Il Quotidiano Israeliano “Haaretz” Lascia Intendere le Vere Ragioni dell’Arresto di Durov

Bomba del quotidiano israeliano “Haaretz”: Durov arrestato per non aver rimosso contenuti segreti sulla guerra in Palestina, rubati ad Israele da Hackers iraniani.

Dopo che l’Iran ha rubato dati israeliani sensibili, Israele sta cercando di censurare Internet. Gli hacker anti-Israele hanno rubato grandi quantità di dati israeliani sensibili e ora stanno pubblicando gigabyte di informazioni segrete e classificate. Incapace di fermare gli hackers, Israele sta conducendo una guerra inutile contro le fughe di notizie.

Qualche mese fa, degli hacker stranieri sono riusciti a entrare in un computer collegato al Ministero della Giustizia israeliano. Decine di migliaia di file classificati ed e-mail sensibili sono trapelati. Link che consentono a chiunque di scaricare i file violati sono stati pubblicati su Telegram, la popolare app di messaggistica istantanea. Tuttavia, hanno iniziato a scomparire presto. Uno dopo l’altro, i canali Telegram degli hackers sono stati chiusi, i loro utenti eliminati e i post che condividevano i link per il download sono spariti.

Dal 7 ottobre, Israele ha dovuto affrontare un’ondata senza precedenti di attacchi informatici: (https://www.haaretz.com/israel-news/security-aviation/2024-04-01/ty-article/.premium/israeli-agency-reports-significant-surge-in-cyberattacks-since-oct-7/0000018e-95dc-d9a4-a7bf-dddd37b30000) account di funzionari e personaggi chiave dell’apparato di sicurezza israeliano, server di aziende private, appaltatori militari e della difesa, municipalità, ospedali e persino ministeri governativi e organismi chiave con cui interagiscono sono stati tutti presi di mira, se non hackerati con successo, in una serie apparentemente infinita di attacchi, la cui portata non è stata ancora resa pubblica.

Molti degli hackers si presentano come forze pro-palestinesi, ma spesso sono facciate per gli hackers semi-ufficiali della cyber-intelligence iraniana. (https://www.haaretz.com/israel-news/security-aviation/2024-08-15/ty-article/.premium/iranian-hackers-that-hit-top-israelis-officials-now-targeting-trump-harris-campaigns/00000191-55ba-d2c7-a9bf-7dbb8eaa0000)

Fonti affermano che la vera portata del danno alla sicurezza e all’economia di Israele causato da queste fughe di notizie non è ancora del tutto nota, nemmeno a coloro che sono incaricati di gestire la questione in Israele. Affermano che, nonostante gli ingenti investimenti in misure di sicurezza informatica difensive, la portata delle fughe di notizie è probabilmente la più grave nella storia di Israele: “un saccheggio senza precedenti di gigabyte su gigabyte di informazioni di ogni tipo”.

Secondo diverse persone informate sulla questione, Israele sta conducendo una guerra digitale su più fronti per cercare di arginare la fuga apparentemente infinita delle sue informazioni. Questi sforzi includono il monitoraggio del web e dei siti di social media per le fughe di notizie e l’utilizzo di richieste di rimozione legale ad aziende tecnologiche come Google, Amazon, Meta e persino Telegram, per farle rimuovere o bloccare.

Preoccupati dall’ondata di contenuti pro-Hamas, (https://www.haaretz.com/opinion/2023-12-25/ty-article-opinion/.premium/how-telegram-twitter-and-tiktok-have-become-lethal-tools-of-hamas-psychological-warfare/0000018c-a0ae-d502-af9f-b2ff5f050000) che includevano video dell’attacco vero e proprio del 7 ottobre 2023 e un flusso costante di materiale propagandistico, gli israeliani del settore high-tech hanno tentato verso la fine del 2023 di contattare il fondatore di Telegram, Pavel Durov.

Sebbene siano riusciti a contattare Durov, che vive negli Emirati Arabi Uniti, egli non avrebbe recepito queste richieste private di “migliorare” la moderazione sulla piattaforma…

Fonte originale: https://www.haaretz.com/israel-news/security-aviation/2024-08-21/ty-article-magazine/.premium/israels-futile-war-against-massive-iranian-hack-of-secret-data/00000191-6bd7-d1ee-afb5-6bff8a510000

Fonte: https://t.me/ugofuoco

LA CIVILTà DELL'ORTO
La Coltivazione Elementare
di Gian Carlo Cappello

La Civiltà dell'Orto

La Coltivazione Elementare

di Gian Carlo Cappello

Cosa significa “non fare” in agricoltura? E come può un orto coltivato senza fatica rendere a tal punto da avere tutto il cibo di cui si ha bisogno?

Gian Carlo Cappello, agrotecnico con decenni di esperienza sulle spalle, ci spiega questa apparente contraddizione in un libro che è a metà tra un manuale agricolo e una riflessione sulla società di oggi.

Il libro racconta l'idea del progetto “Civiltà dell’Orto”, natoe per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

Cosa non viene fatto:

  • nessuna lavorazione del terreno, neppure superficiale e neppure all'inizio della coltivazione;
  • nessun uso di fertilizzanti, antiparassitari, ammendanti e diserbanti (né chimici né organici né omeopatici) né E.M.;
  • nessuna rotazione colturale, consociazione varietale, compostaggio, sovescio, progettazione, calendarizzazione;
  • riduciamo al minimo l'apporto di acqua irrigua;
  • nessun intervento contro le cosiddette “malattie” né contro l'erba spontanea poiché considerate parte dei processi naturali di ripristino dell'equilibrio non comprensibili alla mente razionale;
  • non scegliamo dogmaticamente sementi antiche

Cosa viene fatto:

  • preserviamo il naturale equilibrio della terra e del contesto di coltivazione;
  • consideriamo la crescita delle coltivazioni come conseguenza dell’equilibrio della biosfera;
  • cerchiamo di rendere le piante coltivate quanto più «selvatiche» possibile;
  • promuoviamo il cambiamento e la crescita interiore, affiniamo l'intuito, il sentire, la saggezza innata e l'intrinseca capacità creativa di risoluzione dei problemi;
  • sosteniamo l'autosufficienza alimentare e il superamento dell'economia capitalista.
  • favoriamo l’inserimento di nuovi/e partecipanti che condividano questi principi.

Il cambiamento è possibile!

Perché leggere questo libro:

  • Per scoprire perché in agricoltura "non fare" è meglio di "fare".
  • Per sentire la voce di un esperto agrotecnico con oltre 30 anni di esperienza nel campo.
  • Perché non si tratta solo di un manuale di agricoltura, ma anche di un'inaspettata riflessione sulla società e sui comportamenti comunemente accettati, talvolta inspiegabili, dell'essere umano.

Le parole dell'autore

La Coltivazione Elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l'esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione.

Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la Coltivazione Elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell'umanità di controllare la vita.

Nei processi naturali c'è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l'autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi.

Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant'anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.

...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *