Il Sionismo è la vera unica ideologia dell’Occidente

di Enrico Galoppini

Di questa cosa ho avuto svariate controprove (perché alla fine, anche i “sovranisti” devono rendere omaggio al novello “vitello d’oro”), ma se serviva la prova finale e definitiva di ciò eccola: la “strategia vaccinale”.

La cosiddetta “strategia vaccinale” di cui l’Italia è “capofila” designata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, altro non è che un tassello dell’avanzamento del progetto mondialista, globale, di “occidentalizzazione del mondo”.

Ma in un’unica parola, si può dire che tutto confluisce nel Sionismo. Un Sionismo planetario, dove tutti, senza alcuna eccezione, devono adorare ciò che rappresenta il Sionismo al di là della mera “questione palestinese”. Sionismo significa, in estrema sintesi, che su tutto, ma davvero tutto quel che importa non lo decidete voi italiani, tedeschi, francesi eccetera, e manco americani e… israeliani! Sionismo è l’apoteosi di un’élite cosiddetta “ebraica”, che vuole sostituirsi a Dio ed avere il controllo su tutto e su tutti.

Ora, le cosiddette “strategie vaccinali” per “eradicare” cose come il morbillo (mentre in giro solo l’alcolismo provoca una strage), altro non sono che uno strumento ad usum delphini che poco ha a vedere con la “salute”, la vera salute, quanto ne ha, piuttosto, con l’imposizione, da parte dello Stato (quel tanto di Stato che ancora serve all’élite) di “trattamenti sanitari obbligatori”, giustificati da inesistenti epidemie e pandemie.

E chi viene messo alla gogna, proprio in quell’Israele che per i fautori del Sionismo rappresenterebbe la crème de la crème, ma dove anche lì se non “fili nel verso giusto” sei passibile di T.S.O.? I “Neturei Karta”, ovvero quei “rabbini ortodossi contro il Sionismo” conosciuti per non aver mai deflesso dall’individuare nel Sionismo il vero nemico e dell’Ebraismo e dell’intero genere umano.

Ecco la prova che mancava. Non conta un fico secco, come credono certi in fissa con “l’ebreo”, se appartieni al “popolo eletto”… No! Conta solo se fai come dicono loro. E loro, come diceva acutamente un Tale, sono “l’oro”!

Articolo di Enrico Galoppini

Fonte: http://www.ildiscrimine.com/il-sionismo-e-la-vera-unica-ideologia-delloccidente/

ISRAELE
Geopolitica di una piccola, grande potenza
di Giacomo Gabellini

Israele

Geopolitica di una piccola, grande potenza

di Giacomo Gabellini

Questo libro indaga gli aspetti storici, economici, sociali e geopolitici del lungo e travagliato processo attraverso cui Israele è riuscito a imporsi come principale (se non unica) potenza dell'intera regione mediorientale.

Israele rappresenta, per usare un'espressione del celebre politologo Samuel Huntington, la "miccia sempre accesa" del Medio Oriente. Ma fino a quando potrà durare questa pace armata che si basa su ingiustizie e contraddizioni?

Affidare il futuro di Israele alla solidità dei muri e alla protezione diplomatica statunitense sarebbe miope e rischioso; contare sulle sue sole forze, sia pure appoggiate a una extrema ratio nucleare, sarebbe folle.

In che modo Israele riuscirà a legittimare la sua esistenza?

Paese relativamente giovane, dotato di dimensioni ridotte e rapporti a dir poco problematici con tutto il vicinato, lo Stato ebraico è divenuto un attore di primissimo piano, forte di altolocati agganci internazionali, un arsenale bellico di tutto rispetto e, soprattutto, una incrollabile fiducia nei propri mezzi, che ha spesso portato la leadership israeliana a giocare d'azzardo per conseguire gli obiettivi prestabiliti.

Dall'Introduzione di Franco Cardini:

"Come spesso capita ai libri, pure a qualche libro di storia – salvo ai polizieschi, evidentemente – anche questo dovrebbe essere letto "a ri- troso", cominciando dal fondo o quanto meno dalle ultime pagine, quelle che di solito l'autore dedica alle considerazioni di sintesi. In questo spe- cifico caso, tuttavia, francamente non me la sentirei granché di suggerire tale metodo. Il capitolo 8 del libro alla lettura del quale qui si invita, deno- minato "Conclusioni", si apre con una citazione dello storico Benny Mor- ris che, intervistato da "Haaretz", insiste sul fatto che la fondazione dello Stato di Israele "non è ragionevole" e si chiude su una frase pronunziata da Tony Judt durante un'intervista resa, ancora una volta, ad "Haaretz" al principio del maggio 2006:

"... occorrerebbe quindi ammettere che Israele non ha alcun diritto alla so- lidarietà o all'indulgenza internazionale; che gli Stati Uniti non ci saranno per sempre; che le armi e le mura non possono preservare Israele più di quanto abbiano fatto con la Repubblica democratica tedesca o il Sud Africa bianco; che le colonie saranno condannate a meno che non si sia disposti a espellere o sterminare la popolazione indigena"."

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