Il “Time” e la Cospirazione per battere Trump

Il Time del 4 febbraio ha rivelato il lavoro oscuro svolto da lobby del capitale, attivisti e gruppi sociali per sconfiggere Trump alle presidenziali.

Una rivendicazione che conferma quanto rilevato sulle nostre note riguardo al potente lavorio di contrasto a Trump, che ha coinvolto non solo gli apparati di sicurezza e i plurimiliardari, ma, come spiega il Time, anche l’equivalente della Confindustria americana e i sindacati. Proprio al patto segreto tra AFL-CIO (una sorta di Confindustria Usa), attivisti e sindacati è dedicato l’articolo.

Il Patto tra Titani del business, sindacati e lavoratori

C’era una cospirazione che si stava svolgendo dietro le quintescrive il Time – che ha sia limitato le proteste e coordinato la resistenza dei CEO [della AFL-CIO e altri ndr.]”. “Entrambe le mosse a sorpresa furono il risultato di un’alleanza informale tra attivisti di sinistra e titani del business. Il patto è stato formalizzato in una dichiarazione congiunta concisa e poco notata della Camera di Commercio degli Stati Uniti e dell’AFL-CIO, pubblicata il giorno delle elezioni. Dichiarazione che le due parti avrebbero visto come una sorta di patto implicito […] in cui le forze del lavoro si univano alle forze del capitale“.

Tale accordo “ha toccato ogni aspetto delle elezioni. Gli Stati sono stati convinti a modificare i sistemi di voto e le leggi riguardanti le elezioni e hanno contribuito a garantire centinaia di milioni di finanziamenti pubblici e privati”. Inoltre si è lavorato per respingere le richieste legali volte a “eliminare elettori, per reclutare eserciti di scrutatori e per convincere milioni di persone a votare per posta per la prima volta“. Non solo, si sono fatte pressioni con esito positivo sulle “società di social media perché prendessero una linea più dura contro la disinformazione” vera o asserita che fosse.

La Cabala anti-Trump

Si sono poi fatte “campagne nazionali di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per aiutare gli americani a capire che il conteggio dei voti sarebbe durato giorni o settimane”. Inoltre, dal giorno successivo alle elezioni, tali ambiti hanno “monitorato tutti i punti critici per garantire che Trump non potesse ribaltare il risultato”.

Una “storia segreta della cospirazione per salvare le elezioni del 2020”, che gli antagonisti potrebbero leggere legittimamente come cospirazione tout court, che il Time spiega nei dettagli. Si è costituita cioè “una cabala ben finanziata di persone potenti, di diversi settori industriali e ideologie, che hanno lavorato insieme dietro le quinte per influenzare le percezioni, cambiare le regole e leggi, dirigere la copertura dei media e controllare il flusso di informazioni”.

C’è poco da spiegare… tutto è molto esplicito, anche se la motivazione rivendicata, ovviamente, afferma che tutto ciò non serviva per “rubare le elezioni, ma per fortificarle”… Di certo, senza timore di smentita, si può affermare che le ha indirizzate.

Pagare i Seggi

La cabala in questione, cui aderivano peraltro anche ambiti repubblicani, ha trovato soldi per i funzionari pubblici chiamati a gestire il voto, parola vaga che abbraccia sia le persone ai seggi che quelle preposte alla raccolta e alla trasmissione dei dati.

“Guidate dalla Leadership Conference on Civil and Human Rights, più di 150 organizzazioni hanno firmato una lettera indirizzata a tutti i membri del Congresso in cui si chiedevano 2 miliardi di dollari in finanziamenti per le elezioni. Ha avuto un certo successo: nel Cares Act 400 milioni di dollari furono destinati a sovvenzioni per gli amministratori delle elezioni statali“.

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Ma il Cares act, spiega anche il testo, era un provvedimento contro la pandemia. Così parte dei soldi destinati a contrastare il coronavirus sono stati destinati ad altri fini. Peraltro, dati i presupposti, è probabile che a gestirli siano stati gli ambiti anti-Trump, come sembra accennare il prosieguo del testo, nel quale, annotando che 400 milioni erano pochi, ci si è rivolti ai privati. Nel gioco, infatti, è entrata anche “la filantropia privata”, spiega il Time, dettagliando come “una moltitudine di fondazioni ha contribuito con decine di milioni di dollari a finanziare l’amministrazione elettorale”.

Il fatto dunque che a pagare funzionari preposti alle votazioni siano privati, e privati interessati, lascia alquanto basiti, ma a quanto pare per i cronisti del Time è un vanto.

L’arruolamento degli evangelicals

Grazie a questo sforzo, ad esempio, “solo un quarto degli elettori ha votato in modo tradizionale: di persona il giorno delle elezioni”. Gli altri hanno votato per posta, prima dell’apertura ufficiale dei seggi.

Un voto controllato, come spiega il Time, che ricorda la rabbia degli anti-Trump il giorno delle elezioni, quando la vittoria sembrava arridere al presidente e la calma con la quale i dirigenti della cabala spiegavano ai loro interlocutori che avevano “la vittoria in pugno”.

Di interesse anche la sottolineatura del comunicato emesso il giorno delle elezioni “dal CEO della Camera Thomas Donohue, dal presidente dell’AFL-CIO Richard Trumka, e dai capi della National Association of Evangelicals e della National African American Clergy Network”, nella quale si invitava il popolo americano alla pazienza, dato che il conteggio dei voti sarebbe stato lungo. Colpisce l’arruolamento degli evangelicals alla causa, dato che era stato additato come esempio dell’estremismo trumpiano. Tale la vacuità delle narrative.

Nonostante tutto ciò, Trump ha preso più di 70milioni di voti…

Riferimenti: https://time.com/5936036/secret-2020-election-campaign/?utm_source=twitter&utm_medium=social&utm_campaign=editorial&utm_term=politics_2020-election&linkId=110717147

Fonte: https://piccolenote.ilgiornale.it/49442/il-time-e-la-cospirazione-per-battere-trump

31 COINCIDENZE SUL CORONAVIRUS E SULLA NUOVA GUERRA FREDDA USA/CINA
di Francesco Amodeo

31 Coincidenze sul Coronavirus e sulla nuova Guerra Fredda USA/Cina

di Francesco Amodeo

La prima inchiesta giornalistica sulla pandemia da Covid19: Chi vorrebbe colpire la Cina lasciando al tempo stesso le ingestibili conseguenze di un lockdown nelle mani di Trump a ridosso delle elezioni presidenziali? Chi vorrebbe punirebbe i paesi disobbedienti? Chi ha interessi nel settore dei vaccini? E chi potrebbe creare un virus in laboratorio? Cosa renderebbe indispensabili misure di orwelliana memoria per il controllo della popolazione e delle nazioni? Cosa potrebbe congelare i processi democratici e creare un terreno di shock, utile a portare avanti misure altrimenti improponibili?

Se 3 coincidenze formano una prova; 31 dovrebbero quanto meno stimolare un dibattito.

Dalla quarta di copertina

La guerra tra le due superpotenze che rappresentano le più importanti economie del pianeta, Usa e Cina, è già in atto da tempo, nel silenzio generale. È una nuova guerra fredda, in chiave moderna. Un conflitto tecnologico.

Chi vince questa battaglia dirigerà il futuro. Gli americani l’hanno capito. Ma sanno anche che la stanno perdendo.

Per questo hanno lanciato moniti pesantissimi agli alleati, e non solo. Hanno fatto sapere che gli accordi con la Cina su materie come il 5G mettono in discussione la Nato e i rapporti di collaborazione tra i servizi di intelligence. Raccomandazioni a cui nessuno ha ubbidito. I più leali hanno fatto il doppiogioco. Altri credono di essere saltati sul carro vincente dell’imperialismo cinese.

Trump ha risposto con una guerra commerciale. Ma a qualcuno, quella risposta, non basta. La posta in gioco è troppo alta. C’è chi auspica un intervento radicale, estremo, immediato, paralizzante che possa fermare la Cina, disarcionare Trump e condurre ad un nuovo secolo di dominio americano.

Questo scenario ci riporta ai tempi della prima guerra fredda Usa/Urss e ci ricorda che quando gli Stati Uniti vengono minacciati, entrano in gioco forze e organizzazioni fuori da ogni controllo e pronte a tutto, anche a quello che scrivono nei loro documenti ufficiali: “si potrebbe trasformare la guerra biologica dal regno del terrore ad uno strumento politicamente utile.”

L’autore, partendo da questa folle ma radicata ideologia, analizza la pandemia come conseguenza di un deliberato attacco biologico. Gli scenari che documenta in questa inchiesta risultano tremendamente coerenti con quanto sta accadendo nel mondo anche se analizzati da due diverse prospettive che solo alla fine sembrano fondersi.

La domanda a cui prova a rispondere l’autore è Cui Prodest? A chi giova? Chi vorrebbe colpire la Cina lasciando al tempo stesso le ingestibili conseguenze di un lockdown nelle mani di Trump a ridosso delle elezioni presidenziali? Chi vorrebbe punirebbe i paesi disobbedienti? Chi ha interessi nel settore dei vaccini? E chi potrebbe creare un virus in laboratorio? Cosa renderebbe indispensabili misure di orwelliana memoria per il controllo della popolazione e delle nazioni? Cosa potrebbe congelare i processi democratici e creare un terreno di shock, utile a portare avanti misure altrimenti improponibili?

In questa inchiesta non si danno né sentenze né certezze ma si analizzano scenari e fatti che nessuno potrà smentire e che vi faranno vedere il Covid19 con occhi diversi. E se 3 coincidenze formerebbero una prova; 31 dovrebbero quanto meno stimolare un dibattito.

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