Il supplizio dei Bambini per soddisfare il narcisismo degli Adulti… da Federico II ad oggi

di Massimo Bordin

La mancanza di contatto fisico e verbale produce danni enormi e irreparabili nei bambini.

Le coccole che fanno crescere

Fra’ Salimbene nella sua Cronaca medievale riferisce che l’imperatore Federico II, nel tentativo di individuare l’origine del linguaggio, coinvolse un gruppo di neonati in un curioso “esperimento”.

Va premesso che Federico II è mito indiscutibile degli storici medievalisti ed anche della cultura identitaria italiana, avendo tentato di unificare la penisola ed ispirato la scuola letteraria siciliana. Pur essendo di origine tedesche (suo nonno era il terribile “Barbarossa”), l’imperatore Federico fu convinto assertore dell’italica bellezza tanto da trasferire la corte del Sacro romano impero dalle brume nordiche a Palermo. Ancor oggi, la più illustre università del sud, la Federico II di Napoli appunto, si fregia del nome del suo fondatore. Nonostante questo, l’imperatore non era certo uno stinco di santo e cosucce come lo sterminio dei saraceni siciliani lo stanno a testimoniare.

Ma la storia di alcuni bambini usati per un certo esperimento, per alcuni punti di vista è ancora più inquietante: Federico II decise infatti di allevare un gruppo di neonati in assoluto silenzio, i piccoli furono toccati quel minimo indispensabile alle cure igieniche, al fine di eliminare completamente le loro possibilità di interazioni linguistiche con le nutrici. L’esperimento doveva risolvere un’annosa questione che si dibatteva fin dai tempi più antichi: qual è la lingua più antica? L’egizio? L’aramaico? L’ebraico?

Secondo la cronaca di Salimbene de Adam (che era un contemporaneo di Federico II), i bambini non spiaccicarono una parola di greco, latino, frigio, aramaico, arabo, o egiziano, ma, semplicemente, morirono. L’assenza di contatto fisico e verbale fu per loro fatale.

È pur vero, che il racconto di Salimbene potrebbe essere un’esagerata amplificazione dell’esperimento, visto che il narratore scriveva in un contesto guelfo e, come tale, antimperiale. Tuttavia, anche esperimenti recenti sembrerebbero confermare che la mancanza di contatto fisico e verbale produce danni enormi e irreparabili nei bambini. Come scriveva qualche tempo fa Maurizio Peciccia su Repubblica, lo psicanalista Renè Spitz negli anni ’40 condusse per la prima volta uno studio su bambini abbandonati in orfanotrofio, seguendo il metodo scientifico sperimentale. Nello scritto ‘Hospitalism’ e nel filmato ‘Grief a peril in infancy’ il ricercatore osservò 91 bambini abbandonati sin dalla nascita in orfanotrofio, nutriti regolarmente ma con scarsi contatti interpersonali. Le nutrici dedicavano qualche carezza ai primi della grande camerata in cui vivevano gli infanti, ma per gli ultimi il tempo stringeva e non si andava oltre le minime interazioni necessarie al nutrimento e all’igiene“.

Dopo 3 mesi di carenza di contatti, i bimbi svilupparono una grave apatia, inespressività del volto, ritardo motorio e deterioramento della coordinazione oculare. Nelle loro culle si formò un piccolo avvallamento che li avvolgeva completamente. I piccoli entravano in uno stato che Spitz paragonò al letargo: se ne stavano immobili in quelle nicchie che per molti divennero le loro tombe.

Entro la fine del secondo anno di vita, il 37% dei 91 bambini, pur essendo stati alimentati correttamente, morì. Morirono con i segni clinici del marasma, una malattia provocata dalla carenza proteica tipica della denutrizione. Morirono i bambini che stavano in fondo alla camerata e che avevano ricevuto cibo senza contatti interpersonali. Chi riuscì a sopravvivere non fu in grado di parlare o di camminare, spesso i superstiti non erano in grado nemmeno di rimanere autonomamente seduti“.

Bambini istituzionalizzati: i principali studi sugli effetti della deprivazione

Le cronache attuali riportano diverse testimonianze sulla riaperture di asili e scuole. Anche se i piccolissimi (fino alla quinta primaria) non hanno alcun obbligo di indossare la mascherina (ma in molte scuole l’obbligo c’è), gli educatori e le educatrici sì. E la situazione, per diversi punti di vista, peggiora alle medie ed alle superiori, dove i ragazzi non possono avere alcun tipo di contatto fisico e quello verbale rimane limitato a causa delle lezioni frontali, molto più rigide del normale, delle ricreazioni con distanziamento, e delle mascherine indossate quando si è in piedi.

Naturalmente i bambini e gli adolescenti sono esclusi da qualsiasi processo decisionale e, forse, se interpellati potrebbero anche sostenere la necessità di tutto questo – se non altro perché la campagna mediatica mondiale è stata e continua ad essere martellante. Ma sono altresì convinto che non accetterebbero così di buon grado di sottostare al narcisismo ipocondriaco degli adulti se conoscessero un po’ di più la storia . Perlomeno la storia di Federico II.

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.attivismo.info/il-supplizio-dei-bambini-per-soddisfare-gli-adulti-da-federico-ii-ad-oggi/

IL FATTORE UMANO
Un ponte tra anima e corpo
di Stefania Magnone

Il Fattore Umano

Un ponte tra anima e corpo

di Stefania Magnone

Una delle più antiche questioni, legata sia ai testi sacri che alla leggenda e alla filosofia, argomenta riguardo all'albero della conoscenza del Bene e del Male.

Cosa differenzia bene e male per una persona? Quando si è malati? Come curare?

Siamo giunti a speranze di vita fino a pochi anni fa impensate, eppure della cura del prossimo, nel quale convivono e hanno pari valore anima e corpo, non apprezziamo ancora la valenza. Con conoscenze specifiche ma soprattutto con grande cuore, l'autrice riesce a donarci chiarezza, sorretta non solo da informazioni sulle pratiche curative ormai divenute scienza ma soprattutto da un'ottica positiva di dedizione all'altro con la voglia di credere nella possibilità di far vincere il Bene sul Male.

Non ci può essere cura se non si pensa che il soggetto può essere malato sia nel corpo che nello spirito, in un'ambivalenza che va considerata innanzitutto ma che nonostante ciò troppo spesso è trascurata. Viene qui proposta la limpida interpretazione di Stefania Magnone che con fiducia e speranza ci chiarisce bene, non solo la questione medica ma anche quella della sfera emozionale.

Vale davvero la pena di fare attenzione a queste pagine e gustarle con una visione umana oltreché accademica.

"Un breve viaggio nel nostro misterioso e affascinante mondo umano fonte di continue riflessioni che portano a prender-ci cura di questa vita che non smetterà mai di sorprenderci perchè questo è il suo compito, il suo destino."

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Un commento

  1. Riccardo Cantamessa

    … condivido su tutto….

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