Il 10 febbraio è iniziata la commercializzazione per 5 anni della farina di vermi della farina, “Tenebrio molitor”. Le etichette saranno leggibili per la nostra sicurezza?
Il 10 febbraio è iniziato un periodo di cinque anni durante il quale l’azienda che ne ha fatto richiesta (la francese NutriEarth) sarà autorizzata a commercializzare un nuovo alimento nell’Unione Europea.
E non si tratta di una nuova varietà di lattuga o qualcosa del genere. Sono chiamati “vermi della farina” o, se preferite il loro nome tecnico, “Tenebrio molitor”. Ma non preoccupatevi, perché hanno avuto la gentilezza di approvare che si tratterà di una polvere frantumata ricavata dalle larve intere di detto insetto. Questa polvere verrà irradiata con radiazioni ultraviolette per garantirne l’asepsi.
“Ci sono state segnalazioni secondo cui non è obbligatorio (in Danimarca) includere questa sostanza sull’etichetta di nessun alimento trasformato”, denuncia Silvano Baztán.
“Saranno utilizzati, tra l’altro, per prodotti trasformati quali pane e panini, torte e pasticcini, prodotti a base di pasta, prodotti trasformati a base di patate, formaggi e prodotti derivati e composte di frutta e verdura, destinati al grande pubblico”.
I fact-checker delle notizie, che continuano a operare online, affermano (in questo caso giustamente) che dovrebbe essere visualizzato il seguente messaggio: “Polvere trattata con radiazioni ultraviolette da larve di Tenebrio molitor (verme della farina)”.
Se per qualche motivo le lettere della definizione cui sopra fossero come quelle che si usano di solito, cioè piccole e illeggibili a occhio nudo come accade in molti casi, ci sarebbe un’altra possibilità di sospettare l’inclusione di questi insetti in un alimento che stiamo per acquistare.
Poiché questi insetti sono allergenici, cioè possono prococare reazioni allergiche, soprattutto in soggetti che hanno già allergie pregresse, ad esempio ai crostacei e agli acari della polvere, la presenza di questi allergeni deve essere segnalata anche sulla confezione. Spero che questo avviso sia più visibile di quanto mi aspettassi rispetto al precedente.
C’è un terzo problema legato all’etichettatura di questi bugs e anche questo aspetto è da tenere presente, poiché l’irradiazione ultravioletta a cui sono stati sottoposti per la disinfezione può generare livelli più elevati di vitamina D. La formula prevista è: “Contiene vitamina D prodotta tramite trattamento con radiazioni ultraviolette”.
Riferimenti: https://silvanobaztan.com/el-uso-de-los-insectos-1-de-2/