Il Vaccino “sperimentale” è in violazione di tutti i 10 punti del Codice di Norimberga

Un team di oltre 1.000 avvocati e oltre 10.000 esperti medici guidati dal Dr. Reiner Fuellmich ha avviato procedimenti legali contro il CDC, l’OMS e il Gruppo Davos per crimini contro l’umanità.

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L’iniziativa giudiziaria denominata “Nuremberg Trial 2.0” (“Norimberga 2”) guidata dall’avvocato tedesco-americano Reiner Fuellmich con una class action sostenuta da migliaia di avvocati e medici professionisti in tutto il mondo, sta perseguendo i responsabili dello scandalo Covid-19 gestito dal Forum di Davos.

A tal proposito, vale la pena ricordare che Reiner Fuellmich è l’avvocato che è riuscito a condannare il colosso automobilistico Volkswagen, nel caso dei convertitori catalitici manomessi, oltre che a condannare Deutsche Bank come impresa criminale. Secondo Reiner Fuellmich, tutte le frodi commesse dalle aziende tedesche sono irrisorie rispetto ai danni che la crisi del Covid-19 ha provocato e continua a provocare.

Questa crisi del Covid-19 dovrebbe essere ribattezzata “Scandalo Covid-19” e tutti i responsabili dovrebbero essere perseguiti per danni civili dovuti a manipolazioni e protocolli falsificati.

Pertanto, una rete internazionale di avvocati d’affari perorerà il più grande caso di illecito civile di tutti i tempi, lo scandalo di frode Covid-19, che si è trasformato nel più grande crimine contro l’umanità mai commesso.

Codice di Norimberga

Il Codice di Norimberga nasce dalle carte dei processi che si svolsero al termine della seconda guerra mondiale nell’omologa città tedesca, in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori” contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau. Su di esso si basa il Comitato Etico, ovvero quell’organismo indipendente che si occupa di tutelare i diritti, la sicurezza e il benessere dei soggetti che partecipano ad una sperimentazione.

Il Codice traccia una linea di divisione tra sperimentazione lecita e tortura, e su sperimentazioni non regolate, prive di fondamenti etici.

Consiste di 10 punti:

  • Il soggetto volontariamente dà il proprio consenso a essere sottoposto a un esperimento. Prima di dare il consenso, la persona deve conoscere: natura, durata e scopo della sperimentazione clinica, il metodo e i mezzi con cui sarà condotta, eventuali effetti sulla salute e sul benessere della persona, eventuali pericoli cui sarà sottoposta. (Questo è alla base del concetto di “consenso informato”, ovvero di un consenso fornito in piena consapevolezza delle implicazioni di quello a cui ci si sta per sottoporre).
  • L’esperimento dovrà essere tale da fornire risultati utili al bene della società; la natura dell’esperimento non dovrà essere né casuale, né senza scopo.
  • Ci dovrà essere una pianificazione dell’esperimento sulla base degli esperimenti in fase preclinica in vivo, e sulla base della conoscenza approfondita della malattia.
  • L’esperimento dovrà essere condotto in modo tale da evitare ogni sofferenza o lesione fisica o mentale che non sia necessaria.
  • Non si deve eseguire la sperimentazione se a priori si è a conoscenza che tale sperimentazione possa causare danni o morte.

USB Veneto a sostegno ISF. Vanno inseriti nelle fasi prioritarie della vaccinazione | Fedaiisf Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco

  • Il grado di rischio da correre non dovrà oltrepassare quello dei vantaggi, determinati dalla rilevanza umanitaria del problema che l’esperimento dovrebbe risolvere.
  • Si dovrà fare una preparazione tale da evitare che il soggetto abbia lesioni, danni o morte.
  • L’esperimento potrà essere condotto solo da persone scientificamente adeguate e qualificate, con il più alto grado di attenzione verso la sperimentazione e l’essere umano.
  • Nel corso dell’esperimento il soggetto umano dovrà avere la libera facoltà di porre fine ad esso se ha raggiunto uno stato fisico o mentale per cui gli sembra impossibile continuarlo.
  • Durante l’esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a interromperlo in qualunque momento se indotto a credere che la continuazione dell’esperimento comporterebbe probabilmente lesioni, invalidità o morte per il soggetto umano.

Riferimenti: https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_di_Norimberga

Traduzione: conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.disclose.tv/t/the-experimental-vaccine-is-in-violation-of-all-10-of-the-nuremberg-codes-which-carry-the-death-penalty/31541

CARTE FALSE
L'assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Quindici anni senza verità
di Roberto Scardova

Carte False

L'assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Quindici anni senza verità

di Roberto Scardova

«Sì, la gente ne parla», aveva risposto il sultano, «ho sentito dire che sono state trovate cisterne in mare, e che in qualche posto, durante la costruzione della strada, era stato insabbiato del materiale tossico». Poi era stato lui a guardarla dritto negli occhi. E cambiando tono aveva scandito le ultime parole dell’intervista. «Stia attenta, signorina. Da noi, chi ha parlato del trasporto di armi, chi ha detto di aver visto qualcosa, poi è scomparso. In un modo o nell’altro, è morto.»

Somalia, 20 marzo 1994: Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 Rai, e il suo operatore Miran Hrovatin vengono uccisi da un commando in una via di Mogadiscio quando stanno per fare ritorno in Italia. Nei giorni precedenti hanno lavorato in uno scenario intricato e pericoloso, in cui agiscono politici somali e italiani, militari e funzionari dell’Onu, servizi segreti e imprese che costruiscono strade, contrabbandieri d’armi e trafficanti di rifiuti tossici.

I documenti e i filmati realizzati da Ilaria e Miran arrivano in Italia solo in parte. Per fare luce sulle cause e sui modi della loro morte non sono bastati quindici anni di processi e le indagini due Commissioni parlamentari. Che cosa avevano scoperto i due giornalisti?

L’omicidio dei due giornalisti della televisione italiana, avvenuto quindici anni fa in Somalia, è ancora oggi uno dei grandi misteri nazionali. Nel paese africano, in quegli anni, agli interessi locali si mescolano gli affari internazionali, non solo politici ma soprattutto economici. La guerra tra fazioni, che i militari dell’Onu (tra cui gli italiani) a stento controllano, richiede denaro e armi.

La cooperazione internazionale, di cui le aziende italiane sono parte importante, diventa terreno propizio per i traffici illeciti, come quello dei rifiuti tossici esportati dall’Italia e sepolti in Africa.

Ma le circostanze della tragedia sono solo l’inizio di un lungo percorso nel quale gli sforzi per svelare i nomi dei mandanti e degli esecutori dell’omicidio delineano a poco a poco un intreccio di politica, economia, istituzioni, poteri pubblici e privati che cercano di nascondere le ragioni vere del delitto.

Le parole dei testimoni e la loro interpretazione nelle indagini della magistratura e del Parlamento, le ammissioni e le omissioni, le mezze verità e le bugie palesi: un’inchiesta a più voci che è il testardo tentativo di continuare a cercare la verità dei fatti, per ricordare Ilaria Alpi applicando al lavoro del giornalista l’etica che la distingueva.

In queste pagine sono riuniti i contributi di giornalisti che negli ultimi quindici anni si sono occupati a fondo delle inchieste sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Il lavoro di indagine di Francesco Cavalli, Alessandro Rocca, Luciano Scalettari e l’analisi di Mariangela Gritta Grainer sono coordinati dal racconto di Roberto Scardova, vicecaporedattore e inviato del Tg3, cui si aggiunge la documentazione dell’impegno civile di Luciana e Giorgio Alpi, genitori di Ilaria, in un’intervista di Barbara Bastianelli e Francesco Cavalli.

Il libro nasce dall’attività realizzata intorno al Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, nato nel 1995 per diffondere l’impegno e il senso etico che hanno caratterizzato il lavoro della giornalista. Il concorso, promosso dalla Regione Emilia Romagna, dalla Provincia di Rimini e dal Comune di Riccione per riconoscere e accreditare l'impegno per l'inchiesta giornalistica televisiva sui temi della pace e della solidarietà, oggi rappresenta in Italia uno dei più importanti momenti di riflessione sul giornalismo d'inchiesta, grazie alla sua videoteca, ai  convegni e alle pubblicazioni.

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3 commenti

  1. Hanno già provocato morte. E parecchie pure.

  2. Speriamo Che Questo Vaccino Non provochi morte, Comunque io Non Firmerò nessun Modulo per fare il Vaccino se non è Sicuro, Chi lo vuole Fare Lo faccia. Chi mi Garantisce Che Questo Vaccino è Sicuro?? Io mi sono vaccinata contro Epatite A e B lo scorso Anno in Agosto, 2 mesi fa ho fatto il vaccino contro il Tetano, Non avuto nessun Effetto collaterale, però questo vaccino nuovo di Sperimentazione Non Lo farò, Perché Non mi sento Sicura. Non deve essere Obbligatorio. Speriamo che Dio Ci Aiuti e che Scenda lo Spirito Santo a illuminare le menti di questi scienziati, che si Mettano una Mano Sulla Coscienza che siano Onesti, che facciano le cose giuste… Dio Ha Creato il Mondo e La Natura, L‘Uomo senza scrupoli Sta Distruggendo La Natura e L‘Umanità. Che Dio Ci Aiuti. PS: Prima che io faccia il Vaccino dovrò essere informata Bene a che rischio vado incontro.

  3. Mi piacerebbe sapere gli effetti che provocano i vaccini COVID 19 e prove che questi causeranno la morte. Quante cose non ci dicono.

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