Il Trionfo della Nullità

“Più sono falsi più sono apprezzati. Più sono stronzi più sono amati. Più sono lecchini più sono affermati. Più cresci e più ti accorgi di vivere in un mondo di merda”. Tristissima verità contemporanea che si evidenzia soprattutto nel mondo della politica, dei social e dei media.

Illustrazioni satiriche raccontano i problemi della nostra società

In quest’era disgraziata la qualità, il merito e il talento sono stati surclassati dall’incapacità, dall’inettitudine, dalla falsità e dall’arrivismo. La televisione in particolare, con il suo disgraziato obiettivo dell’audience che ha seppellito qualsiasi proposito di qualità, ha diffuso volutamente quanto di più osceno, orripilante e volgare possa essere trasmesso al pubblico. E purtroppo la grande massa degli utenti della “Tv spazzatura” ha accettato, almeno in termini statistici di ascolto, quest’iniezione mediatica di abominio, dimostrando di “gradire” certi disgustanti talk show e certi esecrabili programmi d’intrattenimento. Non facciamo nomi e titoli per non generare possibili benefici in termini di propaganda per questi orrori televisivi, ma chi ci sta leggendo sa benissimo di cosa stiamo parlando.

Sembra proprio che la popolazione tenda a trarre piacere a vedere sul piccolo schermo personaggi che urlano, che offendono gli ospiti che stanno accanto a loro, che gettano nel cesso la loro stessa dignità esibendosi in performance sguaiate, volgari e insulse pur di accontentare i registi, gli autori e un pubblico che, nel terzo millennio, invece di evolversi nel gusto, sembra essere tornato ai tempi dei gladiatori romani e delle arene con le belve feroci. Questo è il progresso tanto auspicato e la civiltà raggiunta dall’umanità con l’avvento della tecnologia avanzata.

In tutto quest’orrore si allineano anche i social, per fortuna però in quest’ambito c’è più democrazia e le porcate di pochi (i dirigenti, i responsabili, i giornalisti e gli “attori” delle tv) possono venire neutralizzate dalla non indifferente massa di utenti validi e ancora in possesso di buone capacità intellettive e umane. Insomma i social network si reggono sulla totalità dei loro iscritti e non sul monopolio del comando da parte di pochi “eletti”, troppo spesso incapaci, arroganti e carrieristi e corrotti.

Sta a noi dunque, pubblico televisivo e membri dei social, isolare i falsi, disamorarsi degli stronzi, non tenere in alcun conto i lecchini e gli esseri insulsi malati di protagonismo che vediamo spesso in tv o che leggiamo sui social.

Solo noi possiamo risollevarci dalla melma nella quale siamo costretti a dimenarci da anni: spegniamo magari la tv, non diamo alcuna importanza ai cretini sui social e scegliamo meglio sia i nostri rappresentanti politici sia gli amici in cui credere.

Fonte: http://www.striscialaprotesta.it/2020/11/21/il-trionfo-della-nullita/

DIZIONARIO DELLA STUPIDITà
Fenomenologia del non-senso della vita
di Piergiorgio Odifreddi

Dizionario della Stupidità

Fenomenologia del non-senso della vita

di Piergiorgio Odifreddi

"Infinito è il numero degli stolti" scrisse un traduttore dell'Ecclesiaste fraintendendo il testo originale. E dimostrando di essere lui stesso uno stolto. Fu poi Einstein che, nel riprendere il medesimo concetto, affermò: "Due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, ma sull'universo ho ancora dei dubbi".

C'è dunque un punto su cui il pensiero religioso e quello scientifico concordano: come dimostra l'esperienza quotidiana di ciascuno di noi, la stupidità – ovvero l'incapacità di interpretare lucidamente la realtà, e di reagire in maniera adeguata alle diverse evenienze – è comunissima e pervade ogni ambito, dalla filosofia alla finanza, dall'amore alla pubblicità.

Per difendersi da questo pericoloso fenomeno, occorre riconoscerlo tempestivamente e saperlo classificare. Ecco perché Piergiorgio Odifreddi ci offre questo utilissimo dizionario (talvolta necessariamente alquanto impertinente) in cui, con logica sempre stringente, smaschera molte fra le più fastidiose manifestazioni di stupidità. Spaziando tra scienza, cultura, attualità e vita di ogni giorno, ci parla di medicina e vaccini, rilegge autori classici da Dante a Sartre, ci mette in guardia dalle assurdità del politically correct e ci insegna a prendere le distanze da ciarlatani e fattucchiere (ma anche dai banchieri).

Forse è troppo pensare (e sarebbe stupido!) che un libro possa rendere più intelligenti. Certo è però che la lettura dei lemmi di questo dizionario, brevi eppure sempre profondi, stuzzica lo spirito critico e ci invita a usare più attivamente il cervello.

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