Il “Politicamente Corretto” al servizio delle Élites

di Saint Simon

Sommerso dalla lotta alle fake news e dai pruriti censori delle élites, il dibattito sul politicamente corretto sembra sprofondato negli abissi dell’irragionevolezza.

La radice di questi fenomeni sta nella volontà dell’élite di mantenere lo status quo, da un lato depotenziando ogni critica tramite l’adozione di parole d’ordine progressiste, politicamente corrette, e dall’altro cercando di mantenere il monopolio della narrazione mediatica con la censura (cioè la lotta alle fake news).

Ce lo ricorda questo articolo di Charles Hugh Smith su Zero Hedge, che lega l’ascesa del politicamente corretto a quella della finanziarizzazione dell’economia. E così mentre i redditi e i diritti delle classi lavoratrici si comprimono, i cosiddetti progressisti si prestano meccanicamente a manifestare la propria virtù sui social media, in un’orgia di conformismo a buon mercato. Naturalmente qui si parla di Stati Uniti, ma da noi, in Europa, che subiamo supinamente questa globalizzazione, valgono le medesime logiche e metodiche.

Ecco l’articolo di Charles Hugh Smith:

L’élite al potere ama il politicamente corretto, perché serve egregiamente gli interessi dell’élite. Cos’è il politicamente corretto? Il politicamente corretto è la pressione collettiva a conformarsi ai codici linguistici “progressisti”, e a pronunciare in pubblico le parole d’ordine e le frasi più prevedibili.

Si noti che non è richiesta nessuna azione concreta. Ecco perché l’élite al potere ama il politicamente corretto: il conformismo è così a buon mercato. Tutto ciò che un burocrate dell’élite al potere deve fare, è pronunciare le parole d’ordine (“speranza e cambiamento”, “noi onoriamo la diversità”, “grazie per il vostro servizio”, ecc.), e così ricevere un pass gratuito per continuare il saccheggio.

Coloro che vengono rassicurati dalle espressioni politicamente corrette, accettano questi codici linguistici simbolici come dei sostituti di cambiamenti reali nella struttura del potere. Questa glorificazione di gesti simbolici – manifestare la propria virtù attraverso i social media, ripetere a pappagallo frasi progressiste, ecc. – costa loro ben poco. Si sentono confermati e rispettati, senza alcuna fatica. I progressisti si sentono superiori, perché l’élite al potere ripete in pubblico a pappagallo discorsi “progressisti”. E così insieme sono liberi di depredare, senza far fronte a richieste di radicali ristrutturazioni degli incentivi, della distribuzione della ricchezza e del reddito della nazione.

L’ascesa dei codici linguistici “progressisti” e del politicamente corretto è parallela al declino delle fortune e dei redditi del 90% meno ricco della popolazione. Mentre i “progressisti” si concentrano sul simbolismo a buon mercato, le classi lavoratrici vengono distrutte dalla finanziarizzazione centralizzata che premia i pochi a spese dei molti.

Ecco le risorse finanziarie della famiglia media: tornate ai livelli del 1995:

Ecco la percentuale di reddito disponibile negli USA, che va rispettivamente all’1% più ricco (in arancione) e al 50% meno ricco ((in verde) 1962-2014:

Così, mentre i “progressisti” si concentrano esclusivamente sulla propria inconcludente manifestazione di virtù e sulle vuote “vittorie” dell’élite al potere che si riempie la bocca di parole d’ordine accettabili, la nostra economia, la società e il contratto sociale vengono distrutti. Non c’è da meravigliarsi se i grandi media propagandano i gesti vuoti, la manifestazione di virtù e il politicamente corretto: tutto questo conformismo ipocrita lascia inalterata l’attuale struttura del potere e della ricchezza, e lascia l’élite al potere fermamente alla guida dell’economia e dell’amministrazione.

Articolo di Saint Simon

Fonte originale: https://www.zerohedge.com/news/2018-02-02/political-correctness-serves-only-ruling-elite

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: http://vocidallestero.it/2018/02/12/zh-il-politicamente-corretto-e-solo-al-servizio-delle-elite/

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