo di 49. Noi chiedemmo di vederli tutti, ma noi siamo piccoli e non contiamo nulla. I grandi media invece fecero finta di niente, e iniziarono a parlare d’altro.

E così gli italiani dimenticarono presto di essere stati presi per il culo. Quando un popolo è così facilmente ingannabile, e così facilmente manipolabile, allora lo si può definire un popolo di coglioni.

Se un fatto simile fosse accaduto negli Stati Uniti (o in Inghilterra, oppure in Germania), la faccenda si sarebbe trascinata fino al giorno in cui tutti verbali fossero stati rilasciati, dal primo all’ultimo (credetemi, questa gente avrà altri difetti, ma non amano essere presi in giro). Ma da noi no. Da noi basta che i “padroni del discorso” del mainstream spostino l’attenzione su qualcos’altro, e il popolo gli va dietro come un branco di sardine.

Il nostro è un popolo di coglioni. Gente che urla e sbraita se qualcuno al supermercato si abbassa per un attimo la mascherina, ma che si dimentica regolarmente di chiedere conto ai governanti delle proprie azioni.

Se io fossi un politicante, adorerei l’idea di governare gli italiani. Non esiste popolo che sia più facile da prendere in giro, e con la complicità criminale dei nostri giornalisti, farlo da noi è un gioco da ragazzi.

Articolo di Massimo Mazzucco

Fonte: https://www.luogocomune.net/17-politica-italiana/5589-che-fine-hanno-fatto-i-verbali-secretati

PRIMO, NON CURARE CHI È NORMALE
Contro l'invenzione delle malattie
di Allen Frances

Primo, Non Curare Chi È Normale

Contro l'invenzione delle malattie

di Allen Frances

Considerato dagli psichiatri di tutto il mondo il testo imprescindibile di riferimento, il DSM (Diagnostic and Statistical Manual), pubblicato dalla American Psychiatric Association e tradotto in decine di lingue, è la fonte primaria che definisce il limite tra ciò che è normale e ciò che è patologico in relazione alla psiche.

Passato attraverso quattro edizioni, il manuale è giunto ora alla quinta stesura, il DSM-5, ma questa volta la pubblicazione ha scatenato feroci e allarmanti polemiche. A capo dei critici più agguerriti si trova Allen Frances, l'autore di questo libro, scienziato autorevole e psichiatra tra i più apprezzati, che sa bene di cosa parla, dal momento che proprio lui aveva diretto la redazione del precedente DSM-IV.

Secondo la sua analisi, precisa e convincente, la nuova edizione del manuale diagnostico rischia di fare più male che bene. L'impostazione del volume allarga infatti a tal punto lo spettro delle patologie psichiche da lasciare ben poco spazio alla "normalità", che quasi scompare.

Siamo tutti malati: un regalo alle industrie degli psicofarmaci e una resa di fronte alla crescente medicalizzazione della società, divenuta sempre meno capace di gestire serenamente fenomeni comuni, che sono sempre esistiti, come il lutto, l'invecchiamento o la naturale vivacità dei giovani. Si moltiplicano invece le diagnosi di patologie per ogni comportamento, perdendo in questo modo la visione pluralista dell'universo psichico e forse condannando in futuro milioni di persone a cure non necessarie.

"Non medicalizziamo le differenze umane – ammonisce Allen Frances – celebriamole".

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Un commento

  1. Proprio così ; non boccio una parola di quest’articolo , ma non per simpatia o altro . Siamo tanto passionali , creativi , quanto coglioni. Ci hanno istillato la paura e ci conviviamo come fosse la nostra amica migliore ; giusto un paio di lamentele al bar o incontrando amici e conoscenti , un po sottovoce anche , che non ti senta la persona “sbagliata”.Resi vulnerabili nella mente e nel corpo , pronti ad accettare ogni imposizione che venga dall’alto di un governo che pare nessuno abbia scelto ,eppure.. sissignore , agli ordini! Facile fare i governanti in questo paese, dove ci si indebita per una partita di calcio riempiendo gli stadi e non si va in piazza o sotto ai palazzi del potere a dire basta : o lavorate per il popolo o ve ne andate a fare altro.Anzi , quel drappello che si muove , nonostante tutto viene pure deriso ed etichettato come un virus dannoso. Ci meritiamo questo

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